Si leggono, soprattutto sui social, commenti negativi sull’ipotesi del possibile investimento Danieli – Metinvest per una nuova acciaieria. Si afferma che si tornerà ad una monocultura siderurgica.
Legambiente vuole replicare a queste affermazioni, precisando che si può parlare di monocultura solo quando un’attività economica consuma o danneggia risorse tali da mettere a rischio il benessere dei cittadini e/o economie di altro tipo. Ad esempio la risorsa acqua, aria, spazi di territorio vocati ad altri usi, danneggia le bellezze naturali così tanto da impattare sull’attrattività turistica.
Legambiente ha sempre affermato che il settore manifatturiero può essere uno dei settori trainanti, dell’economia della Val di Cornia. Neanche il turismo, commercio e ristorazione possono prosperare in un territorio che non abbia altre forme di occupazione e reddito stabile. La povertà del settore primario (agricoltura) e secondario (manifattura) incide fortemente sul terziario e impoverisce tutti.
Non è un caso che negli ultimi dieci anni la popolazione di Piombino sia diminuita di circa cinquemila abitanti. L’agricoltura deve evolversi puntando sull’eccellenza del prodotto finito e trasformato localmente, il turismo deve destagionalizzarsi, ma anche la manifattura deve rinascere, anche se con caratteristiche diverse da quella conosciuta storicamente e determinare una spinta significativa per una ripresa economica e sociale della città e della Val di Cornia.
Per quello che si conosce del progetto della nuova acciaieria, non sembra che abbia degli impatti tali da danneggiare altri settori. L’occupazione di suolo è contenuta, circa 200 ettari di terreno, rispetto alle enormi aree industriali dismesse o inutilizzate di Piombino. Dobbiamo però preoccuparci di bonificarle ed esse possono diventare un punto di forza di questo territorio. Oltre alla siderurgia, nelle aree industriali bonificate, possono insediarsi altre manifatture.
Semmai dobbiamo preoccuparci che tipo di impianti si intende realizzare. Quali sono i consumi di risorse, in primis dell’acqua e quali impatti avrà l’impianto in termini di rifiuti, emissioni, scarichi, rumore ecc.
Non si conoscono i consumi di acqua, ma a Piombino, oltre al progetto di acquedotto “Cornia industriale”, con la messa in sicurezza idraulica della zona industriale, si avranno disponibili notevoli quantità di acqua utilizzabili esclusivamente dall’industria.
Le emissioni di fumi e polveri sembrano contenute e vanno verificate quando saranno noti i progetti, mentre i rifiuti prodotti sono da inserire quanto più possibile in un processo virtuoso di recupero e di economia circolare.
Insomma il progetto Danieli – Metinvest va conosciuto con più precisione e fatto valutare da esperti, ma parlare ora di “ritorno alla monocultura siderurgica” ci sembra un pregiudizio dettato da una visione post-industriale che dà per inevitabile l’uscita dal settore manifatturiero per puntare decisamente sul solo turismo.
Per Legambiente questo progetto siderurgico non è neanche “l’ultima occasione”; siamo convinti che, con una politica di risanamento dell’area industriale, grazie alla presenza del porto con nuove banchine e spazi retroportuali e una nuova viabilità, capace di determinare una più razionale logistica, si possano creare le condizioni per un vero e proprio polo di attrazione di ulteriori imprese, capaci di implementare un sistema economico virtuoso e creare altre possibilità di nuova occupazione stabile
di Legambiente Val di Cornia
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