La biochimica nigeriana Eucharia Oluchi Nwaichi dell’università di Port Harcourt, ha ricevuto il Premio John Maddox 2022 per «Aver coinvolto le comunità in conflitto nella ricerca di soluzioni all’inquinamento nei giacimenti petroliferi del Delta del Niger». La giuria l’ha elogiata «Per aver presentato evidenze e metodi di prova per il ripristino del suolo, facendo progredire coraggiosamente il dibattito pubblico con una solida scienza, nonostante il rischio personale.
La Nwaichi ha commentato: «Ricevere il Premio John Maddox da istituzioni così rispettabili è un grande onore, con una sensazione risonante difficile da esprimere a parole. Quando mio marito ha ricevuto la grande notizia, ha detto che “I prepotenti e gli sciovinisti disinformati che non hanno riconosciuto il tuo lavoro per la società ti hanno involontariamente indirizzato verso le persone giuste”. Gli scienziati come me sono incoraggiati da un premio come questo per affrontare gli ostacoli e garantire che prove credibili vengano utilizzate per informare le politiche per lo sviluppo sostenibile».
Il Premio John Maddox continua ad attrarre nomination globali riguardanti tutte le discipline, da parte di ricercatori che stanno conducendo un lavoro essenziale per difendere la scienza solida nell’interesse della popolazione e che si confrontano con avversità e opposizioni. Quest’anno l’organizzazione del premio, gestito e finanziato dall’ONG Sense about Science, della quale Sir John Maddox è stato uno dei fondatori, e da Nature, di cui è stato editore per oltre 20 anni, con il supporto di Clare e Andrew Lyddon, ha ricevuto 55 nomination provenienti da tutto il mondo. Tracey Brown Obe, direttore di Sense about Science, conferma: «Quest’anno, abbiamo visto candidature relative, tra le altre, a evidenze scientifiche in difficili discussioni sulla sicurezza di laboratorio, i livelli di testosterone negli atleti olimpici e l’efficacia del vaccino. E’ frustrante che in così tante parti del mondo le persone assecondino reazioni contro la ricerca senza pensare a quanto possano essere importanti quelle evidenze e la libertà di discuterle. E’ particolarmente frustrante quando le istituzioni della ricerca non difendono quello spazio o i loro ricercatori. Siamo lieti che il premio vada a Eucharia. Ha impegnato forze ostili opposte nel porre domande scientifiche per assicurarsi che le soluzioni fossero efficaci. Un approccio fresco in un mondo in cui sta diventando comune individuare i lati politici attorno ai risultati della ricerca».
Dennis Lo FRS, direttore del Li Ka Shing Institute of Health Sciences della Chinese University di Hong Kong, ha aggiunto: «La dottoressa Nwaichi soddisfa le qualità che il Premio Maddox intende premiare. Deve affrontare un problema difficile e impegnativo, ha svolto il lavoro nonostante il potenziale pericolo per la sua carriera e il suo benessere e porta la consapevolezza di questo problema all’opinione pubblica».
Il Delta del Niger è la più grande regione produttrice di petrolio dell’Africa occidentale, ma l’inquinamento da petrolio e gas non ha portato benesse ma ha trasformato il Delta del Niger in uno dei luoghi più inquinati e pericolosi della Terra: gruppi armati fanno saltare gli oleodotti, le compagnie petrolifere sono accusate di negligenza, i rapimenti sono in aumento e c’è una profonda sfiducia nei confronti degli estranei. Gli organizzatori del Premio John Maddox sottolineano che «E’ urgentemente necessaria la ricerca per sperimentare metodi efficaci per ripulire il suolo (fitorisanamento). La dottoressa Nwaichi ha convinto le comunità locali e le compagnie petrolifere a impegnarsi con le prove raccolte e a prendere parte alla ricerca, nonostante i livelli di conflitto intenso e spesso pericoloso tra di loro. Attraverso il suo approccio costruttivo utilizzando evidenze scientifiche, è stata in grado di risolvere una controversia tra le comunità locali e una compagnia petrolifera sugli effetti dei rifiuti liquidi sugli stock ittici nello Stato di Rivers, placando un conflitto che minacciava di degenerare in violenza. Continua a lavorare con le comunità locali per sperimentare nuovi metodi di bonifica del suolo. Nonostante le forti minacce nei suoi confronti da parte di rappresentanti di un’altra compagnia petrolifera i cui funzionari le hanno confiscato le registrazioni e i dati e si sono opposti al lavoro svolto da una donna. Nonostante questo, la dottoressa Nwaichi si è impegnata a trovare soluzioni all’inquinamento da idrocarburi e continua a cercare di trovare modi per condurre il suo lavoro sul campo senza interferenze. Lei e il suo team stanno attualmente lavorando alla formulazione di nutrienti a lento rilascio per contrastare l’esaurimento del suolo».
