Una volta che il Consiglio europeo avrà adottato la sua posizione verranno avviati i colloqui con i governi nazionali sulla forma finale della legge. Le reazioni in Italia

Il 22 novembre il Parlamento europeo con 426 voti a favore, 125 contrari e 74 astensioni ha approvato il nuovo regolamento Ue in materia di imballaggi. Una volta che il Consiglio europeo avrà adottato la sua posizione, il Parlamento potrà avviare i colloqui con i governi nazionali sulla forma finale della legge.

Gli imballaggi rappresentano una fonte di rifiuti in costante aumento. Nell’Ue sono passati da 66 milioni di tonnellate nel 2009 a 84 milioni di tonnellate nel 2021. Nello stesso anno, ogni europeo ha generato 188,7 kg di rifiuti di imballaggio, una cifra che si prevede aumenterà a 209 kg nel 2030 in assenza di misure.

Cosa prevede il nuovo regolamento Ue

Al centro del nuovo regolamento sono ci sono una serie di obiettivi generali di riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi: 5% entro il 2030, 10% per il 2035 e 15% entro il 2040. Per i rifiuti derivati dagli imballaggi in plastica gli obiettivi sono invece del 10% entro il 2030, del 15% entro il 2035 e del 20% entro il 2040.

Il regolamento punta poi a vietare la vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, a limitare fortemente l’uso di alcuni formati di imballaggio monouso, le confezioni in miniatura degli hotel per i prodotti da toilette e le pellicole termoretraibili per le valigie negli aeroporti.

Viene inoltre indicato il divieto dell’uso delle cosiddette “sostanze chimiche per sempre” aggiunte intenzionalmente (sostanze alchiliche per- e polifluorurate o Pfas) e del bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti.

Il regolamento incoraggia il riutilizzo e le opzioni di ricarica per i consumatori, mira a incentivare la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti di imballaggio e chiede ai Paesi membri di garantire la raccolta differenziata del 90% dei materiali contenuti negli imballaggi (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) entro il 2029.

Le reazioni in Italia

“La posizione negoziale del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento imballaggi fa vincere il buonsenso e la scienza – ha commentato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto – Gli emendamenti approvati, in particolare quelli che a fronte di un avvio a riciclo pari all’85% rivedono obblighi di riuso e divieti nell’utilizzo di imballaggi, puntano a tutelare l’ambiente, senza smantellare il sistema costruito negli anni con le stesse istituzioni europee e le imprese virtuose del riciclo. Ora l’Italia proseguirà la propria determinata azione negoziale avendo ricevuto dal Parlamento europeo un segnale molto importante”.

“II voto in plenaria dell’Europarlamento sul regolamento imballaggi è un risultato importante, che tutela il ‘sistema Italia’ e un giusto riconoscimento al nostro modello di eccellenza – ha dichiarato il presidente di Corepla Giovanni Cassuti – Se il regolamento fosse stato approvato così come proposto inizialmente dalla Commissione, l’impatto avrebbe smantellato un settore economico con migliaia di addetti e vanificato gli ottimi risultati ambientali del riciclo, ottenuti grazie al lavoro congiunto che coinvolge comuni, cittadini, imprese e consorzi di filiera. In questa direzione, e con l’impegno di tutti, sarà possibile promuovere la circolarità del comparto e della filiera italiana e dare nuovo impulso all’innovazione del Paese, ci auguriamo che gli step successivi portino a definire posizioni sempre più equilibrate e meno ideologiche seguendo una impostazione in linea con il Pnrr”.

Di testo equilibrato ha parlato Marco Versari, presidente del consorzio Biorepack. “Rispetto all’impostazione iniziale, che, in alcuni passaggi, risultava decisamente penalizzante nei confronti del riciclo organico (che ricordiamo essere la forma di riciclo specifica della frazione di maggior peso nell’ambito delle raccolte differenziate), corregge alcune storture, recuperando il giusto spazio per tale forma di riciclo e per i materiali come le bioplastiche compostabili, che sono sviluppate proprio per essere al servizio di tale riciclo”.