«Quasi un punto su tre, il 32% dei campioni prelevati nelle acque costiere e lacustri del Belpaese, è risultato oltre i limiti di legge». E’ il bilancio non certo positivo delle analisi effettuate da Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2022 che quest’anno hanno interessato 18 regioni e 37 laghi italiani.
Dal 20 giugno al 1° agosto, oltre 200 i volontari del Cigno Verde hanno prelevato 387 campioni d’acqua, sottoposti poi ad analisi microbiologiche, di cui 124 risultati oltre i limiti di legge per quanto riguarda la presenza di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli.
Presentando il bilancio delle due iniziative gemelle, il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti ha sottolineato che «Le campagne di Legambiente sul mare e sui laghi italiani continuano a rappresentare un’azione importante dell’associazione, che coinvolge tutte le regioni con un monitoraggio attento e puntuale sulla qualità delle acque. Anche quest’anno, grazie a centinaia di volontari impegnati in una delle principali iniziative a livello internazionale di citizen science (attività scientifiche partecipate dai cittadini), abbiamo voluto scattare una fotografia dello stato di salute delle acque marine e lacustri italiane, per le quali la mancata o inadeguata depurazione si conferma tra le principali criticità. L’edizione 2022 non poteva inoltre non mettere al centro la crisi climatica, denunciandone le conseguenze ormai evidenti sulle acque interne, dall’emergenza siccità, a partire dal bacino padano, agli effetti sull’ecosistema marino. Non ci siamo però fermati alla denuncia ma abbiamo concretamente ragionato anche sulle proposte, iniziando dalla transizione energetica per uscire dalle fonti fossili ed entrare definitivamente nell’era delle rinnovabili, a partire dal sole e dal vento. A bordo di Goletta Verde, abbiamo affrontato l’importante opportunità rappresentata dall’eolico off-shore, il cui sviluppo è strategico nel raggiungimento degli obiettivi climatici al 2030 e si integra con gli impianti da realizzare a terra; accelerare nell’installazione degli impianti è la scommessa che il Paese ha di fronte nei prossimi mesi per arrivare a coprire il 100% dei consumi elettrici entro il 2035 e far fronte a una crisi non soltanto climatica, ma anche di tipo socio-economico, affrancandosi dalla dipendenza dal gas e dall’estero».
Legambiente evidenzia che «Ancora una volta, dunque, a risultare maggiormente compromessi sono corsi d’acqua che subiscono la recezione di scarichi abusivi non collettati o non depurati, provenienti da impianti inadeguati o guasti, su cui bisogna investire risorse per risolvere l’annoso problema della depurazione in Italia. Sono infatti ancora quattro le procedure d’infrazione comunitarie attive, due delle quali già sfociate in condanna, assegnate dall’UE al nostro Paese per inadempienza alla Direttiva sulle acque reflue. Ma l’Italia è in ritardo nel portare a termine i lavori necessari a uscirne, con costi stimati in ulteriori 500 milioni di euro per il periodo di non conformità 2018-2024. Cifra stimata non dissimile dalla quota di finanziamenti introdotta con il PNRR che ammonta a 600 milioni di euro (2021-2026) per rendere più efficace la depurazione delle acque reflue scaricate nel mare e nelle acque interne».
Intanto, si profila un aggiornamento della Direttiva europea sulle acque reflue, mai revisionata in 30 anni dalla sua introduzione, per affrontare le tematiche delle acque non trattate, delle sostanze pericolose e adattare le misure al cambiamento climatico. «Una revisione necessaria – dicono a Legambiente – , anche alla luce Green Deal europeo e del recente Piano d’Azione che prevede di “Azzerare l’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo”. Il rischio, sottolinea però Legambiente, è che quando forse l’Italia sarà a norma con la depurazione, sarà già in ritardo con i nuovi obiettivi e parametri che nel frattempo verranno stabiliti dall’Ue e costretta a inseguire, per l’ennesima volta, l’emergenza, con il pericolo di nuovi contenziosi a livello europeo».
Goletta Verde nel dettaglio: Il 31% dei punti campionati da Goletta Verde nei mari italiani (83 su 261) ha restituito valori oltre i limiti di legge. In media, un punto inquinato ogni 91 km di costa. Oltre i limiti di legge, in particolare, il 55% delle foci campionate, il 42% delle quali è risultato “fortemente inquinato” secondo il giudizio del programma scientifico della Goletta Verde. Una dimostrazione, sottolinea Legambiente, del fatto che i pericoli di una cattiva o assente depurazione sono la principale minaccia per la salute dei nostri mari e che c’è ancora molto da fare per recuperare il deficit impiantistico e della rete fognaria.
