Il dibattito di queste settimane registra un aumento delle persone che si dichiarano contrari alla chiusura del termovalorizzatore di Aamps al Picchianti, di cui non è mai stata dimostrata la dannosità e/o l’inutilità; molti ne hanno riconosciuta la correttezza gestionale e l’utilità, anche in quest’ultima fase pandemica, perché i rifiuti sanitari infetti devono essere inceneriti così come prescrive la normativa.

Negli ultimi mesi gli eventi internazionali hanno richiesto un ulteriore sforzo per una diversificazione dell’approvvigionamento energetico dal gas russo; è diventata sempre più necessaria la valorizzazione di qualsiasi forma di efficientamento o produzione di energia termica e/o elettrica da fonti rinnovabili.

Come è noto, con l’incenerimento dei rifiuti che residuano dopo la raccolta differenziata di vetro, carta, metalli, frazione organica e altro ancora, si recupera del calore che viene utilizzato per produrre vapore ed energia elettrica, di cui una parte viene utilizzata per far funzionare le apparecchiature interne al Picchianti.

Dopo questa utilizzazione, gran parte dell’energia elettrica prodotta al Picchianti dal termovalorizzatore di Aamps viene immessa nella rete nazionale, e quindi si fornisce elettricità a circa 15.000 famiglie livornesi, coprendo circa il 18% del fabbisogno elettrico residenziale della città. Ma Aamps e Asa, che hanno i loro impianti al Picchianti, possono darci di più oltre alla produzione di energia elettrica?

Certamente sì: ci sono diverse possibilità che possono fare del Picchianti una significativa “piattaforma energetica”: l’utilizzazione di impianti fotovoltaici, del biogas, del solare termico, del calore residuo dei fumi, sono tutte forme di energia che possono essere utilizzate e quindi in grado di aumentare, seppure in misura limitata, l’autonomia energetica della nostra città.

In questa occasione vogliamo mettere in evidenza la produzione di elettricità mediante i pannelli fotovoltaici. Sui tetti dei vari fabbricati di Aamps ci sono una serie di pannelli che coprono una superficie di circa 4.800 m2, sviluppano una potenza di poco meno di 300 Kw e producono nel corso dell’anno un quantitativo di energia di circa 320.000 kwh, pari al fabbisogno annuo di oltre 130 famiglie livornesi.

Ma c’è un’altra possibilità di produrre elettricità mediante pannelli fotovoltaici: utilizzare la vecchia discarica di Vallin dell’Aquila, che ha una superficie utile di circa 70.000 m2, 15 volte più grande dei tetti del Picchianti che ospitano gli attuali pannelli fotovoltaici; quindi l’energia prodotta potrebbe raggiungere la quota di 470.000 kwh e fornire elettricità ad altre 2.000 famiglie.

Si noti inoltre che i costi di produzione e di installazione dei pannelli fotovoltaici si stanno abbassando già da molti anni, né ci sono motivazioni ostative da parte di altri enti o istituzioni pubbliche che bloccano l’iter autorizzativo come sta accadendo ora in molte parti d’Italia.

Ad Aamps si chiede di investire nell’impiantistica fotovoltaica una parte dell’extragettito di cui gode da molti mesi per l’immissione nella rete elettrica nazionale del proprio surplus elettrico. Ovviamente, per poter istallare decine di migliaia di mq di pannelli nella vecchia discarica occorre terminare i lavori di bonifica e di copertura, per poi attrezzare l’area per queste nuove installazioni: si chiede al Comune di Livorno di far conoscere a che punto sono questi lavori di bonifica e copertura, e quali sono gli intendimenti dell’Amministrazione comunale sull’espansione del fotovoltaico nella ex discarica.

Anche in questa occasione si sottolinea come l’autonomia energetica di Livorno può essere migliorata se si tiene conto dell’enorme possibilità di efficientamento energetico che l’integrazione degli impianti di Asa e Aamps possono ottenere anche attraverso l’utilizzazione del calore dei fumi; di questa integrazione avremo occasione di parlare in un prossimo futuro.

Oggi, in tempi di grave crisi energetica, si sollecita il Comune di Livorno ad una assunzione di responsabilità utilizzando le sue possibilità di monitoraggio, incentivazione e programmazione sui temi energetici. Si chiede inoltre al Comune di ridefinire nel proprio territorio le proprie capacità di efficientamento energetico e di produzione di energia da fonti rinnovabili, attraverso l’aggiornamento del proprio Piano di azione per l’energia sostenibile, avendo sempre a riferimento il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima emanato dal Governo nel dicembre 2019.

di Amedeo Todaro, già funzionario Aamps

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