Goletta dei Laghi 2022 fa tappa in Calabria presentando i risultati delle analisi microbiologiche eseguite sui bacini lacustri silani: Arvo, Cecita e Ampollino. I prelievi sono stati effettuati il 18 luglio e, per la prima volta, sono state anche analisi chimiche analisi chimiche sui carichi di azoto e fosforo.
Ecco i dettagli: sul Lago Arvo il prelievo è stato effettuato nel lago, accedendo dal lato nord del lungolago della località di Lorica, nel Comune di San Giovanni in Fiore (CS), ed è risultato “fortemente inquinato” alle analisi microbiologiche secondo il giudizio della Goletta dei Laghi, confermando quanto emerso lo scorso anno. Per il Lago Ampollino, il punto di prelievo corrisponde al tratto di lago a cui si accede dalla Sp 61, all’altezza dell’ingresso villaggio Palumbo, in località Trepidò nel Comune di Cotronei (KR), ed è risultato entro i limiti alle analisi microbiologiche. Stesso giudizio per il prelievo effettuato sul Lago Cecita, nel tratto di lago antistante centro visite Cupone, nel comune di Spezzano della Sila (CS).
In tutti e tre i laghi sono stati riscontrati valori di azoto superiori a quelli indicati per le acque idonee alla vita dei pesci ciprinidi; nitrati entro i limiti previsti dallo Standard di Qualità ambientale; fosfati oltre i valori di riferimento previsti per gli elementi fisico-chimici a sostegno del biologico, da utilizzare per la classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici lacustri.
Antonio Nicoletti, presidente del circolo Legambiente Sila, ricorda che «Da tempo suggeriamo al Parco nazionale della Sila di avere una visione per gli ecosistemi lacustri che caratterizzano l’articolato paesaggio dell’area protetta e necessitano di un piano di gestione ad hoc. Gli esisti positivi della fruizione dei laghi silani dipendono da quanto sono approfonditi gli studi sulla biodiversità e il monitoraggio degli impatti antropici, ma soprattutto da come vengono gestite le attività produttive: agricole, allevamento, energia I laghi silani sono bacini artificiali realizzati per la produzione di energia elettrica, caratteristica che, al momento, ha imposto a queste rinomate località turistiche (per scelta unilaterale delle società idroelettriche concessionarie) il divieto di balneazione. La balneabilità, tuttavia, garantirebbe il monitoraggio continuo della qualità delle acque e una maggiore prevenzione di forme di degrado degli ecosistemi lacustri che, è bene ricordarlo, sono parte integrante del Parco nazionale della Sila e di aree natura 2000. Al contempo, la gestione per usi irrigui delle risorse idriche deve essere in linea con le necessità di un settore agricolo che deve rispettare gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile al 2030. Migliorare l’impatto delle attività, con un maggiore apporto dell’agricoltura di precisione, in parte già operante in Sila, la riduzione di pesticidi e fitofarmaci per la produzione di punta e delle emissioni di CO2 degli allevamenti è un’operazione che si deve fare, soprattutto nelle zone vulnerabili ai nitrati di cui non si hanno dati scientifici ufficiali».
Per promuovere e tutelare al meglio i laghi silani, Legambiente ha elaborato dieci proposte: ridurre l’inquinamento delle acque, adeguare gli impianti fognari, completare il sistema di depurazione di Lorica e Trepidò e allacciare alla rete fognaria le altre località silane; contribuire a frenare la perdita di biodiversità, contrastare il degrado e riqualificare gli ecosistemi acquatici entro il 2030 utilizzando soluzioni basate sulla natura (NBS); garantire una maggiore conoscenza degli ecosistemi acquatici e il monitoraggio dei siti natura 2000, la corretta applicazione delle misure e dei piani di gestione e l’utilizzazione appropriata dei bacini idroelettrici silani; migliorare la pianificazione e la conoscenza dell’impatto delle produzioni agricole e degli allevamenti sugli ecosistemi acquatici della Sila; ridurre il consumo di suolo, frenare l’urbanizzazione e sanare le ferite del cemento illegale che interessa particolarmente l’area di Trepidò; migliorare il controllo e la vigilanza del territorio per contrastare il bracconaggio e le attività illecite negli ecosistemi acquatici; garantire la balneabilità dei laghi silani e promuovere un sistema di controllo delle acque lacustri da parte delle autorità sanitarie locali; promuovere un sistema trasparente di controlli e informazioni sulle concessioni idroelettriche e sulle modalità e autorizzazioni per finalità turistiche dei laghi silani; valorizzare il turismo attivo e sostenibile, creare le condizioni per il riconoscimento del Lago Arvo tra le mete turistiche segnalate dalla Guida Blu di Legambiente e Touring Club; promuovere i Contratti di lago per le località lacustri silane.
Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, conclude: «I laghi dell’Altopiano della Sila, creati artificialmente da inizio ‘900, sono i più grandi bacini idrici della Calabria, un complesso ecosistema lacustre pienamente integrato nella natura in cui devono convivere diverse esigenze: dalla tutela della biodiversità alla fruizione turistica all’utilizzo per scopi agro-industriali delle acque – dichiara – Quest’anno abbiamo scelto di calibrare i nostri monitoraggi, che hanno rivelato persistenti criticità nei sistemi depurativi, non solo sui classici parametri di tipo microbiologico, ma anche sulle analisi dei carichi di azoto e fosforo per rammentare che la gestione per usi irrigui delle risorse idriche deve rispettare gli obiettivi al 2030 sul clima, sulla produzione sostenibile di cibo e sulla tutela della biodiversità. Siamo preoccupati dai valori di fosfati, nitrati e altri composti azotati che abbiamo rintracciato, la cui presenza indica che l’incidenza delle attività agricole e degli allevamenti può e deve essere migliorata. Chiediamo perciò agli organi competenti ulteriori monitoraggi sulla qualità delle acque, anche per rilevare la presenza di pesticidi, erbicidi e metalli pesanti, allargando la visuale ai contaminanti ambientali. I laghi sono ecosistemi chiusi che richiedono particolare cura. La nostra associazione ha sempre rilevato l’esigenza di salvaguardare gli ecosistemi lacustri quale chiave per il benessere della collettività e per creare occupazione di qualità, da contrapporre a un’idea di sviluppo basata sullo sfruttamento del territorio: un modello di sviluppo ‘verde’ che armonizzi le vocazioni territoriali, legando i diversi settori economici a partire dal turismo sostenibile e dall’agricoltura biologica, nel massimo rispetto dell’ambiente».
L’articolo Goletta dei Laghi: in Calabria fortemente inquinato il Lago Arvo. Entro i limiti Cecita e Ampollino sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.