In attesa che si arrivi ad una definizione di un accordo quadro col mondo sindacale, atteso a breve, le parti sociali continuano a tenere alta l’attenzione sul progetto multiutility della Toscana, oggi protagonista nella sede della Camera di commercio di Firenze.
In ballo c’è il percorso di aggregazione tra alcune delle principali realtà pubbliche attive nell’ambito dei servizi pubblici locali – acqua, energia, gestione rifiuti – per arrivare a delineare nuove economie di scala e (dunque) prospettive di sviluppo e investimento sul territorio.
Secondo la Cisl di Firenze-Prato, che ha organizzato l’occasione odierna di pubblico confronto, il progetto di multiutility «può rappresentare un’opportunità per il territorio dal punto di vista economico, ambientale, sociale, ma sarà fondamentale guardare prioritariamente all’interesse dei cittadini e coinvolgere i lavoratori, evitando di caratterizzare il percorso come una mera operazione di finanziarizzazione».
È questo il messaggio lanciato nel corso di una tavola rotonda cui hanno preso parte i sindaci di alcuni dei principali comuni della Toscana centrale: Brenda Barnini di Empoli, Matteo Biffoni di Prato, Piero Giunti di Reggello, Dario Nardella di Firenze.
«Il caro bollette e la crisi energetica si combattono con strumenti efficaci e duraturi – ha evidenziato proprio Nardella – Per questo vogliamo realizzare la multiutility della Toscana, la nuova società multiservizi che nascerà dall’aggregazione delle aziende di servizi pubblici di rifiuti, acqua, energia. Più investimenti, più posti di lavoro, bollette meno care. Una società che sotto il controllo pubblico dei Comuni, garantirà servizi di qualità e attenzione all’ambiente».
Anche il segretario generale della Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi, guarda con interesse a questa prospettiva, indicando delle priorità da perseguire per la multiutility: «Serve un piano industriale ed una organizzazione aziendale che assicuri non solo economie di scala, ma anche una gestione efficiente, il massimo dei servizi con un impiego di risorse commisurato e senza sprechi e che garantisca un risparmio per i cittadini sulle bollette. Obiettivo non secondario dovrà essere anche quello di divenire attore principale nella difesa dell’ambiente del territorio metropolitano e regionale. Si costruisca un modello in cui si produca ricchezza in modo utile (per i cittadini) e sostenibile (per l’ambiente) e poi la si redistribuisca in termini di salario e di ritorni per le comunità che usufruiscono dei servizi».
Ancora interlocutoria, invece, la posizione in merito alla prevista quotazione in Borsa (con almeno il 51% del capitale sociale detenuto dai soci pubblici e il 49% finanziato dal mercato azionario) della futura multiutility: «È necessario il controllo pubblico, che dovrà agire su indirizzo e verifica, in un’ ottica di buon funzionamento ed efficienza responsabile dei servizi. Solo in questa prospettiva anche l’eventuale quotazione in borsa potrebbe offrire le fondamentali e necessarie garanzie. Chiediamo che, a proposito di quotazione in Borsa – ha concluso Franchi – si discuta col sindacato la partecipazione in forma collettiva dei lavoratori al capitale dell’azienda. Sarebbe un elemento di grande novità e modernità».
L’articolo Multiutility della Toscana, a Firenze una tavola rotonda per fare il punto della situazione sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.