I Paesi che compongono l’alleanza trilaterale AUKUS – Australia, Stati Uniti e Regno Unito – si sono incontrati a San Diego, in California, dove hanno approvato la vendita di sottomarini a propulsione nuclere statunitensi all’Australia. Inoltre, il primo ministro laburista australiano, Anthony Albanese, ha confermato che il suo Paese costruirà una propria flotta di sottomarini nucleari, che saranno operativi all’inizio degli anni 2040. Un accordo che vale miliardi di dollari e che vedrà l’Australia diventare la settima nazione con sottomarini a propulsione nucleare nel suo arsenale militare. L’accordo nucleare AUKUS è stato presentato come risposta alle preoccupazioni occidentali sull’espansione militare della Cina nella regione indo-pacifica. Pechino ha criticato l’accordo sui sottomarini nucleari accusando Usa, Australie<a e Regnio Unito di violare le norme accettate di non proliferazione nucleare».
Lo stato scelto per produrre i sottomarini nucleari made in Australia è il South Australia e secondodo Susan Close, la premier ad interim e ministro dell’ambiente del South Australia (ex attivista di Greenpeace), «E’ un’ottima notizia per il breve termine nel South Australia. È una notizia enorme per il medio termine. E a lungo termine, è una notizia rivoluzionaria per la gente del nostro Stato (…) Primo, quest’anno inizia la costruzione dei nuovi cantieri navali che saranno necessari per costruire i sottomarini del futuro. Il Commonwealth ha annunciato che saranno necessari 4.000 lavoratori per costruire i cantieri sottomarini a Osborne. Ora mettiamolo in un po’ nel contesto: 4.000 lavoratori sono quasi il triplo dei lavoratori che lavoravano alla Holden quando ha chiuso. Sono stati annunciati 2 miliardi di dollari da spendere nei prossimi quattro anni a Osborne per costruire i cantieri di costruzione dei sottomarini. Ancora una volta, mettiamolo nel contesto. Il governo federale ha annunciato una spesa che è in gran parte equivalente alla costruzione di una nuovissima urbanizzazione tipo Royal Adelaide Hospital di nuovo a Osborne. Un impegno massiccio. Quindi, ovviamente, sappiamo che, partendo da lì, le cifre potrenno solo aumentare. Ovviamente non ci sono solo i numeri del lavoro, ma ciò che conta, penso, più di ogni altra cosa, e questa è l’opportunità di elevare notevolmente la base di competenze qui nel South Australia. E per dirla in termini più consequenziali per la gente del nostro Stato, non stiamo parlando di enormi quantità di posti di lavoro. Stiamo parlando di enormi quantità di posti di lavoro con competenze di gran lunga superiori. Competenze più elevate significano più sicurezza del lavoro e anche una migliore remunerazione, e ciò significa un migliore tenore di vita per migliaia, su migliaia di famiglie in tutto il nostro Stato. Questa è davvero un’impresa che cambia lo Stato e accadrà qui nel South Australia e ci preparerà per decenni, decenni a venire».
Ma anche il governo laburista della Western Australia ha esultato patriotticamente e ha sottolineato che «Sarà in prima linea nell’AUKUS Pathway australiano, continuando la sua orgogliosa tradizione di patria dei sottomarini australiani. Questa impresa multigenerazionale per l’acquisizione e la gestione di sottomarini sovrani a propulsione nucleare e armati in modo convenzionale porterà vantaggi significativi per l’occupazione e l’economia nella Western Australia. Nel prossimo decennio, il governo australiano investirà fino a 8 miliardi di dollari per espandere HMAS Stirling , creando circa 3.000 posti di lavoro diretti. E’ importante sottolineare che questo lavoro inizia subito, con i benefici che continueranno per i decenni a venire. A partire da quest’anno, l’Australia occidentale riceverà visite portuali più frequenti da parte dei sottomarini a propulsione nucleare degli Stati Uniti, seguiti da quelli del Regno Unito dal 2026. Questo rafforzerà ulteriormente l’esperienza dell’Australia con i SSN nella Western Australia. Già nel 2027, HMAS Stirling ospiterà la presenza a rotazione di sottomarini a propulsione nucleare del Regno Unito e degli Stati Uniti. Questa iniziativa, nota come “Submarine Rotational Force-West” (SRF-West), svilupperà la capacità dell’Australia di operare, mantenere e gestire in sicurezza i nostri futuri SSN dispiegando il nostro personale della Marina su navi britanniche e statunitensi in visita dove faranno esperienza in mare con la propulsione nucleare navale. Dall’inizio degli anni 2030 HMAS Stirling ospiterà la prima capacità SSN sovrana dell’Australia: i sottomarini di classe Virginia degli Stati Uniti. Supportare quella che sarà la più grande acquisizione di capacità nella nostra storia richiederà investimenti record».
