Sono giusto trascorsi 40 anni dalla pubblicazione (nel 1983) del volume “Corsi d’acqua del litorale apuano: effetti inquinanti della polvere di marmo” che, sfatando il mito (interessato) dell’innocuità ambientale della marmettola, ne documentava l’impatto drammatico sulla fauna acquatica – ben superiore a quello di scarichi fognari e industriali – descrivendone i meccanismi d’azione.
Ad ogni pioggia il Carrione assume una colorazione marroncina o bianco latte, a seconda del prevalere di terre (abbandonate al monte dalle cave) o della marmettola che, contro ogni buonsenso e ogni normativa, continua indisturbata a ricoprire le superfici di cava, i ravaneti e le strade.
Quello che vediamo, però, è solo uno dei corni del problema perché quella stessa melma inquinante, dopo ogni evento meteorico, va a intorbidare le nostre sorgenti, mettendo a rischio una riserva idropotabile essenziale per la nostra comunità. Abbiamo tutti consapevolezza che le sorgenti delle Apuane sono minacciate quotidianamente da un’escavazione sempre più distruttiva e insensibile alla tutela dell’ambiente, come denunciano non solo le associazioni ambientaliste, ma anche i report dell’Arpat e i rilievi delle associazioni speleologiche.
In questo quadro, appaiono pertanto singolari le sue affermazioni, riportate nella titolatura de La Nazione “È un fenomeno tipico del nostro territorio. Nessun pericolo”. Vogliamo credere che le sue parole siano state fraintese e che, anzi, sia sua cura sollecitare gli uffici preposti a intervenire in maniera decisa, con multe, sospensioni delle attività e altri provvedimenti, imponendo alle cave la rimozione di terre e marmettola, sulla falsariga delle innumerevoli proposte che Legambiente ha avanzato nel corso di questi decenni (si veda, a titolo di esempio, il nostro “Dossier marmettola – proposta e richiesta di misure efficaci per prevenire l’inquinamento da marmettola delle sorgenti e dei fiumiapuani” – del 1 giugno 2016, inviato a Ministero, Regione, Parco Apuane e Arpat.
Facciamo infine presente che le enormi quantità di terre e marmettola abbandonate al monte, non si limitano solo a inquinare fiumi e sorgenti, ma, in presenza di eventi meteorici importanti, purtroppo molto probabili soprattutto nel contesto del riscaldamento climatico che stiamo vivendo, incrementano anche la frequenza e intensità delle alluvioni e delle siccità: si vedano ad esempio i nostri due video Idee per fermare la fabbrica della siccità (25/8/22) e Manuale di difesa contro il rischio alluvionale(4/3/22).
Le chiediamo, quindi, di attivarsi per adottare tutte le misure di prevenzione necessarie e improrogabili per affrontare il pericolo di future alluvioni e siccità e per tutelare le nostre sorgenti.
di Legambiente Carrara
L’articolo Nessun pericolo dalla marmettola? Legambiente Carrara risponde all’assessore Lorenzini sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.