Il nostro pianeta soffre a causa della presenza di miliardi di microplastiche in ogni ecosistema.

Infatti, nonostante si parli spesso di mari e oceani, sono svariati i luoghi della Terra a non essere più considerati incontaminati.

Montagne di plastica si trovano anche ad alta quota, portando l’inquinamento in montagna a livelli allarmanti.

Montagne di plastica: le microplastiche sono anche in alta quota

Le lunghe passeggiate per i sentieri ad alta quota, respirando aria pura e osservando fiori ed erbe spontanee sul tragitto, potrebbero diventare un lontano ricordo.

Da qualche anno, infatti, montagne di plastica minacciano questi ambienti (una volta incontaminati), registrando la presenza di tantissime microplastiche.

Oltre a queste, i rifiuti in polimeri sintetici sono sempre più evidenti ai margini dei boschi, nelle radure e nei prati fioriti su cui pascolano gli animali e che, inevitabilmente, finiscono per ingerirli.

I primi a condurre uno studio approfondito su questo fenomeno sono stati gli italiani dell’Università Statale di Milano che si sono spinti sul Ghiacciaio dei Forni, nel gruppo Ortles-Cevedale del Parco dello Stelvio.

Qui, oltre a raccogliere campioni e a constatare lo stato di rapido degrado dovuto all’inquinamento in montagna, hanno realizzato un appassionante video-documentario.

Il regista indipendente Manuel Camia ha infatti accompagnato i ricercatori Marco Parolini e Roberto Ambrosini sulle tracce delle montagne di plastica italiane.

Il filmato intitolato “Montagne di plastica”, mostra un’approfondita indagine per scoprire l’origine delle 75 microplastiche per chilo di sedimento rinvenute sul ghiacciaio.

Qui sotto potrete vedere il trailer ufficiale:



Inquinamento in montagna, perché ci sono le microplastiche

Trasportate dagli alpinisti e dagli esploratori di alta quota, le microplastiche giungono negli ambienti montani anche attraverso gli eventi atmosferici.

Forti venti, piogge e neve trasportano infatti particelle polimeriche e frammenti infinitesimali di plastica che finiscono per accumularsi su terreni e pareti rocciose.

A confermare il fenomeno, i promotori del progetto CleanAlp che nel 2021 hanno raccolto una media di mezzo chilo di rifiuti di plastica per chilometro lungo un ampio tratto di sentieri sulle Alpi.

Grazie al sostegno di The North Face Explore Fund e il coordinamento dell’European Outdoor Conservation Association, è partita un’iniziativa per sensibilizzare sull’inquinamento in montagna.

L’obiettivo? Portare le persone a toccare con mano la problematica delle montagne di plastica, organizzando raccolta di microplastiche, attività con scuole e workshop fino a luglio 2023.

Le tappe sono:

Parco delle Alpi Marittime
Il Parco Nazionale del Gran Paradiso
Parco Nazionale della Valgrande

Montagne di plastica, anche la neve è inquinata

Non solo i sentieri risentono dell’inquinamento in montagna. Infatti anche la neve racchiude centinaia di migliaia di microplastiche, che restano intrappolate finché questa non si scioglie e le trascina nuovamente a valle.

La causa principale sono le perturbazioni che trasportano montagne di plastica anche nei luoghi più remoti e incontaminati della Terra.

Sui Pirenei a 1500 metri di altezza, nel 2019, cadevano dal cielo 365 particelle di polimeri sintetici al metro quadro. Tracce di plastica e gomma sono state rinvenute anche nei ghiacciai del Mar Glaciale Artico, nei pressi delle isole Svalbard.

Questo significa che la neve è un altro dei “mezzi di trasporto” delle microplastiche che ormai sono calcolate nella misura di diecimila frammenti per litro.

Le più recenti scoperte in tema di inquinamento in montagna sono importanti spunti di riflessione. Non basta volgere lo sguardo solo agli oceani: ormai tutti gli ecosistemi terrestri sono minacciati da montagne di plastica.

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