Un entusiasmo “industrialista” che non convince per niente David Ritter, amministratore delegato di Greenpeace Australia Pacific, che denuncia: «La decisione di spendere una somma di denaro così sorprendente per queste armi da guerra rappresenta un incredibile passo falso e non è nell’interesse nazionale dell’Australia. Questa è la decisione sbagliata al momento sbagliato per le ragioni sbagliate. Vi immaginate fino a che punto potrebbero portarci quei miliardi di dollari per fermare l’inquinamento climatico, ripristinare i nostri preziosi ecosistemi o sostenere la salute pubblica, l’istruzione e il benessere? Mentre questi mille miliardi vengono spesi in sottomarini nucleari, nelle città australiane i sopravvissuti del cambiamento climatico sono ancora senzatetto; la nostra preziosa fauna selvatica rischia l’estinzione per mancanza di finanziamenti adeguati e il nostro sistema energetico ha bisogno di investimenti per garantire la trasformazione dell’energia pulita a una velocità e a una scala di emergenza. Questi miliardi potrebbero andare alle famiglie, per aiutare gli australiani comuni a elettrificare le loro case, costruire un posto più sicuro per i nostri figli e ridurre le nostre bollette energetiche, invece che ai produttori di armi d’oltremare».
Poi Ritter mette il dito in una piaga che sembra far molto male alla politica australiana e in particolare ai laburisti: «Questo accordo rischia di trasformare l’Australia in una discarica nucleare e di metterci sulla strada di una proliferazione di tecnologia e scorie nucleari nella nostra regione. Le generazioni a venire saranno costrette a convivere con – e ripulire – il caos».
Infatti, I termini dell’accordo stabiliscono che il governo australiano sarà responsabile dello smaltimento delle scorie nucleari prodotte dai sottomarini e questo ha aperto un nuovo fronte politico per i vari leader degli Stati/provincie australiani, Il premier laburista dello Stato di Victoria, Daniel Andrews, ha detto all’ Australian Broadcasting Corporation (ABC) «Penso che i rifiuti possano andare dove stanno andando tutti i posti di lavoro. Non penso che sia irragionevole, vero?»
Lo stesso premier della Wa western Australia, il laburista Mark McGowan, che vuole prendersi i sottomarini e i lavori infrastrutturali nei suoi porti, ha subito detto che però le scorie nucleari non sono le benvenute nel suo Stato, unendosi ad Andrews nel suggerire il South Australia come il luogo più appropriato.
La Close ha risposto ai sui colleghi laburisti che la decisione di dove fare il deposito delle scorie nucleari dei sottomarini «Dovrebbe essere dettata dalla scienza e non da leader statali che cercano di spostare oltre confine scorie nucleari che non esistono ancora».
Una decisione definitiva sull’ubicazione del sito non è prevista per altri 12 mesi e il sito che verrà eventualmente selezionato non verrà utilizzato almeno fino al 2055 circa.
Ritter di Greenpeace conclude: «Perché non c’è stata una seria consultazione pubblica sulla decisione di avere sottomarini a propulsione nucleare? L’opinione pubblica australiana nutre profonde preoccupazioni per l’energia nucleare, e a ragione. Proprio il mese scorso, metà del Paese si è fermato quando un dispositivo altamente radioattivo delle dimensioni di un tic tac è caduto in qualche modo da un camion nell’Australia occidentale. Perché il pubblico australiano dovrebbe avere fiducia che possiamo gestire le scorie nucleari di otto sottomarini quando una piccola capsula radioattiva non può essere contenuta e gestita in modo sicuro?»
L’articolo L’Australia vuole i sottomarini nucleari AUKUS, ma nessuno vuole le loro scorie radioattive sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.