Per Richard Webb, caporedattore di Nature, «Il lavoro di Eucharia è un caso ispiratore di come la scienza, la razionalità e il pensiero basato sull’evidenza possono essere usati per il bene comune e per un mondo migliore, aspirazioni che penso che John Maddox avrebbe completamente approvato. E’ piacere nostro lavorare ancora una volta con Sense about Science per riconoscere e premiare coloro che si battono per una scienza rigorosa e siamo lieti di essere ancora una volta in grado di fornire una piattaforma aggiuntiva a un attivista così coraggiosa e stimolante»
In un’intervista alla BBC, la Nwaichi, la prima donna africana a vincere il Premio John Maddx, ha detto: «Vogliamo soluzioni che siano ecologiche e basate sulla natura. Miriamo a non fare del male in tutto ciò che facciamo». Il modo in cui bonifica i suoli e l’acqua contaminati da petrolio e altre sostanze chimiche è relativamente semplice. E’ il i chiama biorisanamento: piantare vegetazione che rimuove naturalmente gli inquinanti presenti nel terreno, senza la necessità di rimuovere le sostanze chimiche e smaltirle altrove.
La biochimica vene chiamata sul luogo delle fuoriuscite di petrolio – dove sostanze chimiche e metalli pesanti come mercurio, piombo e cromo si disperdono nel terreno – e monitora l’inquinamento. Dal 2003 lavora nel delta del Niger – l’ex “giardino della Nigeria” che ha subito la maledizione di avere enormi riserve di petrolio e gas. Mentre stava facendo il suo dottorato, la Nwaichi ha scoperto che i rifiuti della raffinazione del petrolio stavano soffocando l’acqua, causando un conflitto tra la comunità locale e la compagnia petrolifera operante nella zona. La Nwaichi ricorda che «dimostrando la causa del problema con prove documentate, ho convinto la compagnia a cambiare il modo in cui estraeva il petrolio».
Tracey Brown, direttrice di Sense about Science, sottolinea che «Questo uso della scienza durante violente controversie è ciò che le è valso il premio Maddox. Eucharia ha impegnato forze ostili opposte a porsi domande scientifiche per assicurarsi che le soluzioni fossero efficaci. Ciò che la contraddistingue è la sua diplomazia: conquistare la popolazione locale e persuadere le compagnie petrolifere a pagare per la bonifica».
Dopo aver subito per decenni un inquinamento devastante, le popolazioni del Delta del Niger si sono rivolte ai tribunali per avere giustizia e nel 2021 un tribunale olandese ha stabilito che Shell deve risarcire una comunità di agricoltori. Ma la Nwaichi fa notare che «L’ambiente nel frattempo sta soffrendo. Durante il contenzioso, la bonifica non è una priorità. Per coinvolgerla, la gente del posto deve sentirsi parte della soluzione. Se non interagisci adeguatamente con le persone, corri il rischio di essere rapita. Per prima cosa incontro il capo della comunità, la leader delle donne, i leader dei giovani. Parlare Pidgin o la lingua locale e utilizzare le conoscenze tradizionali aiuta a creare fiducia. Le persone si emozionano e si sentono scienziati, perché stanno lavorando con noi ricercatori per risolvere il problema. Apprendiamo anche da loro. Hanno tecniche di semina che non conosciamo: ci insegnano come far funzionare la soluzione nella loro zona. La terra contaminata deve essere ripristinata in modo che i raccolti possano crescere di nuovo e sia resa possibile la pesca, invece che le comunità si concentrino solo sulla compensazione finanziaria». Le sono stati offerti lavori in prestigiose università statunitensi, ma è rimasta a lavorare nel pericoloso Delta del Niger, perché «La mia missione è quella di rendere grande il mio Paese».
Per ONG come Amnesty International e Friends of Earth le multinazionali petrolifere sono un nemico da trascinare in tribunale perche paghino per le cattive condizioni di salute delle comunità locali, rimaste senza acqua potabile e che hanno visti distrutti i loro mezzi di sussistenza da un’industria irresponsabile e venefica. Ma la Nwaichi dice che non le interessa schierarsi: «Non siamo qui per la battaglia. Vogliamo solo che le persone siano responsabili. Essere responsabili è più importante che combattere. E’ più duraturo» e, nonostante l’onnipresente rischio di violenza e le minacce delle compagnie petrolifere, continua perché «Credo che madre natura mi abbia chiamato a fare da amministratore e perché vedo i fatti come una forza positiva. Il potere della scienza è che le persone possono dimostrare che si può fare quel che finora non è stato fatto sulla base di pregiudizi o interessi personali di qualcuno».
Yap Boum, della Mbarara University of Sciences (Uganda/Camerun), ha concluso: «La vincitrice del Premio Maddox 2022 ha dimostrato coraggio. Il coraggio di parlare, di esporsi, di esporre la propria famiglia, di esporre la propria comunità, per qualcosa che ritiene giusto. Ma soprattutto, basandosi sulle prove».
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