Il Green Deal è un patto verde europeo stipulato da 27 stati membri dell’UE per rendere il continente il primo al mondo a “impatto zero”.

Questa legge europea sul clima fissa infatti degli obiettivi climatici da raggiungere entro il 2050 per eliminare completamente le emissioni di gas serra.

In questo modo, la crescita economica di ogni Paese si dissocerà dall’utilizzo delle risorse naturali, con particolare attenzione a intervenire in ogni territorio dell’Europa.

Il percorso verso la neutralità climatica è lungo e per questo esistono degli step intermedi. Ad esempio, entro il 2030, le azioni degli stati membri dovranno portate a un -55% di emissioni nette di gas serra.

Che cos’è il Green Deal

Detto anche patto verde europeo, il Green Deal è un programma ambizioso per perseguire importanti obiettivi climatici e rendere il pianeta più salubre.

È stato sottoscritto da 27 stati membri dell’Unione Europea e prevede importanti investimenti per favorire l’innovazione e l’occupazione, con lo scopo di:

Azzerare le emissioni
Creare nuovi posti di lavoro e far rifiorire l’economia
Contrastare la scarsità energetica
Favorire la produzione nazionale di energia
Migliorare la salute e il benessere di tutti i cittadini

Quali sono gli obiettivi del patto verde europeo

Il piano verde dell’Unione europea fissa numerosi obiettivi che parlano il linguaggio della sostenibilità e dell’inclusività.

“Ridurre la disuguaglianza energetica, sostenere i cittadini vulnerabili e azzerare la povertà energetica” è ciò che si prefigge la Commissione Europea.

Per farlo, ha stabilito numerosi obiettivi climatici legati a differenti settori di applicazione.

Trasporti e mobilità

La mobilità verde è un punto molto importante del Green Deal sia dal punto di vista delle emissioni che della riduzione del prezzo del trasporto pubblico.

La legge europea sul clima impone un taglio del 55% alle emissioni causate dalle automobili e del 50% da camion entro il 2030. Inoltre, tutte le auto nuove prodotte entro il 2035 dovranno essere a emissioni zero.

Accanto alla produzione di veicoli elettrici, sarà dato impulso all’installazione di colonnine per la ricarica dei mezzi di trasporto.

Dal 2026 verranno tassati i trasporti su strada in relazione alle quote di emissioni, per incentivare l’impiego di carburanti più sostenibili. Allo stesso modo, verranno incrementate le accise sul carburante aereo e marittimo.

Industrie ed edifici green

Nell’ottica di creare dei mercati più “puliti” il Green Deal impone di ristrutturare oltre 35 milioni di edifici obsoleti entro il 2030. Questa manovra creerà oltre 160mila posti di lavoro nel settore edile e delle energie rinnovabili.

Ristrutturare abitazioni ed edifici commerciali secondo i parametri del risparmio energetico avrà un impatto positivo sulle emissioni.

Per raggiungere gli obiettivi climatici del patto verde europeo un fondo sociale sosterrà le persone che non hanno accesso all’energia. Inoltre, saranno messi a disposizione 72,2 miliardi di euro per incentivate la ristrutturazione di edifici.

Per attuare questo cambiamento in modo programmatico, il consiglio dell’UE è quello di imporre un Gantt agli stati membri per:

ristrutturare ogni anno almeno il 3% del totale degli edifici pubblici
aumentare dell’1,1% ogni dodici mesi l’impiego di rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento degli ambienti interni

Il Green Deal e le energie pulite

Il punto più importante del patto verde europeo è legato alla riduzione dei gas serra del 55% entro il 2030. Per far sì che il piano abbia successo, è fondamentale incentivare l’uso di energie rinnovabili e puntare sull’efficientamento energetico.

L’obiettivo per la quota delle rinnovabili è del 40% sul totale entro il 2030, mentre le proposte dell’UE puntano sull’idrogeno sia nel settore dell’industria che dei trasporti.

