Ieri al Comune di Scarlino è arrivata la comunicazione ufficiale – inviata dalla Regione Toscana – in merito all’archiviazione definitiva del progetto di revamping dell’inceneritore, fermo ormai dal 2015.
Contestualmente, la nuova realtà proprietaria dell’impianto (la multiutility a maggioranza pubblica Iren) ha presentato ai sindaci di Scarlino (Francesca Trevison) e di Follonica (Andrea Benini) la proposta di bonifica dell’area per realizzarvi poi un polo dedicato all’economia circolare, tramite il recupero di materia da rifiuti.
Un’ipotesi cui il sindaco di Follonica guarda con interesse, pur non dando «nulla di scontato» e attendendo i dettagli progettuali utili per poter valutare compiutamente la proposta, che vale investimenti per 130 milioni di euro e 110 posti di lavoro, oltre alla creazione di filiere industriali utili alla transizione ecologica.
Anche il sindaco di Scarlino chiede ora certezze sul nuovo piano. «Vogliamo chiarire – dichiara Trevison – la nostra posizione in merito al nuovo progetto presentato da Iren Ambiente, che riguarda l’area della Piana di Scarlino, che lo ricordiamo è sede dell’inceneritore. Partiamo dal fatto che questa amministrazione non è contraria all’economia circolare, anzi: ne abbiamo parlato anche durante la campagna elettorale perché sapevamo benissimo che l’interesse sulla nostra zona industriale non sarebbe finito con l’accantonamento dell’incenerimento. I rifiuti rappresentano una criticità sulla quale è impossibile oggi non dover fare i conti, e il riciclo è una soluzione plausibile se ben strutturato».
Sulla nuova proposta Iren però il sindaco chiede maggiore chiarezza. «Ci viene detto che l’area diventerà uno dei primi poli per grandezza in Italia dedicati al trattamento di legno, pulper e plastiche, dei fanghi (aspetto che ci preoccupa di più) e alla depurazione per la lavorazione di rifiuti liquidi. Si tratta inoltre di quantità molto importanti in entrata. Per questo abbiamo sollecitato in più occasioni ulteriori precisazioni all’azienda. Abbiamo chiesto inoltre, e continueremo a chiedere, il coinvolgimento della popolazione locale, che deve essere informata e deve poter esprimersi sul futuro della Piana di Scarlino. Non possiamo accettare un progetto di cui non conosciamo bene l’impatto sul territorio in termini di tutela ambientale, ma anche di trasporti e di viabilità».
Restano dunque da approfondire e chiarire meglio i termini dell’investimento proposto da Iren: «Non vogliamo ripetere l’errore che il Pd ha fatto in passato, dando prima le autorizzazioni a un impianto e trovandosi dopo a dover lottare per farlo chiudere. Teniamo fortemente al futuro del nostro territorio e vogliamo essere certi che sia sempre e comunque garantita la tutela della salute dei nostri concittadini. Stavolta Scarlino merita di prendere parte ad ogni decisione che riguarda la zona industriale, senza pregiudizi ma con chiarezza, approfondimenti e certezze», conclude Trevison.
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