Secondo il nuovo report “The EU’s Dirty Plastic Secret. EU-Mercosur Deal Set to Boost Trade in Single-Use Plastics” di Greenpeace Deutschland, «L’accordo commerciale attualmente in fase di negoziazione tra l’Unione Europea (Ue) e il Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) prevede l’eliminazione delle tariffe doganali per le esportazioni europee di prodotti in plastica, tra cui alcuni prodotti usa e getta. Il taglio e la graduale eliminazione dei dazi promuoverà il commercio di materie prime plastiche, rifiuti plastici e prodotti in plastica monouso».

Nello specifico, l’accordo eliminerà gradualmente le tariffe sulle seguenti esportazioni dell’Ue: 1. Stoviglie usa e getta, utensili da cucina e altri articoli domestici in plastica; 2. Rifiuti di plastica realizzati in PET (polietilene tereftalato), PVC (cloruro di polivinile) e altri polimeri; 3. Abbigliamento e accessori in plastica; 4. Polistirene espandibile (comunemente denominato Styrofoam) in forme primarie; 5. Cloruro di polivinile (PVC) sotto forma di emulsione.

Lis Cunha, esperta commerciale di Greenpeace Deutschland, denuncia che «Questo accordo nella sua forma attuale mostra gli evidenti doppi standard dell’Ue. Le posate di plastica usa e getta, ad esempio, sono vietate nell’Ue perché danneggiano l’ambiente,  ma l’accordo intende incoraggiare l’esportazione di questi futuri rifiuti di plastica. Se il governo federale tedesco ha a cuore la natura e la salute delle persone al di fuori dei confini dell’Ue, deve lavorare per garantire che il trattato Ue-Mercosur venga completamente rinegoziato».

Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia, conferma: «Con questa formulazione l’accordo applica due pesi e due misure. Promuove lo scambio di prodotti già vietati in Europa a causa dei loro impatti ambientali, come le posate di plastica monouso, per poterli vendere nei Paesi del Mercosur. L’Ue è pronta a incoraggiarne il commercio dimenticando tutte le valutazioni che hanno portato al divieto a livello comunitario».

Per Viola Wohlgemuth, esperta di economia circolare di Greenpeace Deutschland, «Questo è allo stesso tempo scandaloso e troppo miope, perché la plastica, insieme a tutti i danni climatici e ambientali, è un problema globale. Il mondo sta affogando nella plastica. Le microplastiche sono state trovate nell’aria che respiriamo, nel cibo che mangiamo, nell’acqua che beviamo e persino nei nostri organi e nel sangue».

Il rapporto dimostra che l’accordo Ue-Mercosur è in netta contraddizione con gli obiettivi del futuro Trattato globale sulla plastica che verrà discusso nel terzo round negoziale che si apre il 13 novembre a Nairobi, in Kenya e Greenpeace ricorda che «Questo importante percorso diplomatico dovrà definire, entro la fine del 2024, uno strumento giuridicamente vincolante in grado di arginare l’inquinamento da plastica, una delle emergenze ambientali più gravi dei nostri tempi».

Per questo, Greenpeace chiede che «Nell’ambito dei negoziati in corso, sotto l’egida delle Nazioni Unite, i governi concordino di ridurre almeno del 75% la produzione e l’uso di plastica entro il 2040. La plastica monouso è dannosa per la salute umana, perpetua le ingiustizie sociali, mette a serio rischio la biodiversità e alimenta anche la crisi climatica, poiché la quasi totalità di questo materiale viene prodotta a partire da idrocarburi come petrolio e gas fossile».

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