Secondo il quadrennial assessment report “Scientific Assessment of Ozone Depletion: 2022” di World Meteorological Organization (WMO), United Nations environment programme (Unep), National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) Usa, National Aeronautics and Space Administration (NASA) e Commissione europea, «Lo strato di ozono è sulla buona strada per riprendersi entro 4 decenni, con l’eliminazione graduale globale delle sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono che sta già beneficiando degli sforzi per mitigare il cambiamento climatico».
Il Protocollo di Montreal è un accordo globale per proteggere lo strato di ozono terrestre eliminando gradualmente le sostanze chimiche che lo riducono. Lo storico accordo è entrato in vigore nel 1989 ed è uno degli accordi ambientali globali di maggior successo. Grazie allo sforzo collaborativo delle nazioni di tutto il mondo, lo strato di ozono è sulla via del recupero e sono stati ottenuti molti vantaggi ambientali ed economici.
Il rapporto è stato presentato al 103esimo meeting annuale dell’American Meteorological Society dallo Scientific Assessment Panel to the Montreal Protocol on Ozone Depleting Substances, sostenuto dall’Onu, che ha esaminato per la prima volta nuove tecnologie come la geoingegneria e che ha messo in guardia contro i loro impatti indesiderati sullo strato di ozono. Per la prima volta, lo Scientific Assessment Panel ha esaminato i potenziali effetti sull’ozono dell’aggiunta intenzionale di aerosol nella stratosfera, nota come stratospheric aerosol injection (SAI) che è stata proposta come potenziale metodo per ridurre il riscaldamento climatico aumentando la riflessione della luce solare. Ma il panel avverte che «Le conseguenze indesiderate del SAI potrebbero anche influenzare le temperature stratosferiche, la circolazione e la produzione di ozono, i tassi di distruzione e il trasporto».
Invece, il quadrennial assessment report , conferma che «L’eliminazione graduale di quasi il 99% delle sostanze vietate che riducono lo strato di ozono è riuscita a salvaguardare lo strato di ozono, portando a un notevole recupero dello strato di ozono nella stratosfera superiore e la diminuzione dell’esposizione umana ai dannosi raggi solari ultravioletti (UV).
Se le politiche attuali rimarranno in vigore, lo strato di ozono dovrebbe tornare ai valori del 1980 (prima della comparsa del buco dell’ozono) intorno al 2066 sopra l’Antartide, entro il 2045 sopra l’Artico ed entro il 2040 per il resto del mondo. Le variazioni delle dimensioni del buco dell’ozono antartico, in particolare tra il 2019 e il 2021, sono state guidate in gran parte dalle condizioni meteorologiche. Tuttavia, il buco nell’ozono antartico sta lentamente migliorando in area e profondità dal 2000».
Per Meg Seki, segretaria esecutiva del Segretariato per l’ozono dell’United Nations environment programme (Unep) «Che secondo l’ultimo rapporto quadriennale il recupero dell’ozono sia sulla buona strada è una notizia fantastica. L’impatto che il Protocollo di Montreal ha avuto sulla mitigazione dei cambiamenti climatici non può essere sottovalutato. Negli ultimi 35 anni, il Protocollo è diventato un vero campione per l’ambiente. Le valutazioni e le revisioni intraprese dal team di valutazione scientifica rimangono una componente vitale del lavoro del Protocollo che aiuta a informare i responsabili politici e decisionali».
La decima revisione dello Scientific Assessment Panel ribadisce «L’impatto positivo che il trattato ha già avuto per il clima» e il Kigali Amendment to the Montreal Protocol approvato nel 2016 richiede la riduzione graduale della produzione e del consumo di alcuni idrofluorocarburi (HFC) che non riducono direttamente l’ozono, ma sono gas che che contribuiscono fortemente il cambiamento climatico. Lo Scientific Assessment Panel stima che «Questo emendamento eviterà un riscaldamento di 0,3 – 0,5° C entro il 2100 (questo non include i contributi delle emissioni di HFC-23)».
Il segretario generale della World meteorological organization, Petteri Taalas, ha concluso: «L’azione per l’ozono costituisce un precedente per l’azione climatica. Il nostro successo nell’eliminare gradualmente le sostanze chimiche che consumano ozono ci mostra cosa si può e si deve fare – con urgenza – per abbandonare i combustibili fossili, ridurre i gas serra e quindi limitare l’aumento della temperatura».
L’articolo Lo strato di ozono sta recuperando bene. Ma la geoigegneia è pericolosa (VIDEO) sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.