In cantiere dal 2021, oggi la Città metropolitana di Firenze ha adottato l’atto di pianificazione del Piano urbano di logistica sostenibile (Puls) e il relativo rapporto ambientale che, una volta approvati, andranno ad affiancarsi ed ad inserirsi nel Piano urbano della mobilità sostenibile.
L’obiettivo di fondo è quello di ridurre il congestionamento stradale, migliorare l’efficienza del trasporto delle merci e quindi ridurre le relative emissioni di gas serra e inquinanti.
«Il Puls – spiega Francesco Casini, consigliere della Metrocittà delegato alla Mobilità – detta indirizzi e strategie di intervento per la gestione della mobilità sostenibile delle merci, sia per la logistica distributiva di dettaglio (cresciuta moltissimo negli ultimi anni) che per quella industriale, nel rispetto dei centri urbani e storici del territorio metropolitano fiorentino».
Si tratta di un comparto molto rilevante nel contesto della mobilità nel fiorentino: la componente di traffico generato dalla movimentazione delle merci in ambito urbano è stata stimata pari al 10% delle percorrenze veicolari complessive e responsabile per il 24% del totale delle emissioni di particolato (Pm10 allo scarico).
«Il Piano – continua Casini –, in linea con gli obiettivi europei, punta ad arrivare in modo progressivo entro il 2030 a zero emissioni di CO2 sulla distribuzione urbana delle merci, accompagnato da un percorso di sostegno economico alle aziende per il cambio di veicoli e mezzi a zero emissioni».
Sono state suddivise a questo scopo otto aree del territorio metropolitano, così come per il Piano urbano di mobilità sostenibile (Pums): Firenze, la cintura fiorentina, il Mugello, la Romagna Toscana, la Val di Sieve, il Valdarno Fiorentino, il Chianti Fiorentino, la Valdelsa e il Valdarno empolese.
Il Puls proprio come il Pums potrà essere strumento per avere avere percorsi prioritari per ottenere risorse dal Governo. A parte la Metrocittà di Firenze, solo quella di Bologna ad oggi dispone di un Puls.
«L’adozione prima e l’approvazione ci permetterà di partecipare ad altri bandi e di ottenere risorse per poter puntare sugli investimenti e sugli obiettivi che il piano si pone», argomenta Casini. Adesso comincia la fase di osservazione e di controdeduzione che coinvolgerà nuovamente operatori, categorie stakeholder e cittadini. L’obiettivo è quello di arrivare all’approvazione del Piano nel mese di ottobre 2023.
Nel dettaglio, ad ora per ogni area omogenea della Città metropolitana, sono state formulate nove possibili misure di intervento, raggruppate in sei macrocategorie, tra cui spiccano l’armonizzazione e la regolamentazione sinergica per l’accesso alle Ztl, le aree di carico/scarico e degli Spazi di logistica di prossimità (Slp) tra i diversi Comuni e nelle diverse fasce orarie; lo sviluppo di soluzioni Ict per l’accesso, la prenotazione, la raccolta dati e il supporto alla pianificazione in logica Smart city; la diffusione di sistemi di trasporto a carburanti alternativi a basso impatto per il trasporto merci con l’elaborazione di una strategia condivisa per l’implementazione di una Hydrogen valley metropolitana (sostenere la produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse con il duplice obiettivo di convertire gli stabilimenti inutilizzati e favorire la crescita delle fonti energetiche rinnovabili).
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