Dopo il successo della campagna Precious Elements 2019, la Royal Society of Chemistry (RSC) britannica pubblica i risultati di un nuovo sondaggio globale sull’atteggiamento delle persone nei confronti della tecnologia, della sostenibilità e delle materie prime preziose e rare.
La RSC ricorda che «La nostra prima campagna ha sensibilizzato sui molti elementi rari e preziosi che sono nella nostra elettronica personale e ha evidenziato il fatto che molte persone nel Regno Unito non sono consapevoli della necessità di riciclare questi prodotti».
I risultati di Precious Elements 2019 sono stati discussi dal Parlamento britannico nel 2020 e l’RSC è stata invitata a fornire dettagli per realizzare l’”Environmental Audit Committee report” del governo britannico sui rifiuti elettronici.
Partendo da questa corposa base di dati e riconoscimenti, la RSC ha condotto un secondo sondaggio in 10 Paesi in tutto il mondo, chiedendo ai partecipanti le loro abitudini di acquisto e riciclaggio e valutando anche il loro atteggiamento nei confronti della questione della sostenibilità tecnologica e ora dice: «Abbiamo scoperto che c’è una reale voglia di opzioni tecnologiche più sostenibili, ma che le persone sono frustrate dalla mancanza di informazioni sull’argomento, così come dalla mancanza di opzioni semplici per riciclare la loro tecnologia o estenderne la durata».
I punti chieve della ricerca sono: Se i beni fossero prodotti in modo sostenibile, il 60% dei consumatori passerebbe al rivale del marchio tecnologico preferito; Sebbene la stragrande maggioranza dei consumatori abbia affermato di desiderare che i propri dispositivi durino più a lungo, trova troppo difficile (68%) o troppo costoso (71%) ripararli quando va storto qualcosa; Il 73% delle persone intervistate in tutto il mondo ha affermato di ritenere che i governi dovrebbero intraprendere azioni urgenti per contrastare i rifiuti elettronici prima che la situazione peggiori; Il 57% afferma di essere preoccupato per l’effetto ambientale dei dispositivi tecnologici inutilizzati che hanno a casa, ma o non sa cosa farne o non è convinto che gli attuali procedimenti disponibili nella loro zona si occupino di e- waste in modo efficace.
Dal sondaggio emerge che il riciclo dei rifiuti elettronici deve essere urgentemente intensificato perché l’estrazione di metalli preziosi dalla Terra per produrre nuovi gadget è insostenibile. Uno studio ha stimato che la montagna mondiale di elettronica dismessa, nel solo 2021, pesava 57 milioni di tonnellate. Per l’RSC «E’ necessario uno sforzo globale per estrarre quei rifiuti, piuttosto che estrarre dalla Terra».
Guardando in molte aree del mondo, anche le guerre rappresentano una minaccia per le catene di approvvigionamento di metalli preziosi e l’RSC sottolinea che «I disordini geopolitici, inclusa la guerra in Ucraina, hanno causato enormi picchi nel prezzo di materiali come il nichel, un elemento chiave nelle batterie dei veicoli elettrici. Questa volatilità nel mercato degli elementi sta causando caos nelle catene di approvvigionamento che consentono la produzione di elettronica. In combinazione con l’impennata della domanda, questo ha causato un aumento del prezzo del litio, un altro componente importante nella tecnologia delle batterie, di quasi il 500% tra il 2021 e il 2022». In molti sono convinti che la guerra del Donbass che poi si è estesa a tutta l’Ucraina meridionale sia in realtà una guerra per il litio.
Il presidente della Royal Society of Chemistry, Tom Welton conferma in un’intervista a BBC News che «Le abitudini di consumo di tecnologia rimangono altamente insostenibili e ci hanno messo a rischio di esaurire gli elementi grezzi di cui abbiamo bisogno. Quelle abitudini “continuavano ad esacerbare i danni ambientali».
Infatti, alcuni elementi chiave presenti nei nostri negli smartphone stanno semplicemente finendo: Il gallio utilizzato nei termometri medici, LED, pannelli solari, telescopi e che ha possibili proprietà antitumorali; l’Arsenico usato nei fuochi d’artificio e come conservante del legno: l’argento, utilizzato negli specchi, lenti reattive che si scuriscono alla luce del sole, indumenti antibatterici e guanti da utilizzare con i touch screen; l’indio, utilizzato in transistor, microchip, sistemi antincendio, come rivestimento per cuscinetti a sfera nelle auto di Formula 1 e nei pannelli solari; l’ittrio, utilizzato nelle luci a LED bianche, negli obiettivi delle fotocamere e che può essere usato per curare alcuni tipi di cancro; il tantalio, utilizzato in impianti chirurgici, elettrodi per luci al neon, pale di turbine, ugelli per razzi e cappucci per aerei supersonici, apparecchi acustici e pacemaker. Intanto, la produzione di rifiuti elettronici cresce di circa 2 milioni di tonnellate all’anno e meno del 20% viene raccolto e riciclato.
Welton, sottolinea che «In futuro, lo sviluppo di un’economia circolare nella quale i minerali utilizzati nei dispositivi tecnologici vengono recuperati e riutilizzati potrebbe aiutarci a aggirare i problemi della catena di approvvigionamento, contribuendo anche a ridurre l’impatto ambientale. E’ essenziale che i governi e le imprese facciano urgentemente di più per sviluppare un’economia circolare in grado di affrontare la crescente crisi mondiale dei rifiuti elettronici e alleviare la pressione sulle catene di approvvigionamento. Abbiamo bisogno non solo che i governi rivedano le infrastrutture di riciclaggio e le aziende tecnologiche per investire in pratiche di produzione più sostenibili, abbiamo bisogno di maggiori investimenti pubblici e privati nella ricerca per consentire a scienziati chimici come quelli di N2S di progredire nei metodi di separazione delle materie prime essenziali dai rifiuti elettronici per finalità di riciclaggio. Tuttavia, a breve termine, invitiamo tutti a essere più consapevoli di come utilizzano e riutilizzano la tecnologia. Prima di smaltirla o sostituirla, chiediti se è davvero necessario sostituirlo. Potrebbe essere riparata o aggiornata? Se non può essere venduta o donata, potrebbe essere riciclata?»
Elizabeth Ratcliffe dell’RSC ha a Inside Science di BBC Radio 4: «Molti di noi stanno accumulando inconsapevolmente metalli preziosi nelle loro case, in vecchi telefoni e computer defunti. Produttori e rivenditori devono assumersi maggiori responsabilità. Come i programmi di “ritiro”, il che significa che le persone possono restituire i loro dispositivi elettronici a un rivenditore e avere la certezza che verranno riciclati in modo sicuro. Tutta questa volatilità nelle catene di approvvigionamento rafforza davvero il fatto che abbiamo bisogno di un’economia circolare per questi materiali. Al momento, li stiamo solo estraendo costantemente dal terreno».
La Royal Society of Chemistry spera di incoraggiare le persone a portare i vecchi e indesiderati gadget elettronici nei centri di riciclaggio, piuttosto che tenerli in un cassetto e dimenticarsene, e conclude: «Quello che diciamo sempre è ridurre, riutilizzare e riciclare. Quindi forse tenetevi un telefono più a lungo e magari vendete un vecchio telefono o regalatelo a un parente. Ci sarà bisogno che tutti lavorino insieme per aumentare questi processi e mettere in atto un’infrastruttura, in modo che tutti possiamo riciclare i nostri dispositivi».
L’articolo Materie prime preziose e rare: scavare la miniera dell’e-waste per evitare di scavare la Terra sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.