Risalenti a oltre 650 milioni di anni fa, le spugne sono tra gli animali più antichi del pianeta. Possono sembrare creature semplici, ma svolgono un ruolo essenziale in molti ecosistemi sottomarini. Si nutrono pompando l’acqua attraverso una rete di canali di ingresso e di deflusso e filtrando ogni giorno fino a migliaia di litri di acqua di mare. Perfezionando questo processo, le spugne sono state in grado di attingere a una fonte di cibo inaccessibile alla maggior parte delle altre creature marine: la materia organica disciolta.

Lo studio “ Sponges sneeze mucus to shed particulate waste from their seawater inlet pores, pubblicato recentemente su  Current Biology da un team di ricercatori olandesi, australiani e canadesi guidato da Niklas Kornder dell’Instituut voor Biodiversiteit en Ecosysteem Dynamica dell’Universiteit van Amsterdam rivela che le spugne “starnutiscono” per ripulire i loro canali con i quali assorbono ed espellono acqua e che con questi starnuti le spugne rilascia un tipo di muco che viene mangiato da altri animali.

Konder spiega che «Dopo essersi nutrita della materia organica disciolta, la spugna produce un vettore di scarto simile al muco. Ci aspettavamo che i rifiuti venissero rilasciati con l’acqua in uscita attraverso i pori di deflusso». Per studiare questa teoria, i ricercatori hanno prelevato campioni di spugne tubolari viola e li hanno collocati in un acquario per raccogliere il muco. Hanno anche posizionato una telecamera per filmare un timelapse della superficie della spugna.

Analizzando il filmato, il team è rimasto molto sorpreso e Kornder racconta che «Ogni 3 – 8 ore, le spugne si contraevano e poi rilassavano i loro tessuti superficiali. All’inizio pensavamo che la nostra attenzione si fosse temporaneamente spenta, ma ci siamo subito resi conto che gli animali stavano “starnutendo”. Il filmato ha mostrato che ad ogni starnuto viene rilasciato il muco raccolto e la spugna resta con una superficie pulita. Lo starnuto della spugna era stato descritto in precedenza ed si pensava generalmente che fosse un modo per la spugna di regolare il flusso d’acqua. I timelapse hanno anche dimostrato che il muco veniva continuamente espulso dalle aperture di afflusso, non da quelle di deflusso, e trasportato lentamente lungo percorsi distinti verso punti di raccolta centrali sulle superfici delle spugne».

Durante le loro immersioni nei oceani dei Caraibi, i ricercatori hanno visto molte piccole creature che si nutrivano del muco delle spugne, ricco di sostanze energetiche e dicono che «La spugna avvantaggia l’intero ecosistema utilizzando l’energia dalla materia organica disciolta nell’acqua e trasformandola in una fonte di cibo per farla entrare nella catena alimentare».

Korndee sottolinea che «Uno starnuto di spugna non è esattamente lo stesso di uno starnuto umano, perché uno starnuto del genere dura circa mezz’ora. Ma sono davvero paragonabili, perché sia ​​per le spugne che per gli esseri umani, lo starnuto è un meccanismo per sbarazzarsi dei rifiuti».

Questo tipo di comportamenti dimostra l’incredibile flessibilità delle spugne per adattarsi al loro ambiente che ha permesso loro di prosperare per oltre 650 milioni di anni. Il team prevede di continuare a studiare lo starnuto delle spugne includendo più specie. E Kornder conclude: «Combinando la microscopia elettronica con studi istologici, vogliamo studiare il meccanismo sottostante».

L’articolo Le spugne starnutiscono via i rifiuti (VIDEO) sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.