“L’impegno di Coopla Green è un simbolo di rinascita: dimostra che è possibile coniugare occupazione, inclusione sociale e tutela del territorio”

Ci sono storie di economia circolare che sono anche bellissime storie di solidarietà, inventiva, tenacia, coraggio e business. È questo il caso di Coopla Green che voglio raccontarvi. Quando a Manfredonia si è saputo che chiudeva Dopla (ex Manfreplast), una delle maggiori aziende italiane nel settore delle stoviglie monouso, è stato un duro colpo non solo per chi ci lavorava ma per tutta la città. E qualcuno ha subito dato la “colpa” (ormai sembra uno sport nazionale) al Green deal europeo e alla scelta della direttiva Ue di mettere fuorilegge l’usa e getta. Senza capire una volta di più che invece era stata la mancata visione del management – che aveva rinviato la necessaria e indispensabile riconversione, in direzione di produzioni più sostenibili, di un’impresa che fino al 2020 era leader in Europa – a determinarne il fallimento nel 2023. Un esito certo agevolato da eventi anche imprevedibili, quali il Covid e l’aumento spaventoso del costo dell’energia in seguito alla crisi del gas dovuta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin.

Poteva quindi essere la fine di una storia industriale importante del nostro Mezzogiorno. E invece un gruppo di 31 ex dipendenti ha deciso di non arrendersi e di trasformare questa situazione in un’opportunità. Con il supporto anche economico di Legacoop, quel gruppo si è costituito in una cooperativa – appunto Coopla Green – che si propone di rinnovare completamente la produzione, concentrandosi su stoviglie e imballaggi biodegradabili e compostabili. Questo cambio di rotta non è solo una risposta alle nuove esigenze di mercato, ma anche una scelta etica e sostenibile per ridurre l’impatto ambientale dell’industria: economia circolare in purezza. Per poterlo fare è stato scelto il modello del workers buyout, che consente ai lavoratori di rilevare l’azienda e rilanciarla attraverso finanziamenti dedicati tra cui gli stessi fondi derivati dalla Naspi degli ex dipendenti, e lanciato un crowdfunding su GoFundMe. In pochi giorni, prima di Natale, la raccolta ha raggiunto il primo obiettivo: 50.000 euro che sono serviti ad avviare la procedura.

Anche noi del Kyoto Club, attraverso la nostra rete di greenheroes e il sostegno prezioso di Alessandro Gassmann sui media e sui social, abbiamo deciso di supportare il crowdfunding. È inutile dire che anche i valorosi di Coopla Green sono immediatamente entrati a far parte della nostra virtuosa rete. Al crowdfunding ha partecipato il gruppo parlamentare di Avs dando così un concretissimo segnale di sostegno politico all’operazione. L’impegno di Coopla Green va oltre la semplice produzione: vuole essere un simbolo di rinascita per il territorio, dimostrando che è possibile coniugare occupazione, inclusione sociale e tutela dell’ambiente. I lavoratori non cercano semplicemente di preservare i posti di lavoro, ma diventano imprenditori essi stessi e vogliono far parte di un futuro in cui l’industria possa essere una forza positiva per il territorio in cui opera. Un esempio di cittadinanza attiva e operosa.

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