Il consumo di prodotti tessili in Europa esercita pressioni significative sull’ambiente e sul clima. Secondo quanto emerge da studi recenti, circa il 20% degli indumenti e il 30% delle calzature, acquistati online nell’Unione europea, vengono restituiti dai clienti. Circa il 70% di questi resi dipendono da una vestibilità o da uno stile ritenuti inadeguati da chi li aveva ordinati.
Ma il nuovo briefing “The destruction of returned and unsold textiles in Europe’s circular economy” pubblicato dall’ European Environment Agency (EEA) rileva che «Solo circa il 3% delle emissioni dannose per l’ambiente dei prodotti tessili provengono dalla distribuzione e dalla vendita al dettaglio, il che significa che anche un processo di restituzione lungo e complicato è molto probabilmente vantaggioso per l’ambiente, se porta alla rivendita e al riuso del prodotto».
Il briefing EEA esamina il problema e stima la quota di prodotti tessili restituiti e invenduti che vengono distrutti in Europa e le opzioni per affrontare questa sfida e fornisce una panoramica delle conoscenze esistenti sui tessili restituiti e invenduti in Europa.
Il briefing è supportato dal rapporto tecnico “ETC CE Report 2024/4 Volumes and destruction of returned and unsold textiles in Europe’s circular economy” dell’European Topic Centre on Circular Economy and Resource dell’EEA, guidato dal Vlaamse Instelling voor Technologish Onderzoek (VITO) olandese, che fornisce una panoramica delle conoscenze, dei dati e delle tendenze esistenti sui volumi e sulla distruzione dei tessili restituiti e invenduti in Europa e sottolinea che «La crescita dello shopping online, le pratiche di restituzione flessibili, le mutate preferenze dei consumatori e le strategie commerciali del fast fashion in Europa hanno portato ad un aumento delle quote di tessili restituiti e invenduti. Negli ultimi anni, è stato segnalato che il fast fashion e i marchi di lusso hanno distrutto abiti, scarpe e altri tessuti restituiti o invenduti. La distruzione dei prodotti tessili, in cui i prodotti vengono distrutti da rivenditori, marchi o produttori prima dell’uso, è un esempio di un approccio “prendi-produci-spreca” delle risorse, evidenziando l’inefficienza degli attuali sistemi lineari di produzione-consumo che causano impatti negativi evitabili sull’ambiente e clima.
L’ETC CE informa i decisori e l’opinione pubblica presentando dati e informazioni affidabili e comparabili sull’economia circolare e la trasformazione industriale, sull’attuazione della legislazione Ue sui rifiuti e sui flussi di materiali e sull’uso sostenibile delle risorse in Europa.
Il briefing EEA evidenzia che «Sebbene i dati siano sparsi, le migliori prove disponibili suggeriscono che circa il 4-9% di tutti i prodotti tessili immessi sul mercato europeo vengono distrutti senza mai essere utilizzati per lo scopo previsto. Si stima che la lavorazione e la distruzione dei tessili restituiti o invenduti siano responsabili fino a 5,6 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra equivalenti a CO2, una cifra leggermente inferiore alle emissioni nette della Svezia nel 2021».
Il briefing dell’EEA afferma che «sono necessari sia regolamenti che politiche mirate, nonché misure di informazione soft, per ridurre i resi dei clienti e le merci invendute. Allo stesso tempo, è necessario affrontare il problema sistemico della sovrapproduzione e della distruzione dell’industria tessile, cosa che potrebbe essere affrontata sia con modelli che con politiche di business circolari».
Un passo avanti positivo è stato recentemente fatto con l’accordo Ue per vietare la distruzione di abbigliamento, accessori di abbigliamento e calzature invenduti (con alcune esenzioni per le piccole, micro e medie imprese), come parte del “Regolamento sui prodotti sostenibili” sull’ecodesign.
L’EEA e il suo ETC CE hanno già pubblicato diversi report riguardanti l’industria tessile nell’economia circolare europea, tra i quali textiles and the environment, “Design for circularity, microplastic from textiles consumption, exports of used textiles” e “Bio-based textiles”.
L’articolo Molti tessuti restituiti e invenduti nell’Ue vengono distrutti. E generano emissioni climalteranti sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.