Boe, reti da pesca, bottiglie, sacchetti: i nostri mari e oceani sono un concentrato di rifiuti di plastica, che stanno soffocando pesci e altre creature marine. Riuscire a rimuoverli è un’impresa ardua, ma c’è un’organizzazione no-profit che ci sta riuscendo con risultati straordinari. Stiamo parlando di The Ocean Cleanup, fondata nel 2013 dal giovane imprenditore olandese Boyan Slat, che ha progettato delle enormi barriere a forma di U che catturano una mole impressionante di immondizia sia dagli oceani che dai corsi d’acqua.

Soltanto nel corso degli ultimi due anni gli attivisti sono riusciti a rimuovere ben 282.787 chili di spazzatura dal Great Pacific Garbage Patch, l’isola di plastica galleggiante più grande del mondo (la sua estensione supera tre volte quella della Francia!) che si trova nelle acque del Pacifico. Tutto questo è avvenuto grazie a una tecnologia dal nome System 002 (affettuosamente chiamata Jenny), che – dopo aver svolto un lodevole servizio – qualche giorno fa è andata ufficialmente in “pensione”. A sostituirla System 003, una mastodontica barriera fatta di rete, ancora più all’avanguardia.

System 003: come funziona la nuova barriera cattura-plastica

Il nuovo sistema sviluppato da The Ocean Cleanup è circa 3 volte più grande della precedente tecnologia System 002. Di seguito un confronto delle dimensioni dei due sistemi:

@The Ocean Cleanup

 

Come spiegano i suoi artefici, la sofisticata barriera è in grado di ripulire l’area di un campo di calcio ogni cinque secondi.

Il sistema è costituito da una barriera galleggiante lunga circa 2,2 km, che viene trainata da due navi. Il suo funzionamento è abbastanza semplice: le reti raccolgono detriti e rifiuti e li incanalano in una ampia “zona di ritenzione”; una volta raccolti e tirati fuori dall’oceano, questi vengono poi trasferiti in appositi container e trasportati sulla terraferma per essere riciclati.

Oltre ad avere dimensioni decisamente maggiori rispetto al System 002, la tecnologia appena inaugurata si distingue per l’attenzione nei confronti dalla fauna marina. I suoi sviluppatori hanno lavorato a lungo per evitare che pesci, tartarughe ed altri animali vengano scambiati per rifiuti e pescati dal macchinario.

La principale novità aggiunta alle misure di mitigazione del Sistema 03 è ciò che chiamiamo MASH: il portello di sicurezza per animali marini.  – spiega la fondazione The Ocean Cleanup – Si trova all’interno della “zona di ritenzione”, monitorata da telecamere subacquee. Se un animale viene individuato nella zona di ritenzione, il MASH viene attivato, bloccando qualsiasi ulteriore ingresso e aprendo allo stesso tempo un portello di uscita e per fornire all’animale un percorso libero da cui uscire. Questo meccanismo significa anche che possiamo garantire che tutti gli animali escano dalla zona di detenzione senza sacrificare un intero carico di plastica, migliorando ulteriormente la nostra efficienza.

Leggi anche: Pacific Garbage Patch: scoperto da dove provengono i rifiuti dell’isola di plastica più grande del mondo

Lo scorso agosto vi abbiamo raccontato della maxi operazione portata avanti da The Ocean Cleanup, durante la quale sono stati catturati 11.353 chili di plastica dal Great Pacific Garbage Patch.

Adesso quel record è stato già superato, dato che durante il primo viaggio del macchinario System 003 sono stati raccolti ben 46.000 chili di immondizia, sempre dalle acque del Pacifico.

Quel progetto nato una decina di anni fa dalla mente di Boyan Slat sembrava quasi un’utopia a tanti, eppure oggi possiamo dire che le enormi barriere cattura-rifiuti stanno facendo davvero la differenza per l’ambiente…

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Fonte: The Ocean Cleanup

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