Molti credono che il riciclaggio della plastica sia la chiave per risolvere l’inquinamento ambientale, ma cosa succede se vi dicessimo che potrebbe essere una delle principali cause di un nuovo tipo di contaminazione? Un recente studio ha rivelato una realtà inquietante: gli impianti di riciclaggio della plastica rilasciano miliardi di microplastiche nelle acque di scarico. Questo non solo mette in discussione l’efficacia del riciclaggio, ma apre anche nuovi interrogativi sulla nostra lotta contro l’inquinamento.

I ricercatori hanno scoperto che gli impianti di riciclaggio della plastica potrebbero essere una fonte significativa di microplastiche, rilasciando miliardi di minuscole particelle nelle acque di scarico. Questa scoperta solleva importanti interrogativi sull’efficacia degli attuali impianti di riciclaggio. Stiamo davvero risolvendo il problema della plastica o stiamo generando una nuova forma di inquinamento?

Un team di ricercatori ha condotto uno studio su un impianto di riciclaggio all’avanguardia, rivelando che esso rilascia nelle acque di scarico una quantità impressionante di microplastiche, con concentrazioni superiori rispetto alle acque reflue urbane o ai fiumi.

Microplastiche nelle acque di scarico: una minaccia invisibile e pericolosa

L’impianto esaminato, che processa annualmente oltre 22.000 tonnellate di rifiuti plastici misti, rilascia tra 5,97 milioni e 112 milioni di particelle di microplastiche per metro cubo d’acqua. Queste particelle, molte delle quali hanno dimensioni inferiori a 10 micrometri, sono particolarmente pericolose per l’ambiente e la salute umana. Durante il processo di riciclaggio, le microplastiche finiscono nelle acque di lavaggio, con i filtri degli impianti che riescono a rimuovere solo le particelle più grandi, mentre quelle più piccole di 5 micrometri spesso sfuggono.

Il riciclaggio della plastica comporta processi meccanici che frammentano la plastica in particelle sempre più piccole. Durante questo processo, le microplastiche finiscono nelle acque di lavaggio. Anche se i filtri negli impianti possono rimuovere le particelle più grandi, quelle più piccole di 5 micrometri spesso sfuggono e vengono rilasciate nelle acque di scarico. Si stima un rilascio annuale di microplastiche tra 59 e 1.184 tonnellate.

Le microplastiche rappresentano una crescente minaccia per gli ecosistemi acquatici e terrestri. Possono essere ingerite da vari organismi, entrando così nella catena alimentare. Inoltre, queste particelle possono assorbire e trasportare sostanze inquinanti, amplificando il loro potenziale dannoso. Recenti studi hanno rilevato microplastiche ovunque: nel sangue umano, nella placenta e persino nelle nuvole.

Migliorare i sistemi di filtrazione per un riciclaggio sostenibile

Per affrontare questa sfida, è urgente migliorare i sistemi di filtrazione negli impianti di riciclaggio, implementando tecnologie in grado di catturare particelle ancora più piccole. È necessario integrare il monitoraggio delle microplastiche nelle normative sulla qualità delle acque, un aspetto finora trascurato. Gli sforzi per ridurre l’inquinamento da plastica attraverso il riciclaggio potrebbero inavvertitamente contribuire a una nuova forma di contaminazione ambientale.

La ricerca deve continuare per comprendere meglio l’entità del problema a livello globale. È essenziale condurre studi simili su altri impianti di riciclaggio in diverse parti del mondo per ottenere un quadro completo della situazione. I risultati dello studio non dovrebbero scoraggiare il riciclaggio, ma piuttosto incoraggiare il miglioramento delle tecnologie utilizzate. Questo studio ci ricorda che non esistono soluzioni semplici ai complessi problemi ambientali. Il riciclaggio della plastica rimane cruciale nella gestione dei rifiuti plastici, ma c’è ancora molto lavoro da fare per renderlo veramente sostenibile.

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Fonte: Journal of Hazardous Materials Advances

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