Il mondo sta affrontando una crisi climatica senza precedenti, e la necessità di ridurre le emissioni di gas serra è diventata più che mai urgente. In questo contesto, un recente studio ha cercato di valutare l’impatto ambientale del packaging da asporto riutilizzabile rispetto a quello monouso.
Parliamo dell’indagine condotta da Zero Waste Europe, in collaborazione con Reloop e TOMRA e prodotto da Eunomia Research & Consulting, che ha esaminato vari tipi di imballaggio, tra cui:
tazze
scatole per hamburger
ciotole
cartoni per pizza
contenitori per sushi
La ricerca ha considerato uno scenario fissato al 2030, utilizzando una modellizzazione per misurare e confrontare le emissioni di gas serra dei vari tipi di imballaggio e anche simulando un sistema di riutilizzo che impiega reti logistiche per gestire il riuso efficiente dei contenitori per il “take away”.
Come spiega lo studio, per ogni contenitore ci sono da fare alcune considerazioni. Quando si acquista un caffè da asporto, ad esempio, alcune emissioni di gas serra sono già state emesse per estrarre le materie prime, trasformarle nella tazza, quindi per la produzione e poi la distribuzione.
Ma ci sono da tenere presenti anche ulteriori emissioni che si generano quando la tazza viene gestita come rifiuto alla fine della sua vita.
Una tazza usata solo una volta incorpora tutte le emissioni dalla sua fabbricazione, distribuzione e gestione a fine vita. In un sistema riutilizzabile, invece, ogni contenitore viene utilizzato per più porzioni di cibo o bevande e questo significa che le emissioni di ciascun contenitore sono distribuite su numerosi eventi di consumo anziché su uno solo. Il che ovviamente è un vantaggio.
Ma tutti i contenitori riutilizzabili ottimizzano al meglio le emissioni?
I risultati
I risultati indicano che, per la maggior parte dei tipi di packaging da asporto utilizzati in Europa, il riutilizzo attraverso un sistema sicuro, efficiente per la raccolta, il lavaggio, l’ispezione e la ridistribuzione ha il potenziale per generare maggiori benefici ambientali rispetto al riciclaggio o allo smaltimento dei contenitori monouso.
Ma c’è un’eccezione e si tratta del cartone della pizza, un oggetto grande e ingombrante. Lo studio propone però già una possibile soluzione: diminuendo il peso del cartone della pizza riutilizzabile del 20% (85 grammi), si potrebbe ridurre l’impatto delle emissioni di gas serra al di sotto del monouso.
In generale, comunque, i risultati dello studio hanno dimostrato che, per tutti i formati tranne appunto i cartoni per la pizza, il passaggio dai contenitori monouso (sia in plastica che in carta) a quelli riutilizzabili in un sistema efficiente ha il potenziale per ridurre le emissioni di gas serra.
Come dicevamo, però, al momento si tratta solo di potenziale in quanto queste alternative non sono diffuse sul mercato e c’è bisogno di un cambiamento radicale per poter vedere i risultati sperati.
L’entità della possibile riduzione varia poi, come ha dimostrato lo studio, tra i tipi di contenitore, con le tazze che mostrano le maggiori potenzialità. Alcuni imballaggi, in primis le scatole per pizza, necessitano invece di ulteriori miglioramenti nella progettazione per sfruttare appieno i vantaggi del riutilizzo.
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Fonte: Zero Waste Europe
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