Niente più mascherine per le strade, ma più arredo urbano e meno inquinamento. A Sintra, in Portogallo, una nuova iniziativa vuole così trasformare le migliaia di mascherine gettate via per creare tavoli, vasi, decorazioni e molto altro da restituire alla città, solo in forma diversa.

Questo l’intento del Projeto de Valorização e Reciclagem de Têxteis e Máscaras presentato alla Câmara Municipal de Sintra e reso possibile da Sintra Smas, azienda di gestione delle risorse idriche e del drenaggio delle acque reflue in Portogallo e dalla piattaforma To Be Green.

Il progetto pilota, lanciato a inizio anno, punta a recuperare anche gli indumenti usati e in buono stato che possono essere donati alle persone in difficoltà invece che finire nella pattumiera Si stima che per colpa del fast fashion stiamo buttando il 811% in più di vestiti rispetto al 1960.

L’obiettivo è dare una nuova vita a 360° ai rifiuti tessili, di cui la stragrande maggioranza è rappresentata per l’appunto dalle mascherine facciali, e ridurre il loro impatto ambientale a partire dallo smaltimento.

Anche in altri città portoghesi, come ad esempio a Guimarães, l’azienda To Be Green ha disposto dei bidoni per la raccolta e il recupero delle mascherine monouso.

La plastica che costituisce le mascherine in commercio può essere infatti trasformata in appositi impianti e centri di stoccaggio in un polimero durevole, resistente e molto versatile. Si tratta di una nuova frontiera per quello che è diventato il rifiuto che più si trova nell’ambiente, superando persino le buste di plastica.

In ogni loro forma, colore o dimensione, le mascherine facciali sono un vero e proprio flagello per l’ecosistema. Nessuno poteva immaginare prima dello scoppio della pandemia di Covid-19 il peso che queste avrebbero avuto sull’ambiente.

Oggi nonostante i reclami e gli appelli delle principali associazioni ambientaliste, le protezioni facciali continuano a venir disperse in ogni angolo della Terra. Si trovano ovunque, persino nei siti di nidificazione degli uccelli, i cui nidi sono fatti di mascherine e altri rifiuti plastici.

Interventi come quello di Sintra sono un esempio virtuoso più che mai in vista della direttiva Ue sulla raccolta differenziata dei rifiuti tessili, in vigore negli Stati Comunitari dal 2025.

Fonte: To Be Green

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