Gli assorbenti in questi giorni tornano a far parlare di sé per la questione dell’iva, la cosiddetta tampon tax. L’argomento potremmo dire che quindi sia in controtendenza visto che spesso i prodotti per l’igiene intima femminile sono un vero e proprio tabù nel racconto quotidiano eppure non dovrebbe essere così visto che hanno un costo e un impatto ambientale elevato.
Pur considerando tutte le varianti (intensità del flusso, durata, frequenza, anni tra il primo mestruo e la menopausa) i dati ci dicono che in media una donna può avere circa 450 cicli nella propria vita (come riportato anche dall’Università di Pavia).
Ipotizzando di usarne anche solo 10 per ciclo (in difetto… per molte), saremmo di fronte a 4500 assorbenti o tamponi nell’arco della propria vita (ma alcune ricerche parlano anche di 12mila) a cui si possono sommare anche i salvaslip, per chi li usa, per i restanti giorni.
In termini assoluti, secondo i dati del Rapporto Rifiuti Urbani dell’Ispra, il 4,5% (3,6% nel 2019) della pattumiera in città è in media costituito da pannolini e assorbenti. La loro sorte? Troppo spesso è la discarica.
Come vi abbiamo già raccontato, esistono però tutta una serie di alternative sostenibili e oggi, in particolare, mi soffermo sulle mutande assorbenti per il ciclo. Se invece vi interessa approfondire i temi su assorbenti e tamponi compostabili e lavabili, sulle tecnologie esistenti per il riciclo di quelli cosiddetti “classici” o sulle coppette mestruali potete leggere il nostro articolo dedicato.
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Perché parlare delle mutande assorbenti lavabili
Ogni soluzione che possa mettere a dieta la pattumiera è ben accetta. Il miglior rifiuto è sempre quello che non si produce. Al giorno d’oggi, come abbiamo visto nel nostro approfondimento sulle alternative green per l’igiene intima femminile, esistono diverse soluzioni, specie nel campo dei riutilizzabili. Prima gli assorbenti lavabili e poi la coppetta mestruale già hanno reso possibile per molte l’abbandono degli usa e getta. Le mutande assorbenti da ciclo lavabili sono un’alternativa in più, il cui utilizzo si sta diffondendo rapidamente.
Ovviamente se già vi trovate benissimo con coppette e assorbenti lavabili, le informazioni di questo articolo potrebbero – almeno per ora – non fare al caso vostro. Avendo però io avuto occasione di provarle, ho deciso di raccontare la mia esperienza personale, senza voler fare confronti o classifiche. Quindi in questo articolo non troverete una comparazione tra i diversi modelli e brand in commercio ma la condivisione di sensazioni, pro e contro di una utilizzatrice come tante.
Perché ho scelto gli slip da ciclo assorbenti
I motivi che mi hanno portato a provare gli slip assorbenti lavabili sono in primis quelli legati alla sostenibilità. Non riuscendo a portare la coppetta, solitamente utilizzo assorbenti e tamponi compostabili usa e getta o degli assorbenti lavabili (che, in effetti, sono stati in funzione per anni).
In tante però hanno iniziato a dirmi di trovarsi benissimo con le cosiddette period panties. A consigliarmele son state anche persone le cui priorità non erano legate tanto alla riduzione del proprio impatto ambientale quanto il comfort o il risparmio economico. Dopo aver quindi parlato con più amiche, online e offline, mi sono convinta e ho acquistato una confezione scorta da 6.
I punti di forza delle period panties
La cosa che mi ha sorpreso di più? La comodità. Ho provato un solo modello – dopo aver letto sei mesi di recensioni e dopo aver parlato con chi aveva già optato per la stessa tipologia – quindi non posso essere certa che siano tutte così (e che per tutte le persone sia lo stesso) ma devo dire che proprio il comfort è ciò che mi ha sorpreso maggiormente. Sinceramente immaginavo di provare una sensazione di ingombro, pesantezza o umidità (cosa rilevata anche da Altroconsumo per alcuni modelli) ma nel mio caso (ho solitamente un ciclo medio in termini di flusso e durata) non è stato così.
Non solo: appena indossate, ma anche dopo otto ore al cambio, di fatto, me le ero dimenticate, tanto da dovermi segnare l’orario per sapere quando fosse il momento di indossarne un nuovo paio. La leggerezza e la sensazione di asciutto sono dovute ai diversi strati filtranti e assorbenti che fanno davvero il loro lavoro. Altra cosa che mi ha colpito è l’assenza di odori (non so se riguardi tutti i modelli, su questo quando potete, datemi feedback!).
L’aspetto ecologico – si stima che un paio duri tra i 3 e i 5 anni, dipende anche da come le laviamo e asciughiamo – ma anche l’ammortamento economico nel tempo sono poi gli altri elementi positivi di cui tenere conto.
