L’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, l’ente pubblico e indipendente che rappresenta un presidio imprescindibile per uno sviluppo realmente sostenibile sul territorio regionale, ha in disponibilità un organico in diminuzione e in progressivo invecchiamento, come emerge dalla seduta del Consiglio regionale che ha appena approvato il bilancio 2021 dell’Arpat.
Come ha spiegato la presidente della commissione Territorio e ambiente Lucia de Robertis (Pd), Arpat registra un valore della produzione di quasi 53 mln di euro (-2,9% sul 2020) – i soli contributi della Regione per il suo funzionamento si attestano ad oltre 46 milioni di euro – a fronte di costi di produzione che superano i 49 mln di euro (+2,4%), da cui deriva un utile di esercizio pari a 3,415 mln di euro (-44%).
In ottemperanza alle disposizioni vigenti, il 20% dell’utile è destinato a riserva legale, mentre l’80% è da restituire alla Regione Toscana. Solo una piccola parte di questo (circa 400 mila euro) viene mantenuto nelle disponibilità dell’Agenzia per il potenziamento delle attrezzature di laboratorio e delle dotazioni informatiche.
Sul fronte occupazionale, i dipendenti risultano essere 628 (a fronte dei 644 dell’anno precedente), di cui 52 dirigenti. De Robertis nel merito ha sottolineato come «siano emerse criticità sul personale, non solo perché ci sono state 16 cessazioni, ma perché ormai il 71% dei dipendenti di Arpat ha più di 50 anni e quindi non può svolgere al meglio alcuni tipi di attività».
Nel merito Alessandro Capecchi (FdI) ha riportato come lo stesso direttore di Arpat abbia dichiarato in Commissione che l’Agenzia non ce la fa a fare tutto quello che dovrebbe fare: «Da tutti i dati forniti risulta chiaro che l’attività di Arpat è in calo rispetto al 2016, e la colpa non può essere solo della pandemia – ha detto Capecchi – Non esista una programmazione seria dell’attività dell’Agenzia. Arpat dovrebbe dotarsi di un piano per la qualità delle prestazioni, ma gli obiettivi sono stati trasformati in obiettivi strategici, molto generici, mentre invece dovrebbero essere talmente chiari da essere immediatamente controllabili».
Anche Massimiliano Baldini (Lega) ha sottolineato come risulti «evidente una larga e seria contrazione delle attività di controllo svolte da Arpat. Siamo di fronte a un problema importante. Poteva essere fatto molto di più sui controlli, tante situazioni potevano e potrebbero essere prevenute».
In questo contesto il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno, collegato alla delibera, presentato da numerosi consiglieri Pd e che vede come prima firmataria Lucia de Robertis: l’atto impegna la Giunta regionale a «confrontarsi con Arpat, alla luce degli investimenti correlati all’attuazione del Pnrr e dei controlli necessari per la corretta realizzazione delle opere ad esso connesse. Un confronto oltre che per un sempre più efficace svolgimento delle attività ordinarie dell’Agenzia e di quelle collegate alle emergenze straordinarie, a partire dalle operazioni inerenti il keu, finalizzato a valutare un potenziamento del personale, con particolare riferimento alle funzioni di ispezioni ambientali e sopralluoghi, tenuto conto dell’intervenuto progressivo aumento dell’età media dei dipendenti e della difficile compatibilità fra questa e lo svolgimento di tali attività di verifica».
L’articolo L’Arpat sta invecchiando sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.