Quella di Sasso Fratino è una foresta patrimonio dell’umanità, riconosciuta dall’Unesco e situata all’interno del Parco nazionale delle Foreste casentinesi: si tratta della più grande faggeta vetusta (con esemplari anche di 500 anni di età) dell’Appennino settentrionale, adibita a riserva integrale da oltre un secolo.
Per rendere onore a questo luogo di incredibile bellezza e ricchezza naturale, Aisa impianti ha scelto di chiamare “Bosco Fratino” il parco urbano che sta per nascere in un’area tra il polo aretino di San Zeno – dove la partecipata pubblica gestisce impianti per la valorizzazione dei rifiuti – e il Sentiero della bonifica. Un progetto che nasce dalla volontà aziendale di creare aree verdi ed alberate a disposizione di tutti.
«Lo svago e la ricreazione sono lo scopo secondario: lo scopo principale è, attraverso la piantumazione di una grande varietà di specie arboree, di catturare l’anidride carbonica», spiega il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli.
Come primo step il parco vedrà la piantumazione, entro questa primavera, di 500 alberi a medio ed alto fusto su una superficie di circa 5.000 metri quadrati. «Ma è solo l’inizio – assicura il presidente di Aisa impianti, Giacomo Cherici – Si va anche nella direzione della mitigazione del microclima ambientale, della diminuzione della temperatura e anche della volontà di fare didattica per le scuole, che troveranno un vero percorso con pannelli informativi sulle specie arboree e sulle Foreste casentinesi».
Un vero “laboratorio vegetale” dove attraverso le piante e illustrazioni in collaborazione con Coldiretti, scuole e cittadini potranno approcciarsi alle specie arboree del territorio, a piante mellifere e al compost di qualità prodotto dal riciclo dei rifiuti organici.
«A fine primavera avremo l’inaugurazione del Bosco Fratino, almeno di questa prima parte, a cui seguiranno a breve anche le altre», conclude il dg di Aisa impianti, Marzio Lasagni.
L. A.
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