Dieci le regioni italiane dove Goletta Verde ha organizzato flash mob e dibattiti, incontrando rappresentanti politici, cittadine e cittadini, pescatori, sindacati, presidenti di parco e imprese per raccontare loro – attraverso numeri ed esperti del settore – i vantaggi e le soluzioni legati all’eolico a terra e off-shore, dando al contempo risposte concrete alle preoccupazioni e alle titubanze dei territori. Secondo Legambiente, crisi climatica e sociale, caro bollette e conflitti devono spingere il nostro Paese verso politiche strutturali e soluzioni concrete che non lascino indietro nessuno: l’eolico off-shore è il futuro del nostro sistema energetico, un pezzo di tecnologia che non soltanto è in grado di rispondere a queste emergenze, ma anche di recare benefici ai territori, permettendo di fare a meno di rigassificatori e nuove centrali a gas.
Se progettati bene, gli impianti possono infatti creare nuovi posti di lavoro, sviluppo e innovazione e, come dimostrano gli studi effettuati, diventare anche luoghi di ripopolamento della biodiversità, con vantaggi indiretti per il settore ittico.
Nello specifico, per far fronte alla crisi climatica e alla necessità d’indipendenza dal gas e dall’estero, come proposto da Elettricità Futura, occorre realizzare almeno 85 GW di rinnovabili entro il 2030, compreso l’eolico (a terra e a mare).
Numeri facilmente raggiungibili, se si accelerano le procedure autorizzative e le imprese scelgono di dedicare più tempo a processi di partecipazione e ascolto, gli unici strumenti in grado di far superare diffidenze, risolvere eventuali criticità e spesso migliorare i progetti stessi. Basta pensare, infatti, che a fine 2021 erano ben 168 GW le richieste di connessione per impianti da fonti rinnovabili arrivate a Terna. Di queste il 31%, (pari a 44,5 GW) riguarda l’eolico a terra e il 19% (pari a 31,8 GW) l’eolico offshore.
Goletta dei Laghi nel dettaglio: Oltre i limiti di legge stabiliti per le acque lacustri, invece, il 33% dei punti campionati dalla Goletta dei Laghi, ossia 42 su 126 prelievi eseguiti in 37 laghi e distribuiti in 11 diverse regioni italiane. Il 53% dei prelievi eseguiti presso foci, canali e punti critici (32 punti campionati su 60) è risultato oltre i limiti di legge consentiti per le acque superficiali e interne.
Mai come quest’anno, Goletta dei Laghi è stata occasione per affrontare a più riprese il tema della siccità e ribadire la necessità di una gestione equa, sostenibile e razionale della risorsa idrica di fronte alla scarsità d’acqua: una siccità inasprita dagli effetti sempre più evidenti della crisi climatica, cui è necessario porre rimedio attraverso una strategia nazionale integrata e nuove misure per ridurre la domanda di acqua ed evitarne gli sprechi. Numerosi gli eventi, le azioni e i momenti di confronto organizzati durante la campagna per ragionare non in maniera emergenziale e solo in termini di ‘maggior accumulo d’acqua’ attraverso grandi invasi e opere, ma per prevenire strutturalmente la carenza idrica che potrebbe manifestarsi in maniera sempre più serrata nei prossimi anni. Prioritari una sensibile diminuzione dei prelievi e degli usi e un nuovo modello di gestione della risorsa idrica basato su riduzione, riuso e riciclo dell’acqua in tutti settori coinvolti, specie nei comparti agricolo, civile e industriale.
Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, conclude: «Il nostro viaggio itinerante dal Nord al Sud del Paese ci ha permesso di toccare con mano le criticità che minacciano la salute dei mari e dei laghi italiani. Tra queste, la mancata depurazione degli scarichi è una delle emergenze che dobbiamo affrontare in maniera strutturale Anche quest’anno la fotografia scattata attraverso il monitoraggio scientifico delle due campagne dimostra infatti che i problemi dovuti a una assente o cattiva depurazione sono ancora il tallone d’Achille delle nostre acque. Se circa un terzo delle nostre analisi dà esito negativo ormai da diversi anni, vuol dire che poco o nulla è stato fatto per uscire dall’emergenza depurativa. Un’emergenza cronica che ci costerà centinaia di milioni di euro nei prossimi anni, a causa del pagamento di multe che l’Europa non ci condonerà. Le nostre analisi non vanno a sostituire o invalidare i campionamenti effettuati dalle autorità competenti, ma vogliono stimolare da parte loro la soluzione all’origine del problema della depurazione nel nostro Paese, per prevenire i problemi di qualità delle acque che troppo spesso creano problemi ai bagnanti».
L’articolo Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2022: oltre i limiti di legge il 32% delle acque costiere e lacustri analizzate sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.