Passo quindi a rispondere ad alcuni dei quesiti più comuni che mi sono stati posti.
Ogni quanto si cambiano le mutande assorbenti e quante ne servono
“Dopo quante ore si cambiano le mutande mestruali” è una richiesta che spesso emerge. La risposta ovviamente è “dipende”: dal modello e da quanto sia abbondante il ciclo. Alcune marche sottolineano che le loro possono durare fino a 12 ore e che prevedono proprio tipologie specifiche per flussi medi o abbondanti. In altri casi bisognerà cambiarle più spesso. Queste informazioni finiscono con l’incidere su quante paia siano da acquistare. Il suggerimento può essere di comprarne una, provare e vedere.
C’è da dire che in commercio è un pullulare di offerte di pacchetti se si decide di acquistarne varie. Nel mio caso ho ceduto all’offerta da sei – indicata come il numero ottimale per l’intero ciclo, tenendo conto che d’inverno ci possono volere anche 2 giorni per l’asciugatura all’aria – con l’idea che se non mi fossi trovata bene, avrei regalato quelle rimaste intonse in confezione (ma così non è stato). Pensavo in ogni caso che 6 fossero troppe, invece – visto che può capitare piova per un paio di giorni consecutivi – quello acquistato si è rivelato il numero ideale per dare tempo a qualche raggio di sole e al vento di asciugare il bucato intimo.
Come si lavano e come si asciugano le mutande assorbenti
“Come le lavi?” è una delle domande che mi è stata rivolta di più da chi vuole scoprire maggiori informazioni a riguardo. Semplicemente nel mio caso – un po’ come tutto ciò che è tessile – mi affido alle indicazioni della casa madre. Sull’etichetta c’è scritto che sono lavabili a 30 gradi in lavatrice. Sul sito ufficiale si precisa che basta sciacquarle in acqua fredda e metterle in lavatrice o finire di lavarle a mano, è raccomandabile poi utilizzare un sapone delicato per preservare le fibre interne.
Io ho preferito la prima opzione: una sciacquata rapida e la lavatrice. Un’altra informazione importante viene da Altroconsumo, che sconsiglia l’uso dell’ammorbidente, che in casa nostra comunque non impieghiamo usiamo avendo l’addolcitore (quindi l’acqua non è calcarea). Per farli durare di più si suggerisce poi di stenderli e non metterli nell’asciugatrice.
I possibili svantaggi delle mutande mestruali
L’offerta oggi è talmente variegata che è difficile capire quale slip possa fare al caso nostro, quale sia meglio, anche in relazione al prezzo che varia assai. Leggere recensioni, parlare con qualche amica, può aiutare a fare una prima selezione. Uno dei motivi per cui tergiversavo era il dubbio di spendere dei soldi per qualcosa che magari poi avrei usato poco. Il “rischio” può starci ma, per quanto mi riguarda, posso immaginare che sarà una scommessa vincente (confidando che in effetti durino anche anni!). Altra cosa che non capivo bene era la taglia da acquistare. Di solito ci sono delle guide, che consiglio di seguire prendendo le misure quando si ha il ciclo (se, come me, in concomitanza si soffre di gonfiore addominale).
Un eventuale limite per i giorni di flusso intenso può riguardare la scomodità del cambio, specie per chi, come me, porta i pantaloni. Ecco, in tali casi è forse meglio avere pronta qualche alternativa.
Ci si macchia? Può capitare, come mi è successo qualche volta anche con gli assorbenti. Avevo letto in una interessante recensione di Francesca Panciroli (trovata mentre cercavo di capire se lavare a mano o meno…, un post molto utile) che poteva capitare. In effetti la prima notte con ciclo abbondante in cui son rimasta un po’ di più a letto (“sforando” le 8 ore) ho avuto una piccola perdita ma avevo indossato esternamente un paio di slip in cotone a protezione e tanto è bastato. Questo è stato l’unico episodio.
Dove trovare le mutande assorbenti per il ciclo
Bilanciando i pro e i contro, direi che, per me, è un “grande sì” e quindi rispondo a un’ultima (ma non meno frequente) domanda: “dove le compro?”.
Il successo di questo prodotto si comprende anche vedendo quanto variegata sia la proposta oggi. Vi sono proprio dei brand specializzati in period panties o importanti case di moda dell’intimo che propongono la propria linea. Potrete quindi acquistarle in negozi online o stradali con estrema facilità.
Non vi dirò una marca in particolare ma vi invito a capire quali tipologie possono fare al caso vostro. Sappiate che oggi, dal colore alla taglia, dal modello (culotte e tanga inclusi al diverso potere assorbente (per flussi medi o intensi, ad esempio), potete scegliere lo slip lavabile da ciclo che fa di più al caso vostro. Difendendo le vostre tasche e l’ambiente.
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