Tenere pulita casa propria costa tempo e denaro, una realtà che si ripropone anche per pulire le città dai rifiuti urbani, che i cittadini generano ogni giorno. Ma quando arriva il momento di mettere mano al portafoglio attraverso la tassa rifiuti (Tari), periodicamente tra i Comuni si scatena il caos.

È quanto (ri)accaduto in questi giorni nell’assemblea dell’Ato Toscana sud, ovvero l’ente che comprende i 104 Comuni delle province di Siena, Grosseto, Arezzo e Val di Cornia, dove i servizi d’igiene urbana sono in capo alla partecipata pubblica Sei Toscana.

Alcuni tra i Comuni con maggior peso, tra i quali spiccano quelli di Grosseto e Siena, hanno infatti imposto il ritiro da parte dell’Ato di una delibera sugli aumenti della Tari. Il tema verrà dunque affrontato nuovamente nella prossima assemblea dell’Ato, ma nel frattempo sono tornate a moltiplicarsi le accuse rivolte a Sei Toscana: un paradosso, dato che l’intera catena decisionale sull’ammontare della Tari è in mano alle pubbliche istituzioni.

Ogni Comune determina la Tari attraverso i Piani economici finanziari (Pef), ma seguendo rigide linee guida stabilite a livello nazionale, e pensate per far sì che – come stabilisce la legge – il costo del servizio rifiuti sia interamente finanziato attraverso la tassa.

La definizione dei Pef passa infatti dalla metodologia stabilita dall’Autorità nazionale di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), che stabilisce quali sono i costi ammissibili, le modalità di rivalutazione (anche in base all’inflazione) e i modelli di ripartizione.

È sulla base di questa metodologia che enti come l’Ato sud, composto interamente dai Comuni d’ambito, definiscono la ripartizione dei costi ammissibili tra le varie Amministrazioni comunali del territorio; nel caso specifico, i tali costi presentati ogni anno da Sei Toscana appaiono in linea con quelli nazionali, e soprattutto sono valutati da un soggetto terzo individuato sempre dall’Ato.

Nel merito, dal gestore fanno oggi notare anche che i Pef, oltre a coprire i costi dei servizi richiesti dalle singole Amministrazioni, comprendono i costi del trattamento e smaltimento dei rifiuti (di competenza delle società gestori di impianti e non di Sei Toscana) e di altri servizi ambientali (come, ad esempio, la bollettazione).

«Per raggiungere gli obiettivi, condivisi, in termini ambientali, di efficienza ed economici, non si può prescindere dalla stretta collaborazione fra gestore (Sei Toscana), le Amministrazioni comunali (rappresentate da Ato Toscana sud) e le comunità (cittadini ed attività economiche) – commenta il presidente di Sei Toscana, Alessandro Fabbrini – Una collaborazione che, come avvenuto con l’aggiudicazione di oltre 21 milioni di euro di finanziamenti Pnrr per la realizzazione di 30 progetti volti a migliorare la qualità dei servizi ambientali e delle infrastrutture, può portare grandi benefici a tutto il territorio».

In merito alle polemiche di questi giorni, da Sei Toscana si «ribadisce la disponibilità a chiarire ogni aspetto legato alla gestione rifuggendo però nel modo più assoluto di cadere in polemiche strumentali di carattere politico (anche a mezzo stampa) che potrebbero sorgere con ancor più facilità, visto l’avvinarsi dei prossimi appuntamenti elettorali».

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