Quattro rifiuti per ogni metro quadrato. È questo il biglietto da visita dei nostri parchi urbani, trasformati in discariche silenziose dove passeggiare significa calpestare un tappeto invisibile di sporcizia.

L’ultima indagine di Legambiente su 49 aree verdi in 20 città italiane restituisce una fotografia impietosa: 24.260 rifiuti catalogati uno per uno, con i mozziconi di sigaretta che dominano la scena (10.472 pezzi) e la plastica che regna sovrana rappresentando il 64% del totale. Eppure, proprio mentre questi dati emergono, migliaia di cittadini si preparano a reagire: da venerdì 19 a domenica 21 settembre torna “Puliamo il Mondo“, che quest’anno si intreccia con il World Cleanup Day globale per dire basta al degrado delle nostre aree verdi.

I numeri dell’indagine Park Litter parlano chiaro. I volontari di Legambiente hanno setacciato con precisione scientifica ogni angolo delle aree monitorate, rivelando una densità di mozziconi che raggiunge i 161 pezzi ogni 100 metri quadrati. Una cifra che trasforma ogni area verde in un gigantesco posacenere a cielo aperto, dove l’abitudine di buttare per terra le cicche è ormai radicata come un riflesso automatico.

Ma i mozziconi sono solo la punta dell’iceberg. La vera protagonista di questo disastro ambientale è la plastica, che con il suo 64,3% del totale monopolizza la scena del degrado. Un dato ancora più preoccupante se si considera che oltre la metà dei rifiuti trovati (51,1%) appartiene alle categorie di prodotti che la direttiva europea SUP (Single Use Plastics) ha messo al bando o regolamentato dal 2022. Un segnale che le norme, da sole, non bastano senza un cambio di mentalità collettivo.

Le cause strutturali del problema

L’indagine non si limita alla conta, ma scava nelle radici del fenomeno. Il 60% delle aree monitorate presenta zone di accumulo sistematico, concentrate principalmente attorno a panchine e tavoli, luoghi dove la socialità si trasforma troppo spesso in incuria. La carenza infrastrutturale fa il resto: solo 28 transetti su 65 dispongono di cestini con chiusura antivento, mentre appena 27 sono attrezzati per la raccolta differenziata.

C’è poi un aspetto che amplifica il danno oltre i confini del parco stesso. Nel 73,8% delle aree monitorate sono presenti canali di scolo e tombini che, in caso di cattiva gestione dei rifiuti, si trasformano in autostrade dell’inquinamento verso fiumi e mare. Ogni bottiglia di plastica o mozzicone abbandonato può così iniziare un viaggio che lo porterà a contaminare ecosistemi lontani.

La risposta: dall’indignazione all’azione

Di fronte a questo scenario, la mobilitazione non si fa attendere. Il weekend del 19-21 settembre segna il ritorno di “Puliamo il Mondo”, la storica campagna di Legambiente giunta alla sua 33ª edizione, che quest’anno si sincronizza con il World Cleanup Day coordinato da Let’s Do It! Italy. Un movimento che il 20 settembre unisce milioni di persone in 190 Paesi per una sfida comune: ripulire il pianeta dai rifiuti.

Prendersi cura dell’ambiente è un gesto semplice che può generare un grande cambiamento – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Ogni azione, anche piccola, ispira altri, rafforza il senso di comunità e diffonde una cultura del rispetto e della responsabilità. Con Puliamo il Mondo mettiamo insieme la conoscenza con l’azione, attraverso la citizen science per monitorare i rifiuti dispersi nell’ambiente e le iniziative di volontariato per raccoglierli.

L’appello trova eco anche nelle istituzioni: il vicepresidente della Camera Sergio Costa ha rilanciato sui social il messaggio che “ognuno può e deve fare la propria parte”, trasformando l’iniziativa in un vero appello nazionale.

Un weekend di mobilitazione

Il programma di questo weekend è ricchissimo. Dalle spiagge di Salerno, dove la pulizia ambientale si intreccia con una riflessione su pace e giustizia climatica, alle innovative sessioni di plogging sulla Costa dei Trabocchi in Abruzzo guidate dall’atleta Ivana Di Martino. Milano, Genova, Potenza e decine di altre città vedranno i propri parchi, sentieri e aree degradate trasformarsi in cantieri di cittadinanza attiva.

Il calendario completo è consultabile sul sito di Puliamo il Mondo e offre a chiunque l’opportunità di trasformare la preoccupazione per l’ambiente in un gesto concreto. Perché se è vero che ogni metro quadrato dei nostri parchi soffoca sotto quattro rifiuti, è altrettanto vero che ogni cittadino può contribuire a liberarlo da questo peso e restituirgli la bellezza che merita.

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Fonte: Legambiente