Ripristino della natura

La valorizzazione della biodiversità è un altro punto importante del Green Deal e prevede la salvaguardia e il ripristino di boschi e foreste, torbiere e zone umide.

La riforestazione avrà un impatto positivo sull’assorbimento naturale dell’anidride carbonica.

Come si finanzia Green Deal

Il Green Deal sarà finanziato con 600 miliardi di euro del piano per la ripresa Next GenerationEU. Inoltre, a settembre 2021, è stato approvato il nuovo Bauhaus europeo che prevede un round di finanziamenti legati a dimensioni culturali e creative.

Nel biennio 2021-22 sono stati messi a disposizione 85 milioni di euro, nell’ambito del progetto Orizzonte Europa per la ricerca e l’innovazione. Sono stati poi finanziati il programma LIFE per l’ambiente e il Fondo europeo per lo sviluppo regionale.

La nascita del patto verde europeo

Ma quando è nato il Green Deal? La prima volta in cui si è parlato del patto verde in commissione europea è stato l’11 dicembre del 2019 con la presentazione della prima bozza.

A un mese di distanza, il 14 gennaio 2020, il progetto è stato corredato da un piano di investimenti e da una procedura di attuazione della transizione ecologica.

Il 4 marzo 2020 l’Europa ha presentato una legge europea sul clima con l’obiettivo di raggiungere le zero emissioni entro il 2050.

Pochi giorni dopo, il 10 marzo 2020, ha introdotto la strategia industriale europea che segna gli obiettivi economici dei prossimi anni, mentre l’11 marzo è stato proposto un piano d’azione per l’economia circolare.

Infine, il 20 maggio 2020 la Commissione Europea ha lanciato una proposta per rendere più sostenibile la catena di produzione e approvvigionamento alimentare.

Sono stati fissati anche degli obiettivi per il 2030 in modo da tutelare la biodiversità in ogni territorio degli stati membri.

I rallentamenti della pandemia e le opposizioni

Gli obiettivi climatici sono passati in secondo piano con l’arrivo della pandemia e i primi lockdown, oltre ad avere incontrato resistenze da parte dei Paesi che impiegano grandi quantità di carbone per la produzione energetica.

Tra questi c’è la Polonia, che gode di una clausola di non partecipazione al Green Deal.

Durante le fasi di presentazione del Green Deal, una compagnia petrolifera statunitense ha cercato di pilotare le prime negoziazioni, ponendo meno enfasi sul tema dei trasporti.

Anche Greenpeace ha avuto da ridire, sostenendo che gli obiettivi sono abbastanza aggressivi per raggiungere gli obiettivi climatici fissati dal patto verde europeo.

Le pressioni del Recovery Plan sul patto verde europeo

Nonostante lo scetticismo di alcuni leader politici, che ha messo a rischio la buona riuscita del Green Deal, nell’aprile del 2020 il Parlamento Europeo ha proposto l’inserimento degli obiettivi climatici nel Recovery Plan.

È del settembre 2020 la proposta di ridurre le emissioni nette del 55% entro il 2030, diventata, dall’approvazione nel dicembre 2020, il pilastro del manifesto del patto verde europeo.

Qualche mese più tardi, ad aprile 2021, il Parlamento Europeo ha raggiunto un accordo con gli stati membri sulla legge europea sul clima, entrata in vigore nel giugno 2021.

Nell’ottobre del 2022, infine, il Consiglio Europeo ha raggiunto un accordo per imporre più limitazioni ad autovetture e furgoni in tema di emissioni di CO2.

Ce la faranno gli stati europei a rispettare gli ambiziosi obiettivi climatici del Green Deal? L’appuntamento è al 2050, per verificare se l’Europa sarà veramente il primo continente a emissioni zero del pianeta.

L’articolo Green deal, il piano europeo contro la crisi climatica proviene da Liberi dalla Plastica.