Secondo le stime recentemente elaborate da Utilitalia, a livello nazionale il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura – che rappresenterebbe un’efficace strategia di risparmio idrico, contro i rischi indotti dalla siccità – è largamente inutilizzato: a fronte di un potenziale enorme, pari a 9 miliardi di metri cubi all’anno, solo il 5% (475 milioni di metri cubi) viene effettivamente sfruttato.
Eppure esistono già case history d’eccellenza che documentano i risultati che potremmo ottenere colmando questo gap.
Tra questi spiccano i risultati del progetto Value Ce In, coordinato dall’Enea, che nell’arco di due anni ha messo a punto un sistema innovativo prototipale per il riuso delle acque depurate destinate all’irrigazione di peschi e pomodori, sperimentato con successo presso il depuratore Hera di Cesena.
Come spiegano dall’Enea i dati generali della sperimentazione, particolarmente importanti in un momento di carenza della risorsa idrica come quello attuale, sono molto promettenti con la potenziale possibilità di soddisfare fino al 70% del fabbisogno idrico regionale.
Inoltre, grazie all’utilizzo delle acque reflue depurate che, a differenza dell’acqua di rete, contengono già alcune sostanze nutritive necessarie per la crescita delle piante, si ottiene un risparmio del 32% di azoto e dell’8% di fosforo – nutrienti che si trovano in concentrazioni limitate nei reflui depurati, in conformità con i limiti di scarico – e un risparmio del 98% misurato sul potassio (sostanza per la quale non vige alcun limite allo scarico), riducendo così di circa il 30% anche i costi per i concimi.
«Questa sperimentazione, finalizzata a migliorare il recupero delle acque depurate – spiega Susanna Zucchelli, direttore Acqua di Hera – si inserisce perfettamente nell’ottica di un sistema di economia circolare, attraverso il riutilizzo della risorsa idrica. La depurazione delle acque reflue, che già di per sé rappresenta un’azione di recupero e di salvaguardia ambientale, viene ulteriormente valorizzata attraverso il loro riuso, con le caratteristiche proprie di queste acque, canalizzandole direttamente nel campo sperimentale allestito presso l’impianto di via Calcinaro, con la prospettiva di generare in futuro un positivo impatto ambientale, sociale ed economico per il territorio cesenate».
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