Nell’ambito della kermesse Greenplast, in corso a FieraMilano, Revet e Assorimap – l’associazione dei riciclatori delle materie plastiche – sono tra i protagonisti del convegno internazionale dedicato al riciclo della plastica.

In particolare, l’ad della pontederese Revet – Alessia Scappini – è intervenuta stamani con un intervento dal titolo The role of mechanical recycling towards the circularity for plastics per spiegare gli sviluppi sia del tradizionale riciclo meccanico sia dell’innovativo riciclo chimico, all’interno di una strategia economica volta alla transizione ecologica.

«Il riciclo meccanico della plastica può essere un volano per lo sviluppo sostenibile della filiera, con la promozione di politiche pubbliche per l’aumento del contenuto minimo di plastica riciclata al fine di raggiungere i target europei in materia di economia circolare», argomenta Scappini, che dall’autunno scorso è alla guida di uno dei più importanti hub del riciclo dell’Italia centro-meridionale.

Oggi infatti Revet raccoglie, seleziona e avvia al riciclo le raccolte differenziate degli imballaggi (plastica, vetro, alluminio, acciaio e poliaccoppiati come il tetrapak) di oltre 200 comuni toscani, e soprattutto di oltre l’80% della popolazione regionale.

Si tratta di una società con una capacità complessiva di trattamento dei rifiuti pari a 360mila tonnellate annue, che non si limita all’avvio a riciclo ma ricicla direttamente la componente poliolefinica degli imballaggi di plastica più difficili da gestire, quel plasmix – gli imballaggi misti di plastica eterogenea, che non sono né bottiglie né flaconi, che incidono per quasi la metà della raccolta differenziata della plastica – che a Pontedera viene trasformata in granuli adatti alla stampa ad iniezione di qualsiasi manufatto.

E per riuscire a valorizzare anche la parte meno nobile del plasmix, Revet sta ora collaborando alle progettualità in corso per dare vita in Toscana a distretti circolari verdi basati sul riciclo chimico.

Si tratta di scommettere sull’evoluzione di un comparto che in Italia vanta già punte d’eccellenza, ma che ha ancora molto da migliorare sul fronte del riciclo effettivo della plastica. Progressi che porterebbero a vantaggi sotto il profilo non solo ambientale, ma anche socioeconomica come mostra l’esperienza di Assorimap, ovvero l’associazione che rappresenta le aziende che riciclano e rigenerano le materie plastiche pre e post consumo (pari al 90% dell’intera quantità prodotta al livello nazionale): l’associazione rappresenta infatti un comparto dell’economia circolare che conta 300 aziende sul territorio nazionale e circa 10.000 addetti, con una capacità installata di riciclo pari a 1.800.000 tonnellate all’anno.

«Il riciclo meccanico della plastica si configura come strumento fondamentale per ridurre il consumo di materie prime e promuovere uno sviluppo più sostenibile. Il Governo deve porre il riciclo delle materie al centro della transizione ecologica e rifuggire da visioni massimaliste che invocano un mondo plastic free nell’immediato – spiega il presidente di Assorimap, Walter Regis –  Bisogna invece, promuovere una maggiore circolarità della materia, aumentando i tassi di riciclo. Per ogni tonnellata di materia plastica riciclata si risparmiano 1,9 tonnellate di petrolio, si riducono le emissioni di CO2 di 1,4 di tonnellate, nonché quantità ingenti di energia elettrica».

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