La 15esima tappa della campagna nazionale “I cantieri della transizione ecologica. Verso il XII congresso nazionale” dedicata alle buone pratiche che servono al Paese e che meritano di essere replicate si è occupata delle acque reflue, trasformate da problema a importate risorsa per la transizione ecologica, in grado di fornire acqua (sia per uso agricolo che per uso industriale), materie prime seconde ed energia rinnovabile.
Legambiente sottolinea che questo è necessario «Specie in un Paese come l’Italia che da decenni soffre della brutta piaga della maladepurazione, su cui gravano quattro procedure di infrazione da parte dell’Europa per la mancata conformità alla Direttiva Acque Reflue (91/271/CEE), Mentre l’ultima (2017/2181) è ancora in fase di istruttoria, le prime tre sono già sfociate in sentenza di condanna e in particolare la prima, risalente al 2004, è giunta fino alla sanzione pecuniaria. L’ultimo segnale dalla Commissione europea arriva il primo giugno scorso, con il nuovo deferimento alla Corte di Giustizia europea a causa dei ritardi nell’adempimento della sentenza della Corte del 2014 (relativa alla seconda procedura di infrazione, del 2009). Dei 41 agglomerati oggetto della sentenza ne restano 5 ancora non conformi (4 in Sicilia e 1 in Valle d’Aosta).
Per chiedere un cambio di rotta urgente, il Cigni Verde torna in Lombardia per raccontare l’esperienza innovativa del Nuovo sistema di collettamento fognario e depurazione dei comuni di Gavardo, Villanuova sul Clisi e Vallio Terme (BS) di A2A Ciclo Idrico, il gestore del servizio idrico integrato dell’area.
Legambiente ricorda che «Entrato in funzione dopo i lavori di ammodernamento a fine 2021, l’impianto rappresenta un esempio virtuoso di gestione razionale e sostenibile delle risorse idriche, tanto da aver permesso ai tre comuni bresciani (Gavardo, Villanuova sul Clisi e Vallio Terme) di uscire dall’infrazione europea (2014/2059) per l’insufficienza della capacità del depuratore esistente (10.000 Abitanti Equivalenti contro un bacino sotteso di più di 12.000 abitanti). Si tratta di uno degli 8 depuratori già entrati in funzione realizzati da A2A Ciclo Idrico (a cui si sommeranno 2 che saranno completati nei prossimi mesi) ed ha una capacità di trattamento di 36.000 Abitanti Equivalenti ed è dimensionato in modo da supportare lo sviluppo demografico al 2045. Con l’utilizzo a valle del processo di trattamento biologico di una sezione di filtrazione finale e disinfezione ad ultravioletti, l’impianto consente di reimmettere in ambiente circa 9 milioni di litri/giorno di acqua disponibile per il riutilizzo agricolo. Parte dell’acqua depurata viene inoltre reimpiegata all’interno dell’impianto stesso, riducendo l’utilizzo di acqua potabile e consentendo un sistema circolare virtuoso. Inoltre, garantisce un abbattimento dei contaminanti presenti nei reflui superiori ai limiti prescritti dalla normativa vigente, riducendo il carico inquinante immesso dell’ambiente fluviale. Altro aspetto importante è l’attenzione all’inserimento ambientale e al basso impatto paesaggistico che ha guidato la costruzione sia dell’impianto, costruito su tre livelli di quota seguendo il declivio della collina, sia dei locali tecnici, alcuni rivestiti da materiale simil-legno e tutti dotati di un sistema di aspirazione dell’aria che permette di evitare fuoriuscite di odori molesti».
Proprio da questo impianto, Legambiente rilancia alcune proposte sul tema depurazione per la gestione sostenibile della risorsa idrica su cui l’Italia deve accelerare il passo: 1) il completamento della rete fognaria e la realizzazione di interventi volti alla separazione delle acque reflue civili da quelle industriali e di prima pioggia; 2) l’ammodernamento degli impianti di depurazione esistenti, puntando alla massimizzazione del riutilizzo delle acque reflue e a processi economia circolare applicati in tutte le fasi del ciclo di depurazione; 3) la costruzione di nuovi impianti dove mancano.
Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente, ha sottolineato che «Con la XV tappa della nostra campagna ribadiamo l’urgenza di un cambio di passo da parte dell’Italia che porti a trasformare un problema in una straordinaria opportunità. In questo cambio di passo, infatti, i depuratori possono fornire acqua, materie prime seconde ed energia rinnovabile. L’Italia da decenni soffre della piaga della maladepurazione, come testimoniano ogni anno anche i dati delle nostre campagne Golette verde e Goletta dei laghi, con un tasso di conformità pari al 56%, al di sotto della media Ue del 76%. Dopo l’elezione del nuovo Commissario straordinario unico per la depurazione, l’Italia vari al più presto un piano nazionale per la depurazione con il completamento veloce degli interventi sulla rete impiantisca e prevedendo più risorse rispetto alle poche messe a disposizione dal PNRR (circa 600 milioni). E si mettano in campo interventi concreti e innovativi, come quello al centro dell’iniziativa odierna, che si integrano a politiche climatiche lungimiranti che vedono protagonista la risorsa idrica».
Le acque reflue hanno un potenziale enorme. Il riutilizzo dell’acqua opportunamente trattata dagli impianti di depurazione è stato identificato come un’alternativa affidabile per l’approvvigionamento idrico per vari scopi, come l’irrigazione agricola, l’uso industriale o la ricarica delle falde acquifere, come ricorda Legambiente nel report “Accelerare il cambiamento: la sfida dell’acqua passa dalle città”. A confermare questo è potenziale enorme l’indagine “Il riutilizzo delle acque reflue in Italia” di Utilitalia (Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) che sostiene che il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura ha un potenziale di 9 miliardi di metri cubi all’anno – l’acqua che esce dai depuratori – ma in Italia viene sfruttato solo per il 5% (475 milioni di metri cubi) a causa di limiti normativi, pregiudizi degli agricoltori e una governance non ancora ben definita.
Tullio Montagnoli, AD di A2A Ciclo Idrico, aggiunge: «I depuratori sono oggi un’opportunità di sviluppo Quelli che erano semplici impianti di trattamento, sono infatti diventati impianti di recupero, in una logica di economia circolare. Un depuratore efficiente come quello di Gavardo trasforma i reflui in ingresso in acqua pulita, 9 milioni di litri al giorno, da riutilizzare in agricoltura, evitando così, dove possibile, il prelievo da corsi e bacini. Prelievi che rappresentano il 50% dell’acqua consumata in Italia. Ecco perché i depuratori sono essenziali per mitigare la crisi idrica del nostro Paese. Anche i fanghi che restano dal trattamento dei reflui vengono riutilizzati, trasformati in calore ed energia al Termoutilizzatore di Brescia, in un’ottica di circolarità. Non solo. L’impianto di Gavardo ha sostituito due depuratori ormai obsoleti, consentendo a tre Comuni bresciani di uscire dalle procedure di infrazione europee. Per superare le multe di Bruxelles negli ultimi anni sono stati realizzati da A2A Ciclo Idrico 8 depuratori, e due saranno pronti nei prossimi mesi, oltre a parecchi interventi di collettamento delle reti fognarie agli impianti stessi con un investimento di circa 110 milioni di euro. Con i nuovi impianti in corso di realizzazione contiamo di superare tutte le procedure di infrazione entro il 2026».
L’articolo I cantieri della transizione ecologica: in Lombardia al centro la depurazione e il riutilizzo delle acque reflue. sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.