Dopo Mai più Chernobyl (1996) e Ti ricordi Chernobyl? (2006), Lucia Venturi torna in libreria dal 1 ottobre con La menzogna nucleare – Storia di una battaglia infinita, ripercorrendo i motivi per cui l’opzione atomica non è contemplabile per il futuro sostenibile dell’energia in Italia.

«Non dovremmo perdere altro tempo in un dibattito sul nucleare sempre uguale a sé stesso e che, alla fine, porta solo a rinviare le scelte sulle rinnovabili, che invece dovremmo adottare subito», spiega l’autrice.

Biologa, giornalista ed esperta di comunicazione ambientale – anche per greenreport, con cui ha maturato intensi anni di collaborazione –, Venturi ha ricoperto dal 1994 al 2006 il ruolo di responsabile scientifico nazionale per Legambiente, per poi approdare in anni recenti alla presidenza del Parco regionale della Maremma, mentre da poche settimane è la nuova direttrice generale della fondazione Bioparco di Roma.

Un curriculum ambientalista di grande rilievo, che parte proprio dall’impegno contro l’impiego dell’energia nucleare in Italia, bocciato tramite referendum per ben due volte – nel 1987 e nel 2011 – grazie anche all’impegno del Cigno verde.

Eppure la fascinazione per l’atomo viene carsicamente riproposta ogniqualvolta la destra si ripresenta al Governo, compresa ovviamente l’estrema destra rappresentata dall’esecutivo Meloni.

Non a caso il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, mentre le rinnovabili avanzano a passo di lumaca a causa di iter autorizzativi elefantiaci, la scorsa settimana ha lanciato una non meglio definita “Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile”, che ad oggi rappresenta di fatto un ossimoro.

Non solo per quanto riguarda la sostenibilità ambientale della tecnologia nucleare, ma anche per quella sociale ed economica. Basti osservare che a  livello europeo la sola gestione dei rifiuti radioattivi presenta costi stimati nel 2019 dalla Commissione Ue in 422-566 miliardi di euro (mentre il luogo dove costruire il Deposito nazionale italiano per i rifiuti radioattivi è in sospeso dal 2015).

Come riassunto dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, ad oggi «chiunque voglia costruire nuove centrali impiegherebbe 15 anni e dovrebbe spendere dai 15 ai 20 miliardi di euro per unità». Ovvero impiegando tempi e costi esorbitanti rispetto a quelli richiesti dalle fonti rinnovabili.

Un punto su cui insiste anche Nicola Armaroli, analista energetico del Cnr, interpellato da Nature Italy proprio in merito alla nuova apertura del Governo italiano al nucleare: «Il tempo è un fattore chiave nella transizione energetica. Non abbiamo tempo per aspettare il nucleare tra 20 anni. Per quella data dovremo aver completato la decarbonizzazione del settore elettrico, e le rinnovabili sono meno costose, più socialmente accettabili e più fattibili».

Tutti temi che Venturi esplora con rigore scientifico ma con approccio divulgativo, in modo da renderli accessibili al grande pubblico. Un’opera meritoria di informazione ambientale, che inaugura la collana Facciamo ECO dell’editore toscano Intermezzi Editore, diretta da due pesi massimi dell’ambientalismo italiano come Annalisa Corrado e Rossella Muroni, a loro volta fresche autrici di Nessi e connessi, un prezioso volumetto volto a spiegare i legami dell’ambientalismo con la vita quotidiana di ognuno.

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