Da oltre un decennio, gli scienziati si chiedono se la Terra sia entrata in una nuova epoca geologica, l’Antropocene, segnata dal profondo impatto che gli esseri umani hanno avuto sul pianeta. Ora un comitato di esperti convocato dall’International Union of Geological Sciences (IUGS) ha deciso che questo non è ancora avvenuto. E Science ha autorevolmente confermato una voce che circolava già da qualche giorno: «Un gruppo di due dozzine di geologi ha respinto una proposta per porre fine all’Olocene – l’attuale arco di tempo geologico, iniziato 11.700 anni fa alla fine dell’ultima era glaciale – e inaugurare una nuova epoca, l’Antropocene».

E’ stata respinta quindi la convinzione diffusa tra molti scienziati e fatta propria dall’Anthropocene Working Group (AWG)  che, a partire dagli anni ’50, bruciando combustibili fossili, spargendo fertilizzanti, facendo esplodere bombe nucleari e rimodellando il pianeta, gli esseri umani hanno lasciato un’impronta indelebile nella documentazione geologica, segnando un’epoca in cui l’influenza dell’umanità sul pianeta sarebbe diventata travolgente.

La notizia della bocciatura è stata fatta trapelare dal New York Times che ha pubblicato un documento interno dell’IUGS. L’AWG aveva suggerito che l’Antropocene fosse già iniziato a metà del XX secolo, quando iniziarono i test sulle armi nucleari e l’utilizzo massiccio dei combustibili fossili. Ma il comitato che ha esaminato la proposta ha contestato questa data di inizio perché non terrebbe conto dell’impatto precedente degli esseri umani durante, ad esempio, lo sviluppo dell’agricoltura o l’inizio della rivoluzione industriale.

I risultati potrebbero ancora essere contestati o appellati ma, come fa notare Yale Environment360, «La questione se e quando sia iniziato l’Antropocene è così spinosa che alcuni scienziati preferirebbero caratterizzare questo periodo come un “evento” piuttosto che come un’“epoca”. Gli eventi non hanno date di inizio fisse e non si riflettono nella cronologia geologica ufficiale».

Philip Gibbard, geologo dell’Università di Cambridge, membro del comitato e segretario generale della International Commission on Stratigraphy (ICS), l’organismo che governa la scala temporale geologica, ha detto a Science che «La decisione è definitiva. Non ci sono questioni in sospeso da risolvere. Caso chiuso».

Ma gli scienziati dell’AWG non sono ancora pronti ad ammettere la sconfitta e fanno notare che in realtà si è trattata di una decisione molto sofferta: 12 dei 18 membri della sottocommissione hanno votato contro la proposta, un risultato che è trapelato alla stampa senza l’approvazione del presidente della commissione. Colin Waters, geologo dell’università di Leicester e presidente dell’AWG, sottolinea che «Rimangono diverse questioni che devono essere risolte riguardo alla validità del voto e alle circostanze che lo circondano».

Inoltre, anche molti di coloro che si oppongono alla proposta dell’Antropocene mettono in dubbio l’enorme impatto che l’influenza antropica, compreso il cambiamento climatico, sta avendo sul pianeta. Ma alcuni ritengono che il marcatore dell’epoca proposto – circa 10 centimetri di fango del lago Crawford in Canada che cattura l’impennata globale del consumo di combustibili fossili, dell’uso di fertilizzanti e della ricaduta della bomba atomica iniziata negli anni ’50 – non sia sufficientemente definitivo.

“L’epoca dell’Antropocene non è mai stata abbastanza profonda per comprendere la trasformazione umana di questo pianeta”, afferma Erle Ellis, geografo dell’università del Maryland che nel 2023 si è dimesso dall’AWG spiega che lo ha fatto perché «Ero convinto che questa proposta definisse l’Antropocene in modo così ristretto da danneggiare una più ampia comprensione scientifica e pubblica. Legando l’inizio dell’era umana a un evento così recente e devastante – il fallout nucleare – questa proposta rischiava di seminare confusione sulla storia profonda di come gli esseri umani stanno trasformando la Terra, dai cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità all’inquinamento dovuto alla plastica e alla deforestazione tropicale».

Dicversi oppositori accusano l’AWG di aver fatto troppi annunci alla stampa per anni ma di essere stato troppo lento a presentare una proposta alla sottocommissione. Stanley Finney, stratigrafo della California State University di Long Beach e a capo dell’ IUGS, è abbastanza sprezzante: «L’epoca dell’Antropocene è stata pubblicizzata fin dall’inizio dai media, una spinta pubblicitaria. Fin dall’inizio l’AWG è stata determinata a garantire una categorizzazione “epocale” e ha ignorato o contrastato le proposte per una designazione meno formale dell’Antropocene. Se solo avessero presentato prima la loro proposta formale, avrebbero potuto evitare di perdere molto tempo. Sarebbe stato rifiutato 10 anni prima se non avessero evitato di presentarlo alla comunità stratigrafica per un’attenta considerazione».

In controluce si leggono l’asprezza e le reciproche ripicche di un dibattito scientifico che non finisce certo con questa “sentenza”.

Come ricorda Science, «I sostenitori dell’Antropocene dovranno ora attendere un decennio prima che la loro proposta possa essere nuovamente presa in considerazione. L’ICS ha istituito da tempo questo periodo di raffreddamento obbligatorio, dato che i dibattiti furiosi possono volgersi, ad esempio, sul confine tra Pliocene e Pleistocene, e se il Quaternario – il nostro attuale periodo geologico, una categoria al di sopra delle epoche – debba esistere o meno».

Ma anche  se non è stato formalmente riconosciuto dai geologi, l’Antropocene è un concetto ormai diventato popolare e che ormai fa parte dell’arte, è nel nome di riviste scientifiche e per spiegarlo sono stati scritti già molti libri. E Gibbard, Ellis e altri hanno dicono che potrebbe rimanere un termine geologico informale, l’“evento dell’Antropocene”, come il Grande Evento di Ossigenazione, nel quale i cianobatteri inondarono l’atmosfera di ossigeno miliardi di anni fa, l’Antropocene segna un’enorme transizione, ma senza una data precisa. Ellis tende una mano all’AWG: «Lavoriamo insieme per garantire la creazione di un evento Antropocene molto più profondo e inclusivo.

Waters conclude assicurando che lui e i suoi colleghi dell’AWG continueranno a insistere sul fatto che «l’Antropocene merita di essere riconosciuto nella scala temporale geologica, anche se questo sostegno dovrà continuare in modo informale. Anche se di piccole dimensioni, gli strati dell’Antropocene, come i 10 centimetri di fango del lago, sono distinti e possono essere tracciati utilizzando più di 100 segnali geochimici durevoli. E non è possibile tornare indietro al punto in cui si trovava il pianeta 100 anni fa. I cambiamenti del sistema Terra che segnano l’Antropocene sono collettivamente irreversibili».

 

L’articolo L’Antropocene non è ancora iniziato… ma è in corso sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.