Secondo le attuali previsioni, entro il 2030 saranno almeno 30 milioni i veicoli elettrici (EV) a emissioni zero circolanti sulle strade dell’Unione europea: Per quella data, la domanda globale di batterie potrebbe aumentare di 14 volte e che il fabbisogno per l’Ue potrebbe rappresentare il 17% della domanda totale e le batterie rischiano di diventare un problema ambientale crescente. In questa prospettiva, con 587 voti a favore, 9 contrari e 20 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva l’accordo raggiunto con il Consiglio per la revisione delle norme Ue sulle batterie e sui loro rifiuti derivati e in una nota evidenzia che «Il nuovo testo legislativo tiene conto degli sviluppi tecnologici e delle sfide future del settore e coprirà l’intero ciclo di vita delle batterie».
Il relatore Il relatore Achille Variati del PD ha evidenziato che «Per la prima volta abbiamo una legislazione sull’economia circolare che copre l’intero ciclo di vita di un prodotto. Un approccio che è positivo sia per l’ambiente che per l’economia. Abbiamo raggiunto un accordo su misure che portano grandi benefici ai consumatori: le batterie saranno ben funzionanti, più sicure e più facili da rimuovere. Il nostro obiettivo è costruire un’industria europea del riciclaggio più forte, in particolare per il litio, e un settore industriale competitivo. Aspetti che saranno fondamentali nei prossimi decenni per la transizione energetica e l’autonomia strategica del nostro continente. Queste misure potrebbero diventare un punto di riferimento per l’intero mercato globale delle batterie».
Gli eurodeputati chiedono l’introduzione di una nuova categoria di batterie, quelle utilizzate per alimentare i “mezzi di trasporto leggeri” come biciclette o scooter elettrici. Questa nuova categoria andrebbe ad affiancarsi alle classi di batterie portatili già esistenti, come quelle automobilistiche e quelle industriali.
La produzione di batterie dipende fortemente dalle importazioni di materie prime critiche e in particolar modo di cobalto, litio, nichel e manganese, metalli ad impatto ambientale e sociale molto elevato. Per contrastare la violazione dei diritti umani connessi ai processi produttivi e garantire batterie più etiche, le nuove regole introducono un obbligo di due diligence: «I produttori dovrebbero essere tenuti a rispettare standard di gestione dei rischi sociali ed ambientali, legati all’approvvigionamento, alla lavorazione e al commercio di materie prime e materie prime secondarie. Tutti gli operatori economici che immettono batterie sul mercato dell’Ue, ad eccezione delle PMI, saranno tenuti a sviluppare e attuare questa politica di due diligence».
Le batterie dovranno avere un’etichetta indicante la loro impronta di carbonio per rendere più trasparente l’impatto ambientale di ogni batteria. L’Europarlamento spiega che «Questa etichetta sarà obbligatoria per le batterie dei veicoli elettrici (EV), le batterie dei mezzi di trasporto leggeri (LMT) e le batterie industriali ricaricabili con una capacità superiore a 2kWh. Servirà inoltre a regolamentare l’intero ciclo di vita delle batterie e al tempo stesso a garantire che le nuove batterie contengano livelli minimi di determinate materie prime».
Nel 2020, il 47% delle batterie portatili e accumolatori venduti nell’UE è stato raccolto per essere riciclato ma, a causa della presenza di diversi metalli e composti utilizzati in fase di produzione, i processi di riciclo possono variare a seconda del tipo di batteria. Le nuove regole per le batterie portatili fissano obiettivi più rigide per la raccolta . 45% entro il 2023, 63% entro il 2027 e 73% entro il 2030 – e per le batterie dei mezzi di trasporto leggeri. 51% entro il 2028, 61% entro il 2031). Inoltre il nuovo quadro normativo prescrive «L’obbligo di raccolta gratuita per gli utenti finali di tutti i rifiuti prodotti da mezzi di trasporto leggeri, batterie per autoveicoli, veicoli industriali e veicoli elettrici, indipendentemente dalla loro natura, composizione chimica, condizione, marca o origine». Secondo le nuove regole, «I livelli minimi di cobalto recuperato (16%), piombo (85%), litio (6%) e nichel (6%) dai rifiuti di produzione e di consumo devono essere riutilizzati nelle nuove batterie».
Le nuove norme prescrivono una più facile rimozione o sostituzione delle batterie, in grado di fornire migliori informazioni ai consumatori: «Le batterie portatili negli apparecchi dovrebbero essere progettate in modo tale che gli utenti possano rimuoverle e sostituirle facilmente. Questo requisito diventerà obbligatorio tre anni e mezzo dopo l’entrata in vigore delle norme».
Infine, verranno fornite maggiori informazioni sulla capacità, le prestazioni, la durata, la composizione chimica, nonché il simbolo di “raccolta differenziata” delle batterie.
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