Lavori completati a settembre di quest’anno e impianto collaudato entro il primo semestre 2024: è questo il cronoprogramma per il biodigestore anaerobico che sta nascendo a Montespertoli, dove ieri sono arrivati in sopralluogo il presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessora all’Ambiente Monia Monni, accompagnati dal sindaco e dai vertici di Alia.
Dove prima sorgeva l’ex discarica di Casa Sartori e oggi opera un impianto di compostaggio, presto nascerà il biodigestore anaerobico più grande d’Italia: un progetto pensato per integrarsi nelle colline del Chianti, a dimostrazione che gli impianti utili all’economia circolare possono ben integrarsi ovunque, quando ben progettati.
L’impianto di compostaggio attuale tratta, annualmente, circa 75.000 tonnellate di forsu (frazione organica di rifiuti raccolti in maniera differenziata) e 15.000 tonnellate di rifiuti verdi (quali sfalci, potature, residui da manutenzione del verde), producendo oltre 22.000 tonnellate di ammendanti da utilizzare in agricoltura e florovivaismo.
A regime, attraverso il processo biologico naturale di digestione anaerobica, ogni anno sarà possibile trattare complessivamente sino a 160.000 tonnellate di rifiuti (145.000 di rifiuti organici e 15.000 di verde), producendo oltre 12 milioni di metri cubi di biometano e 35.000 tonnellate di ammendante.
«Impianti come questo – spiega Giani – danno senso alla raccolta differenziata che quotidianamente facciamo nelle nostre case, mostrando come il recupero degli scarti possa portare nuovi valori all’interno di un percorso di economia circolare. Questo impianto è motivo di orgoglio perché, una volta terminato, renderà possibile il trattamento e il riutilizzo di tutti i rifiuti organici dell’Ato Toscana centro».
Ad oggi invece quello dell’organico è uno dei più importanti deficit per la gestione dei rifiuti urbani generati ogni giorno entro i confini toscani. «Questo impianto – aggiunge Monni – sarà in grado di produrre 12 milioni di metri cubi di gas biologico derivato dal trattamento dei rifiuti organici entro la fine del 2023. È una risposta alla necessità di economia circolare di tutta la regione perché la Toscana oggi esporta 160.000 tonnellate di rifiuto organico. Nel prossimo futuro, grazie a Casa Sartori e ad un impianto analogo nel Comune di Peccioli, diventeremo autosufficienti anche su questo fronte».
In realtà sono molti gli impianti di digestione anaerobica in costruzione se non in procinto di entrare in funzione in Toscana: oltre a quello di Montespertoli e quello di Peccioli (Albe) ce ne sono altri in programma come a Pontedera (Geofor), Rosignano Marittimo (Scapigliato), Massa Carrara (Cermec), Livorno (Asa-Aamps). Saranno utili ad ammodernare la gestione rifiuti, passando dal semplice compostaggio alla digestione anaerobica, oltre a colmare il gap di gestione oggi affidato all’export.
Come riuscirci ed evitare che gli impianti restino solo progetti su carta? Molto passa dalle capacità d’indirizzo politico e in una posizione non pregiudiziale da parte delle comunità locali, che anzi possono trarre benefici sia ambientali sia socioeconomici dalla presenza di impianti industriali legati all’economia circolare.
«Questo impianto dimostra che gli impianti per la gestione del ciclo dei rifiuti possono essere inseriti anche in un contesto paesaggisticamente di pregio come quello di Montespertoli, caratterizzato da vigneti ed oliveti», osserva nel merito il sindaco di Montespertoli, Alessio Mugnai.
Anche per questo la realizzazione delle nuove sezioni impiantistiche procede nel rispetto dei tempi imposti: il cantiere, avviato a fine febbraio con un investimento di oltre 55 milioni di euro da parte di Alia – il gestore interamente pubblico dei servizi d’igiene urbana nell’Ato centro –, vede ad oggi concluse gran parte delle opere civili ed in corso i montaggi delle parti elettromeccaniche delle nuove sezioni impiantistiche, con il superamento del 70% delle opere computate. «L’impianto ci Casa Sartori sarà pronto per settembre», conferma il presidente di Alia Nicola Ciolini.
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