Come ogni anno, con l’arrivo dell’estate ad Arezzo si è ripresentato il problema degli odori molesti, in alcune frazioni ed in varie zone del Comune; maleodoranze per le quali torna nel mirino Aisa impianti, la partecipata pubblica che gestisce il Polo di San Zeno per la valorizzazione dei rifiuti.

«Considerato che alcune persone individuano nel polo tecnologico di San Zeno la causa degli odori che avvertono, anche quando risiedono a diversi chilometri di distanza da San Zeno, l’azienda informa che da oltre 10 mesi sono in corso controlli in regime di auto-tutela secondo i protocolli previsti dalle migliori tecniche disponibili», spiegano dalla società.

Al contempo sono stati effettuati controlli anche esternamente e nelle frazioni, in orari sia diurni che notturni, e con particolare attenzione ai luoghi da dove venivano segnalati problemi.

«Sono state verificate le segnalazioni e sono emerse numerose incongruenze – spiegano da Aisa – sia per la tipologia di odore riscontrato, sia per il luogo (a km di distanza dall’impianto), sia per i venti (che spesso soffiavano in direzione opposta), sia per il fatto che l’impianto a volte era fermo e in manutenzione, oppure perché contemporaneamente alle segnalazioni si stavano svolgendo nell’impianto di recupero rifiuti di San Zeno gite scolastiche, scuole di cucina, convegni per medici o altri professionisti, visite di delegazioni internazionali senza che nessuno dei presenti subisse molestie olfattive».

Dai controlli è emerso un malcostume diffuso, ovvero «l’abitudine di alcuni scellerati di bruciare, anche di sera in ora tarda, sfalci, potature, plastiche e altro. Si coglie l’occasione per ricordare – aggiungono da Aisa – che i fuochi liberi di sfalci, potature, cartoni e plastiche producono diossine, anidride carbonica e monossido di carbonio ed hanno il caratteristico odore acre che prende la gola e fa arrossare gli occhi, oltre ad essere spesso causa di incendi. Ben diverso dall’odore del compost o concime organico che dir si voglia, caratteristico e riconoscibile, che non genera alcun pericolo se non un fastidio».

Resta il fatto che da Sen Zeno si mostrano disposti ad investire ulteriormente per minimizzare la parte di problema che potrebbe arrivare dal Polo impianstico, sottolineando che «verranno ulteriormente potenziati i biofiltri per investimenti complessivi di circa 1,2 milioni di euro. Questo per abbassare ulteriormente il carico odorigeno anche se esso è già ben inferiore ai limiti di legge». Al contempo è stato appena inaugurato il nuovo biodigestore anaerobico “Verde 70”, che assicura una migliore gestione dei rifiuti organici.

«Non compete all’azienda fare altre valutazioni e quindi si è a disposizione delle autorità per quanto esse vogliano richiedere – concludono da Aisa –  Resta però il fatto che l’azienda e tutti i suoi dipendenti da tempo sono continuo bersaglio di offese e minacce gravissime. Tali offese e minacce vengono sempre dalle stesse persone, spesso sono associate a immagini violente con armi di varia natura, arti marziali e animali aggressivi. Per difendere l’incolumità dei propri dipendenti l’azienda ha dovuto istituire anche un costoso servizio di vigilanza. Un continuo stalking che va avanti da mesi nei confronti dei lavoratori di Aisa Impianti come se essi fossero dei “delinquenti” anziché ottimi professionisti che da più di vent’anni custodiscono e migliorano costantemente la sicurezza ambientale di un impianto a tecnologia complessa, senza il quale l’intera provincia di Arezzo sarebbe in emergenza rifiuti, con danni ambientali ed economici rilevantissimi. Da ultimo si ricorda che l’impianto è presente dal 1999, quindi prima di molte realtà abitative ed industriali insediatisi successivamente».

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