ARPAT inizialmente è stata molto cauta non conoscendo la natura del materiale impiegato e neppure come si comportasse nel sottosuolo e soprattutto se fosse in grado di rilasciare inquinanti nell’ambiente venendo a contatto, ad esempio, con l’acqua. Ora, possiamo fornire un primo quadro dei risultati dei monitoraggi realizzati dal personale dell’Agenzia sulle acque sotterranee, superficiali e su suolo e sottosuolo nell’arco di poco più di un anno di attività: da giugno 2021 a luglio 2022.

Le informazioni ambientali frutto dell’attività di monitoraggio fanno emergere un quadro non certo e neppure definitivo ma che, al momento, ci permette di affermare l’assenza di contaminazione nelle acque sotterranee e superficiali attribuibile all’utilizzo di aggregati riciclati contenenti KEU impiegati nei cantieri del lotto V della strada regionale toscana 429.

Entriamo nel dettaglio: partendo dalle acque sotterranee, i pozzi privati monitorati sono 12 e da giugno 2021 a luglio 2022 sono state realizzate 4 campagne di campionamento. I risultati dei campionamenti hanno evidenziato come i valori di cromo e antimonio, considerati indicatori del potenziale impatto legato alla presenza di materiale riciclato contenente KEU, sono sempre risultati inferiori alle soglie di contaminazione previste dal Testo Unico Ambientale.

Per quanto riguarda, invece, il monitoraggio delle acque superficiali, il personale dell’Agenzia ha effettuato prelievi in piccoli fossi campestri che corrono lungo la strada 429 sia in direzione nord che sud. Le campagne di monitoraggio sono state sinora due a causa della scarsa piovosità del periodo.

Dai risultati dei campioni prelevati non emergono particolari problematiche riconducibili ad una possibile contaminazione delle acque superficiali attribuibile alla presenza di aggregato riciclato contenente KEU. É stata rilevata la presenza di solfati, che non è correlabile con il materiale in questione.

Per quanto attiene ai campioni di suolo e sottosuolo, il nostro personale ha effettuato sondaggi sia al piede del rilevato, ovvero sulla scarpata a fianco della strada che sul corpo del rilevato. I campioni prelevati sono stati suddivisi in due diverse tipologie, la prima composta da aggregato riciclato contenente KEU mentre la seconda da terreno naturale.

Sono state effettuate le analisi sui materiali contenenti KEU di suolo e sottosuolo per valutare la capacità di cessione: dai risultati è emerso che tutti i campioni di aggregato riciclato contenente KEU sono classificabili come rifiuti non pericolosi. Sono state effettuate, poi, le analisi anche dei campioni di solo terreno naturale, tenendo conto dei parametri normativi contenuti nel Testo Unico Ambientale, ed è emersa l’assenza di superamenti dei limiti previsti per la concentrazione soglia contaminazione (CSC).

Parallelamente il Commissario straordinario per il completamento della strada 429 ha effettuato alcuni sondaggi sul manto stradale nella zona interessata dalla presenza dell’aggregato riciclato contenente KEU per determinare la permeabilità dell’asfalto. I risultati sono stati condivisi con ARPAT ed è emerso che i pacchetti di asfalti costituenti il manto stradale sono sostanzialmente impermeabili.

Questa è la situazione complessa che emerge dai monitoraggi condotti dal personale ARPAT nell’arco di un anno: si tratta di un quadro che dimostra, allo stato attuale, che i potenziali contaminanti presenti nell’aggregato riciclato contenente KEU non sono stati veicolati nei comparti di suolo, sottosuolo e falda.

Non si tratta di una situazione definitiva dato che potrebbero manifestarsi mutamenti nel medio – lungo periodo anche determinati, ad esempio, da carenze di manutenzione del manto stradale o da altri elementi, al momento non conosciuti, ma che potrebbero emergere dagli studi scientifici che sta compiendo il Dipartimento di scienze della Terra dell’Università di Pisa su incarico di ARPAT e Regione Toscana.

Il quadro descritto è attualmente garantito sia dalla messa in sicurezza di emergenza effettuata alcuni mesi fa mediante impermeabilizzazione del fianco del rilevato stradale, nel tratto del cavalcaferrovia con materiali contenente KEU, sia dal manto di asfalto che è risultato impermeabile. Quanto descritto ha impedito, nel complesso, la percolazione delle acque piovane e la conseguente veicolazione degli inquinanti.

In prospettiva, la società incaricata della predisposizione del piano di caratterizzazione, progettazione, bonifica e messa in sicurezza finale, ha a disposizione – perché reso pubblico dall’Agenzia – un set di dati e informazioni molto significativi e può lavorare potendo contare sulla messa in sicurezza mediante impermeabilizzazione e su un sistema di monitoraggio, che garantiscono – almeno nell’immediato – la non contaminazione di suolo, sottosuolo e falda.

L’Agenzia sta proseguendo – coerentemente con la missione istituzionale – insieme al Dipartimento di scienze della Terra dell’Università di Pisa, la propria attività di studio e ricerca del comportamento del materiale aggregato riciclato contenente KEU, nelle varie situazioni ambientali in cui può essere stato collocato, utilizzando tecniche e strumentazioni all’avanguardia nel campo della ricerca scientifica.

Questo al fine di poter andare oltre le semplici risultanze delle analisi obbligatorie per legge e simularne il comportamento in microambienti naturali più o meno aggressivi. Ad oggi, le attività svolte hanno avuto come obiettivo: lo studio della distribuzione delle diverse forme di cromo presenti nel KEU e nello stabilizzato; il comportamento dei materiali nel tempo attraverso esperimenti in camere di invecchiamento; l’impatto in ambiente tramite esperimenti di microcosmo, ancora in corso, che hanno dato i risultati in parte descritti.

di Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat)

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