I Comuni dell’Empolese-Valdelsa si sono uniti per chiedere un cambio di rotta nel percorso che dovrebbe portare alla nascita della Multiutility della Toscana: 14 sindaci hanno preso posizione chiedendo uniformità nelle delibere approvate nel merito dai vari Consigli comunali della Toscana centrale.
Il processo di formazione della Multiutility prevede infatti la fusione per incorporazione di tre società pubbliche (Acqua Toscana, Consiag e Publiservizi) in Alia – anch’essa totalmente pubblica –, per dare vita ad un soggetto volto a gestire i servizi pubblici locali (acqua, energia, igiene urbana) che possa essere successivamente quotato in Borsa: un’operazione che resta comunque subordinata ad un articolato processo di controllo da parte dei Comuni azionisti. E proprio su questo punto sembrano scontrarsi adesso i sindaci dell’Empolese-Valdelsa.
«Soltanto nei nostri Comuni si è arrivati all’adozione di atti pienamente rispondenti alle intese raggiunte a livello istituzionale, mentre in altri consigli comunali sono state finora approvate delibere che da essi si differenziano in punti decisivi. È del tutto evidente che l’eliminazione di tale fondamentale discrepanza è condizione imprescindibile per andare avanti nel processo aggregativo», dichiarano i sindaci. Per questo «finché l’asimmetria sussiste, procedere allo scioglimento di Publiservizi, che contiene il patrimonio storico del nostro territorio sui servizi pubblici locali, ci risulta pertanto impossibile».
Questo nuovo posizionamento politico al momento non si traduce in uno stop al progetto Multiutility, anche perché i sindaci dell’Empolese-Valdelsa continuano a ritenere «più valide che mai le finalità di interesse pubblico da cui ha preso le mosse l’intero progetto», ma certamente ne può rallentare i tempi: «Riteniamo indispensabile, prima di assumere decisioni non reversibili, verificare che le predette difformità, e le corpose incertezze formali e sostanziali che da tali difformità direttamente discendono, siano superate», argomentano i sindaci nel merito.
Non è forse un caso che un simile smottamento politico sia arrivato proprio dall’Empolese-Valdelsa, territorio dove nelle ultime settimane è maturata un’inversione a U rispetto alla disponibilità a valutare il progetto di un innovativo impianto di riciclo chimico – il cosiddetto Distretto circolare – da potersi realizzare sul territorio; disponibilità crollata di fronte alla contrarietà di alcuni comitati locali, che dopo questa prima “vittoria” hanno messo nel mirino la Multiutility proponendo un referendum per sfilare il Comune di Empoli dall’iniziativa. A rischio, ora, non c’è soltanto un utile progetto impiantistico, ma la strategia pensata per rafforzare a livello regionale l’intero comparto dei servizi pubblici.
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