I principali attori italiani attivi lungo la filiera della trasformazione e del riciclo delle materie plastiche – i consorzi Conai e Corepla, le associazioni Unionplast e Ippr – hanno siglato un’intesa volta a creare un nuovo schema di certificazione per attestare la riciclabilità degli imballaggi in plastica.
Gli esperti dei quattro soggetti sottoscrittori lavoreranno quindi alla stesura di un disciplinare di certificazione, che si affianchi a strumenti nuovi o esistenti, per consentire alle aziende di raggiungere livelli sempre più alti di riciclabilità; tale disciplinare prevederà anche tutti i test di laboratorio necessari per verificare la conformità ai requisiti previsti.
«Con questo patto – commenta il presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo – mettiamo a fattor comune non solo avanzati sistemi di raccolta e riciclo degli imballaggi in plastica ma anche una visione generale di lungo periodo che supporti le imprese nella ricerca di una progettualità di base improntata a standard di sostenibilità ambientale sempre più elevati e estesi a tutta la filiera produttiva».
Più in particolare, l’iniziativa nasce a valle della proposta arrivata dalla Commissione Ue per un nuovo regolamento sugli imballaggi, i quali dovranno essere tutti pienamente riciclabili una volta che saranno immessi sul mercato a partire dal 2030.
Un fronte su cui resta ancora molto da lavorare: i più recenti dati comunicati da Corepla (relativi al 2021) informano infatti che a fronte di un immesso al consumo gestito pari a 1,86 mln di tonnellate, in Italia circa 1 mln di ton è stato avviato a riciclo, mentre 407mila ton sono state destinate a recupero energetico e 143mila ton conferite in discarica.
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