Comincia oggi a Lisbona l’Ocean Conference dell’Onu co-ospitata dal Portogallo e da Kenya, un evento di rilevanza mondiale che si protrarrà fino al primo luglio e che vede la partecipazione dei governi, organizzazioni della società civile e dei partner del settore imprenditoriale e associativo, per esortare tutti d assumere un ruolo attivo nel raggiungimento degli obiettivi dell’obiettivo di sviluppo sostenibile 14 (SDG 14) – Salvaguardare la vita marina – e a impegnarsi per la sostenibilità delle risorse marine.

In un momento così critico e decisivo per gli oceani e i mari, Legambiente si è detta «Particolarmente orgogliosa di poter confermare la sua partecipazione attiva alla Conferenza di Lisbona anche organizzando il side event online “Scienza e conoscenza: una rete a tutela del Mediterraneo contro i rifiuti marini”», che si terrà martedì 28 giugno alle ore 10.30 (ora italiana). Sulla scia dell’impegno sottoscritto in partnership con l’Università di Siena nel 2017 alla prima Ocean Conference a New York, durante l’evento online saranno presentati i progressi ottenuti finora nella tutela della salute del Mediterraneo, con particolare attenzione al tema del marine litter, i rifiuti dispersi nel mare e lungo le coste.

Il Cigno Verde ricorda che «Gli oceani e i mari sono stati spesso considerati come fonte di materie prime illimitate in grado di sostenere la crescita industriale, ma anche di assorbire la produzione incontrollata di qualsiasi tipo di rifiuto. Ma negli ultimi anni, in particolare, le plastiche sono diventate una grave minaccia crescente per l’ambiente marino, con effetti letali per le specie marine e con potenziali minacce per la salute umana. I rifiuti intrappolano, feriscono o vengono ingeriti dagli organismi acquatici, offrono trasporto alle specie aliene per raggiungere ambienti estranei al loro ambiente originale, ma il problema più grande è che le plastiche non scompaiono. Rimangono per decenni nell’ambiente e si frammentano in pezzi sempre più piccoli, impossibili da rimuovere e da individuare: le microplastiche (frammenti di dimensione minore di 5 mm), che hanno una via facilitata per entrare nella catena alimentare e contaminarla».

Durante l’evento i relatori non si limiteranno al trasferimento di informazioni per migliorare la consapevolezza del fenomeno dei rifiuti marini, ma avranno l’occasione di confrontarsi sulla possibilità di mettere in campo nuovi strumenti e attività che integrino scienza e campagne di sensibilizzazione. Un nuovo approccio partecipativo che coinvolga le parti interessate e le comunità locali, con l’ambizione di testare un modello potenzialmente trasferibile a tutto il bacino mediterraneo.

Il side event online vedrà la partecipazione di Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente Onlus; Maria Cristina Fossi, Professoressa di ecologia ed ecotossicologia all’università di Siena; Alessandra Sensi, Union for Mediterranean; Sigi Gruber, European Union; Eleni Hatziyanni, DG MARE; Vincent Ernoux, ENI CBC Med Program/Interreg NEXT MED, Francesca Marcato, InterregMed; and Sana Ben Ismail, INSTM.

L’evento online sarà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube di Legambiente, e disponibile nei giorni successivi sui canali social COMMON Twitter e Facebook.

Zampetti, conclude: «Per questo motivo, affrontare il problema del marine litter nel Mediterraneo rappresenta una delle sfide più complesse degli ultimi anni. Data la natura degli ambienti marini, non isolati dal contesto circostante, i problemi legati al mare possono essere affrontati solo a livello comunitario e attraverso un approccio multi-istituzionale integrato, in cui i diversi attori politici e della società civile possano lavorare insieme e in modo coordinato. Con questo obiettivo abbiamo intrapreso un importante percorso con l’Università di Siena che ci ha portato a costruire un importante network che oggi coinvolge tante realtà scientifiche, istituzionali e associative in diversi Paesi costieri del Mediterraneo, per un’azione coordinata e unitaria, ancora oggi assente».

 

L’articolo Ocean Conference Onu: ci sarà anche Legambiente sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.