Secondo un sondaggio realizzato da  Kyodo News, «Oltre 80% degli intervistati considera insufficiente il chiarimento rilasciato dal governo giapponese sullo sversamento in mare delle acque contaminate della centrale nucleare di Fukushima».

Infatti, dal sondaggio, realizzato tra il  14 e il 16 luglio in tutto il Giappone, emerge che l’80,3% dei cittadini giapponesi considera insufficiente il chiarimento del governo guapponese – appoggiao dall’International atomic energy agency Iaea –  sullo scarico in mare dell’acqua radioattiva del cadavere nucleare della centrale di Fukishima Daiichi.  Un progetto fortemente osteggiato dagli ambientalisti e dai pescatori giapponesi e da Cina e Corea del sud.

Una sfiducia che si triflette anche sul governo di centro-destra del Giappone Invece l’87,4% intervistati pensa che il progetto di riversare l’acqua radioattiva in mare danneggia l’immagine di Giappone che ha un tassso di approvazione del 34,3%, il livello più basso di sempre, con un’riduzione di ben il 6,5% rispetto a giugno. Intanto i giapponesi contrari  all’operato del primo ministro giapponese Fumio Kishida sono saliti al 48,6%, con un aumento del 7%.

Kishida è sotto attacco da parte della Cina che ha bloccato le importazioni di pesce e che è nettamente contraria allo sversamento in mare dell’acqua contaminata. Oggi il governo giapponese ha accusato la Cina di aver rifiutato un incontro per discutere la questione da da un punto di vista scientifico. Durante una conferenza stampa, il ministro giapponese dell’Industria, Yasutoshi Nishimura, ha detto che «Il governo ha ripetutamente presentato la richiesta al governo cinese, ma Pechino è rimasta contraria all’idea».

Tokio si fa forte del parere dell’Iaea  che il 4 luglio che ha confermato che lo scarico dell’acqua dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi soddisferà gli standard di sicurezza internazionali. Sulla base del rapporto Iaea, il governo giapponese sta intensificando un’iniziativa diplomatica per spiegare che lo scarico nell’oceano, che prevede di iniziare già quest’estate, non provocherà danni e pericoli alle nazioni  vicine. Ma la Cina rimane fermamente contraria e il governo autonomo di Hong Kong vieterà le importazioni di prodotti ittici provenienti da 10 prefetture giapponesi se Kishida procederà con lo scarico del l’acqua trattata. Una posizione che Nishimura ha definito «Estremamente deplorevole».

In aiuto del Giappone è venuta l’Unione europea che il 13 luglio ha dichiarato che revocherà completamente le restrizioni all’importazione di prodotti alimentari e marini giapponesi introdotte in risposta al disastro nucleare di Fukushima del 2011 e Nishimura ha evidenziato che «Questo  ridurrà i danni per la reputazione dei prodotti e contribuirà al recupero delle aree colpite dal disastro».

In Corea del sud, il presidente di destra Yoon Suk-yeol ha detto che esaminerà attentamente la valutazione dell’Iaea, ma i parlamentari dell’opposizione hanno iniziato uno sciopero della fame per fermare il piano giapponese e l’opinione pubblica sembra essere dalla loro parte.

Anche il Pacific Islands Forum (PIF), composto da 18 Paesi e regioni, continua a esprimere forti riserve sul piano di scarico dell’acqua contaminata e ha detto che «Dovrebbe essere istituito un altro organismo internazionale deliberativo composto da nazioni direttamente interessate dal piano per discutere le questioni correlate».

L’articolo Per l’80% dei giapponesi il piano di sversamento in mare delle acque radioattive di Fukushima è inadeguato sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.