Il ministero dell’Ambiente ha pubblicato oggi due decreti per distribuire i fondi Pnrr sull’economia circolare previsti dalla missione 2, investimento 1.1, linee d’intervento A e C: in totale si tratta di risorse per 1,05 miliardi di euro, suddivise rispettivamente in 600 e 450 mln di euro.
Il viceministro Vannia Gava riporta che «è stata pubblicata la proposta di graduatoria dei progetti ammissibili a finanziamento per il miglioramento della raccolta differenziata nei Comuni», relativa alla linea d’intervento A, anche se mentre scriviamo il decreto di fatto non risulta ancora consultabile sulla pagina dedicata dal ministero.
La richiesta di fondi arrivata al ministero su questo fronte supera di molto le risorse messe a disposizione: la linea d’intervento ha infatti registrato un’ampia partecipazione dai soggetti pubblici coinvolti, che hanno presentato 2.930 proposte, quasi tutte ritenute ammissibili, per un valore complessivo di oltre 1,7 miliardi di euro.
Con i decreti di prossima emanazione si darà il via all’erogazione dei contributi disponibili: «Lavoriamo con celerità per migliorare il Paese sul fronte ambientale e agganciare la sfida della modernizzazione, che resta primaria», commenta Gava.
Per quanto riguarda invece la linea d’intervento C, il decreto ripartisce un totale di 450 milioni di euro su 65 progetti per realizzare o ammodernare impianti di trattamento di quattro tipologie di rifiuti: i materiali assorbenti a uso personale, i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e quelli tessili.
Il contributo accordato per le 33 proposte ammesse e provenienti dal centro-sud è di 270 milioni, mentre la restante parte, 32 proposte per un totale di 180 milioni, sono finanziabili in realtà del nord Italia. Anche in questo caso, i progetti pervenuti al ministero erano molti di più: 218.
Per il ministro Gilberto Pichetto questo decreto è comunque «una nuova grande occasione rivolta a tutto il sistema Paese di incrementare il recupero di materia in settori nevralgici. Un investimento, dunque, su quel processo di economia circolare che vede l’Italia in prima fila e che deve continuamente alimentarsi di innovazione per portare risultati tangibili alle comunità nazionali».
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