Le microplastiche sono un inquinante presente ormai ovunque, dall’acqua che beviamo all’aria che respiriamo, tant’è che sono state rilevate ormai anche nel sangue e nel cervello umano.
Per contribuire a far fronte a questa piaga, la fondazione Cariplo ha lanciato il progetto ProPla (Proteins from plastics), che si propone di convertire le microplastiche disperse nell’acqua a base di Pet – quali polietilene tereftalato, la classica plastica delle bottiglie “monouso” – in amminoacidi.
Il team è coordinato da Loredano Pollegioni dell’Università dell’Insubria, e comprende ricercatori dell’Università degli Studi di Milano e dell’Università di Milano Bicocca, oltre che dell’Istituto di ricerca sulle acque del Cnr.
Come spiega proprio il Cnr, nell’ambito del progetto ProPla verrà generato un ceppo batterico in grado di convertire il microPet in amminoacidi (molecole biologiche cruciali per l’alimentazione e l’industria). Come approccio complementare, il microbiota intestinale delle larve di mosca soldato nera, insetti molto utilizzati nella bioconversione di scarti e rifiuti organici, sarà condizionato con il ceppo batterico ricombinante ingegnerizzato per migliorare la loro capacità intrinseca di (bio)trasformare il microPet e generare così valore dalla biomassa dell’insetto, ricca in proteine, lipidi e chitina.
«L’approccio a doppio livello favorirà l’impatto di ProPla sulla riduzione degli effetti negativi sull’ambiente e sulla salute pubblica generati da pratiche di smaltimento indiscriminate e inappropriate», sottolineano dal Cnr.
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