Le sentinelle del mare, i pescatori di Puglia e Veneto che raccolgono i rifiuti in mare, tra giugno e luglio hanno raccolto 2.753 kg di spazzatura marina nell’area Tremiti-Molfetta, mentre in Veneto, v< dove le attività di recupero sono ancora in corso, ne hanno raccolti finora circa 510 kg. Un bottino che è smaltito adeguatamente dopo le operazioni di differenziazione condotte dagli stessi pescatori e che era costituito all’80% da plastiche resistenti di vario tipo e il restante 20% da calze per allevamento di mitili, metalli, vetro e pneumatici.
Di rifiuti in mare, biodiversità e ruolo dei pescatori nel progetto ECO.ADRI, finanziato dal ministero delle politiche agricole e sovranità alimentare tramite la Misura 1.40 del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), si è parlato al Centro di recupero tartarughe marine di Legambiente di Manfredonia, un’iniziativa inaugurata dalla liberazione in mare della tartaruga marina Adri, un esemplare di Caretta caretta finito accidentalmente il 13 settembre in una rete a strascico a circa 5 miglia a largo di Rodi Garganico. Come spiega Legambiente, gli obiettivi specifici Progetto ECO:ADRI sono: «Contribuire alla conservazione e al risanamento dell’ecosistema marino attraverso la riduzione dell’inquinamento in mare tramite l’attività nota come “fishing for litter”. Supportare una gestione a lungo temine del problema della marine litter, attraverso la definizione di un sistema di gestione virtuoso per il recupero e la gestione dei rifiuti marini, trasferibili a livello nazionale. Contribuire alla riduzione delle catture e mortalità della tartaruga marina. Accrescere le competenze professionali e le conoscenze dei pescatori e altri operatori del mare su metodi ed operazioni per la riduzione della marine litter e per la tutela della tartaruga marina . Aumentare la consapevolezza ambientale dei pescatori, altri operatori del mare e cittadini in materia di protezione e ripristino dell’ecosistema marino»-
I Partner coinvolti sono: Legambiente Nazionale, Legambiente Puglia, Legambiente Veneto e Circolo Legambiente Padova insieme a GAL Ponte Lama e VeGAL – FLAG Veneziano. Iniziato a giugno, il progetto che terminerà a fine ottobre, si svolge in Veneto, a Caorle e in tutta l’area flag di Venezia, e in Puglia, tra Molfetta e Bari, nell’alto e nel basso Adriatico quindi, in una zona densissima di attività del Mediterraneo, che rappresenta per caratteristiche naturali e biodiversità uno tra i più importanti ecosistemi al mondo. Molti rifiuti galleggiano sulla superfice del mare e vengono trasportati sulle spiagge ma la maggior parte finiscono sui fondali sparendo alla vista. In generale, la plastica è il principale rifiuto del mare raggiungendo, in alcune aree, il 90-95% del totale e se i pezzi più ingombranti possono essere recuperati, le microplastiche derivanti dalla sua degradazione sono impossibili da eliminare. Tra i principali responsabili troviamo la mitilicoltura e la pesca non professionale, ma anche e soprattutto il non corretto smaltimento dei rifiuti a terra. Nelle reti dei pescatori, infatti, sono finite anche biciclette, contenitori di ogni tipo, latte di vernici potenzialmente tossiche, batterie d’auto ma anche reperti bellici inesplosi».
Nicola Corona, project manager di Legambiente, ha concluso: «La partecipazione dei pescatori, appositamente formati e coinvolti nel progetto, è fondamentale per il raggiungimento dei nostri obiettivi Solo grazie alla loro disponibilità possiamo riuscire a diminuire l’inquinamento dei nostri mari e tutelare il prezioso patrimonio di biodiversità che li caratterizza, a partire dalle tartarughe marine che spesso sono tra le prime vittime dell’inquinamento e delle catture accidentali durante le attività di pesca».
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