Le acque reflue rappresentano una minaccia crescente per la salute e l’ambiente e rappresentano quasi la stessa quantità di emissioni di gas serra rispetto all’industria aeronautica, ma, secondo il rapporto “Wastewater. Turning problem to solution” pubblicato da United Nations environment programme (Unep) e GRID-Arendal, «Con le giuste politiche, le acque reflue potrebbero fornire energia alternativa a mezzo miliardo di persone, fornire oltre 10 volte l’acqua dell’attuale capacità di desalinizzazione globale e compensare oltre il 10% dell’uso globale di fertilizzanti».
Leticia Carvalho, coordinatrice principale del settore marino e acqua dolce dell’Unep, evidenzia che «A livello globale, le acque reflue sono piene di potenziali, ma attualmente possono invece contaminare gli ecosistemi su cui facciamo affidamento. Non dobbiamo lasciare che questa opportunità semplicemente svanisca: è tempo di realizzare la promessa delle acque reflue come fonte alternativa di acqua pulita, energia e importanti sostanze nutritive».
La crisi idrica globale è aggravata dalle acque reflue, che provengono da cucine, bagni e toilette, effluenti industriali, effluenti agricoli, acque piovane e deflussi urbani. Le sostanze chimiche e i nutrienti eccessivi presenti nelle acque reflue degradano gli ecosistemi, compresi il suolo, le fonti di acqua dolce e gli oceani, contribuendo all’insicurezza alimentare e ad altri problemi sociali. Attraverso il rilascio di potenti gas serra come il metano e il protossido di azoto, le acque reflue rappresentano circa l’1,57% delle emissioni globali, appena al di sotto del danno climatico causato dall’industria aeronautica globale.
Il rapporto esorta i governi e le imprese a «Considerare le acque reflue come un’opportunità di economia circolare, piuttosto che come un problema da smaltire. Raccogliere, trattare e riutilizzare in modo efficace le acque reflue offre molteplici vantaggi, tra i quali nuovi posti di lavoro e flussi di entrate. Ulteriori vantaggi deriverebbero dalla riduzione del volume delle acque reflue prodotte.
Oggi, solo l’11% delle acque reflue trattate a livello mondiale viene riutilizzato e circa la metà delle acque reflue non trattate finiscono ancora in fiumi, laghi e mari. Per sfruttare in modo sicuro il potenziale delle acque reflue come risorsa preziosa, il rapporto invita a: «Ridurre il volume delle acque reflue prodotte. Prevenire e ridurre la contaminazione. Gestire le acque reflue per catturare le risorse che possono essere riutilizzate in sicurezza».
Le acque reflue possono diventare una soluzione climatica: producendo biogas, calore ed elettricità, possono produrre circa 5 volte più energia di quella necessaria per il loro trattamento, sufficiente a fornire elettricità a circa mezzo miliardo di persone all’anno. Riducendo l’insicurezza idrica, una buona gestione delle acque reflue può anche sostenere gli sforzi dei Paesi per adattarsi ai cambiamenti climatici. Il riutilizzo di azoto, fosforo e potassio dalle acque reflue contribuirebbe anche a ridurre la dipendenza dai fertilizzanti sintetici, compensando il 13,4% della domanda globale di nutrienti agricoli. Una corretta gestione delle acque reflue ha anche il potenziale per irrigare circa 40 milioni di ettari, un’area pari quasi alle dimensioni del Paraguay.
Ci sono anche altre risorse, delle quali stanno già beneficiando varie industrie, che possono essere recuperate dalle acque reflue, , tra cui materie prime per la produzione di carta, polimeri, pesticidi, gomma, vernici, biodiesel, conservanti e aromi alimentari, tessuti ignifughi e impermeabilizzanti, prodotti medici, gioielli, e confezionamento di alimenti, prodotti per l’igiene e altri prodotti.
Unep e GRID-Arendal sottolineano che «Migliorare la gestione e il riutilizzo dell’acqua è una sfida complessa. Tuttavia, i Paesi di tutto il mondo hanno esperienza su cui basarsi e ampliarsi, e le soluzioni possono essere adattate a diversi contesti socio-ambientali». Il rapporto evidenzia esempi di gestione efficace delle acque reflue provenienti da Paesi ad alto e basso reddito, compresi alcunii Stati dei Caraibi, Cina, Colombia, Danimarca, Egitto, Germania, India, Israele, Namibia, Senegal, Svezia, Singapore, Isole Salomone e Tunisia. .
Peter Harris, direttore di GRID-Arendal, conclude: «Se vogliamo che queste azioni abbiano successo, dobbiamo mantenere alta la pressione per migliorare alcune condizioni critiche di fondo. Affinché questo accada, abbiamo bisogno di una governance più efficace, di investimenti, del sostegno all’innovazione, del rafforzamento dei dati, migliorando la capacità di attuare e – modificando in modo critico il nostro comportamento – di tutti noi come individui e istituzioni».
L’articolo Le acque reflue da problema a risorsa sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.