Ogni anno nell’Unione europea vengono utilizzate 80.000 tonnellate di film per pacciamatura, del quale il 5% è biodegradabile (4.000 tonnellate). Lo studio “Abundance and diversity of bio-based microplastics in agricultural sites” realizzato da ricercatori dell’università olandese di Wageningen per conto di Plastic Soup Foundation, ha scoperto «Circa 3.000 microplastiche per grammo di sedimento in campioni prelevati dai fossati che circondano i campi agricoli. Questa è la prova che le microplastiche si accumulano nell’ambiente, il che è una violazione».
Plastic Soup Foundation, una ONG ambientalista contro l’inquinamento causato dalla plastica che punta ad eliminare i rifiuti di plastica nella nostra acqua e nei nostri corpi, evidenzia che «Il motivo principale dell’inquinamento da microplastica nel suolo è l’uso di pacciame plastico utilizzato per riscaldare il terreno e prevenire la crescita delle erbe infestanti. Lo standard industriale EN 17033 afferma che i pacciami plastici biodegradabili dovrebbero essere biodegradati nel suolo del 90% entro due anni. Non esiste alcuna regolamentazione relativa al degrado dei sedimenti dei fossati. Lo studio ha rilevato alte concentrazioni di microplastiche derivate da pacciami di plastica biodegradabile che non si sono degradati in due anni in condizioni reali. Questo viola la norma EN 17033».
I campioni sono stati prelevati nel settembre 2022 in 8 aziende agricole che coltivano fiori nei Paesi Bassi e nel novembre 2022 in 8 aziende agricole di coriandolo in Spagna. I ricercatori hanno trovato circa 48 diversi tipi di microplastiche nei campioni testati e hanno scoperto che «Circa il 61% delle microplastiche rilevate erano di origine fossile, mentre il restante 39% era di origine biologica».
Per Plastic Soup Foundation, «Lo studio solleva seri interrogativi sulle credenziali di biodegradabilità delle plastiche di origine biologica» e per questo chiede «Norme più severe sulle dichiarazioni ambientali fatte dai produttori di bioplastica».
La ricercatrice capo, Esperanza Huerta Lwanga, ha evidenziato che «Le concentrazioni di microplastiche nei terreni agricoli e nei sedimenti dei fossati sono elevate e variano a seconda del luogo di campionamento. Questo Ciò è preoccupante e dimostra la necessità di ulteriori studi e ulteriori misure. I pacciami biodegradabili a base vegetale sono stati sviluppati appositamente per degradarsi rapidamente nel terreno. Tuttavia questo studio indica che queste affermazioni sulla biodegradabilità sono aperte a seri dubbi, dal momento che tali particelle si spostano dai suoli e si accumulano nei sedimenti dove non si degradano più».
Maria Westerbos, direttrice della Plastic Soup Foundation, ha ricordato che «I pacciami di plastica biodegradabili sono sempre più utilizzati dagli agricoltori. Il pacciame viene venduto agli agricoltori con la falsa promessa di degradabilità entro due anni. “Potrebbero semplicemente essere lasciati sul campo e arati”, affermano i produttori facendo false promesse. Questo studio dimostra che questi pacciami rischiano di contaminare i terreni in cui viene coltivato il cibo che mangiamo. Un’ampia serie di prove ha collegato l’inquinamento da microplastiche a gravi minacce per la salute. Per questo motivo esorto i produttori di plastica a cessare urgentemente la vendita agli agricoltori di prodotti con dubbie dichiarazioni di biodegradabilità».
Il nuovo rapporto arriva a pochi giorni dal terzo round di negoziati per arrivare a un Trattato Globale sulla Plastica che si terrò dal 13 al 19 novembre all’United Nations environment programme a Nairobu. A nome del Plastic Health Council, la Plastic Soup Foundation e A Plastic Planet, insieme ai principali scienziati, solleciteranno l’adozione di «Un trattato forte e globale che affronti l’inquinamento da plastica su scala globale, per proteggere l’ambiente e la salute umana».
L’articolo Le bioplastiche “biodegradabili” restano nei terreni agricoli più di quanto previsto sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.