In occasione della Giornata mondiale del suolo è in corso a Bergamo la settima edizione del convegno “Dalla terra alla Terra – Il suolo tra cambiamenti climatici e nuovi stili di vita”, organizzata dal Consorzio italiano compostatori (Cic) in collaborazione con la Fondazione Re Soil.
Un appuntamento che vuole come la sopravvivenza del nostro pianeta dipenda dal prezioso legame tra suolo e acqua, considerando che oltre il 95% del cibo proviene da queste due risorse.
Per quanto riguarda il suolo, in particolare, si stima che contenga tra il 25% e il 35% circa della biodiversità totale, considerando tutti gli organismi viventi, tra cui i microrganismi; tuttavia, a causa dei cambiamenti climatici e delle attività umane, i suoli si stanno degradando, esercitando una pressione eccessiva sulle risorse idriche.
«Considerando che il suolo è una risorsa non rinnovabile, è quanto mai urgente prevedere interventi normativi che supportino enti, imprenditori e associazioni per introdurre pratiche rigenerative atte ad arrestarne il degrado e la perdita di fertilità, riportando la materia organica nel suolo, per renderlo più resiliente e fertile e per contribuire alla decarbonizzazione dell’atmosfera attraverso l’assorbimento di carbonio», spiega la presidente del Cic, Lella Miccolis.
Già oggi il riciclo dei nostri scarti organici ha un ruolo importante nella tutela del suolo e di conseguenza delle risorse idriche. In Italia, nel 2021 sono state trattate 8,3 milioni di tonnellate di rifiuti a matrice organica, di cui 7,3 milioni provenienti dalla raccolta differenziata, che sono state trasformate in 2,1 milioni di tonnellate di compost.
«Un fertilizzante organico che, restituito alla terra – argomenta Massimo Centemero, direttore del Cic – nutre ed alimenta la vita nel suolo e aiuta a contrastare il cambiamento climatico. Si calcola che, nel 2021, il settore del riciclo organico abbia infatti contribuito a stoccare nel terreno circa 600.000 t di sostanza organica, risparmiando 3,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalente/anno rispetto all’avvio in discarica».
Il compost ottenuto da rifiuti organici rappresenta infatti un fertilizzante organico che può essere utilizzato come ammendante in diversi settori, dall’agricoltura di pieno campo all’orticoltura, dalla frutticoltura al florovivaismo, dalla paesaggistica alla manutenzione di parchi e giardini.
L’uso di questo compost comporta benefici in termini di minori emissioni: essendo ricco di elementi nutritivi (azoto, potassio e fosforo), consente di limitare l’utilizzo di fertilizzanti minerali e di sintesi e di pesticidi; inoltre, assicura una migliore lavorabilità del suolo e un minor numero di operazioni, con significativo risparmio di combustibili fossili per la movimentazione delle macchine agricole e l’irrigazione.
Grazie a una maggiore capacità di ritenzione idrica del suolo, diminuisce la necessità di irrigazione con conseguente risparmio della risorsa idrica e infine, grazie a un’efficace modalità di gestione della frazione organica dei rifiuti, impedisce che il carbonio in essa contenuto sia trasformato in CO2 e liberato in atmosfera, venendo in parte mineralizzato e in parte convertito in frazioni più stabili (acidi umici e fulvici).
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