Con 336 voti favorevoli, 242 contrari e 33 astensioni, il Parlamento ha adottato la sua posizione sulla proposta della Commissione Ue per una legge sul monitoraggio del suolo, il primo atto legislativo dell’UE dedicato al suolo.
Si stima che circa il 60-70% dei suoli europei si trovi in uno stato malsano a causa di problemi quali l’espansione urbana, i bassi tassi di riciclaggio dei terreni, l’intensificazione dell’agricoltura e il cambiamento climatico. Secondo la Commissione Ue, «Il degrado dei suoli è uno dei principali motori della crisi climatica e della biodiversità e riduce la fornitura di servizi ecosistemici chiave che costano all’UE almeno 50 miliardi di euro all’anno».
Il relatore, il liberale slovacco Martin Hojsik di Progresívne Slovensko (Renew) ha detto che «Siamo finalmente vicini al raggiungimento di un quadro comune europeo per proteggere i nostri suoli dal degrado. Senza suoli sani, non ci sarà vita su questo pianeta. Il sostentamento degli agricoltori e il cibo sulla nostra tavola dipendono da questa risorsa non rinnovabile. Ecco perché è nostra responsabilità adottare il primo atto legislativo a livello europeo per monitorare e migliorare la salute del suolo».
In una nota dell’Europarlamento si legge che «I deputati sostengono l’obiettivo generale di avere suoli sani entro il 2050, in linea con l’ ambizione dell’UE sull’inquinamento zero e la necessità di una definizione armonizzata di salute del suolo, nonché di un quadro di monitoraggio completo e coerente per promuovere la gestione sostenibile del suolo e risanare i siti contaminati».
La nuova legge obbligherà i Paesi Ue a monitorare prima e poi a valutare lo stato di salute di tutti i suoli sul loro territorio. Le autorità nazionali possono applicare i descrittori del suolo che meglio illustrano le caratteristiche del suolo di ciascun tipo di suolo a livello nazionale.
I deputati propongono una classificazione a 5 livelli per valutare la salute del suolo: stato ecologico elevato, buono, moderato, suoli degradati e criticamente degradati. I suoli con uno stato ecologico buono o elevato sarebbero considerati sani.
Secondo la Commissione europea nell’Ue ci sono circa 2,8 milioni di siti potenzialmente contaminati. Gli eurodeputati sostengono l’obbligo di stilare un elenco pubblico di questi siti in tutti i Paesi Ue entro 4 anni dall’entrata in vigore della nuova direttiva. Inoltre, i Paesi Ue dovranno «Indagare, valutare e ripulire i siti contaminati per affrontare i rischi inaccettabili per la salute umana e l’ambiente dovuti alla contaminazione del suolo. I costi devono essere pagati da chi inquina in linea con il principio “chi inquina paga”».
La nuova legislazione sui suoli risponde alle aspettative dei cittadini di proteggere e ripristinare la biodiversità, il paesaggio e gli oceani e di eliminare l’inquinamento, come espresso nelle proposte delle conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa, ma è in evidente contraddizione con le recenti marce indietro fatte da Commissione, Europarlamento e Consiglio Ue su agricoltura e biodiversità.
Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione in prima lettura. Il dossier sarà seguito dal nuovo Europarlamento dopo le elezioni europee del 6-9 giugno e, se ci sarà un’alleanza tra PPE e destra (che ha votato contro) potrebbe essere stravolto.
Intanto, oggi gli attivisti di Greenpeace hanno installato una gigantesca mela avvelenata davanti al Parlamento europeo a Bruxelles, esortando i politici a «Non fare un regalo avvelenato agli agricoltori eliminando le norme di protezione della natura nella politica agricola comune (PAC)» con una votazione affrettata sul piano della Commissione europea volto a rimuovere molti dei requisiti ambientali che gli agricoltori devono soddisfare per ottenere i fondi Ue.
Marco Contiero, direttore politiche agricole di Greenpeace Ue conclude: «Gli agricoltori sono giustamente furiosi. Le aziende .agricole di piccole e medie dimensioni stanno scomparendo, divorate dalle mega aziende agricole, poiché gli agricoltori sono intrappolati tra importazioni a basso costo provenienti da paesi terzi e prezzi ingiusti imposti dai grandi attori del mercato. I politici europei, non disposti a rivedere l’insostenibile politica commerciale dell’Ue o a opporsi ai prepotenti delle multinazionali alimentari e chimiche, fingono che il problema sia la protezione della natura nelle aziende agricole. Eliminare le ultime protezioni ambientali è un regalo avvelenato per gli agricoltori, che li condannerà a siccità peggiori, inondazioni e raccolti falliti senza fare nulla per affrontare la loro precaria situazione economica».
L’articolo I suoli europei in cattiva salute ci costano almeno 50 miliardi di euro all’anno sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.