Per la crisi economica causata dalla pandemia nel 2020 in Toscana, i rifiuti speciali si sono ridotti di 550 mila tonnellate, passando da 10,1 milioni a 9,5. Una riduzione del 5,5%, valore superiore alla riduzione media nazionale del 4,5 %. Il 95,7% (circa 9,1 milioni di tonnellate) è costituito da rifiuti non pericolosi e il restante 4,3% (poco più di 406 mila tonnellate) da rifiuti pericolosi.
Il principale produttore di rifiuti speciali è il settore delle costruzioni con 3,9 milioni di tonnellate, oltre il 40% del totale. Seconda voce di produzione sono i famosi “rifiuti di rifiuti”, ovvero gli scarti rimanenti dagli impianti che trattano i rifiuti prodotti: siamo a 3,4 milioni di tonnellate, pari al 36% del totale ed includono oltre 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani trattati, diventati cosi “speciali”. Le restanti 2,2 milioni di tonnellate sono rifiuti derivanti dal trattamento dei rifiuti speciali.
Inerti e rifiuti di rifiuti rappresentano dunque oltre il 75% dei rifiuti speciali prodotti. I rifiuti “industriali”, prodotti dalla manifattura e dai distretti classici della nostra regione sono il restante 25%, circa 2,3 milioni di tonnellate. In questa “famiglia” si segnalano i rifiuti derivanti dai processi chimici inorganici (600.000 tonnellate), rifiuti della lavorazione del legno e della carta (240.00 tonnellate), i rifiuti da imballaggio (240.000 tonnellate), i rifiuti minerari (206.000 tonnellate), i rifiuti tessili e della pelle (154.000 tonnellate).
Come vengono gestiti i rifiuti prodotti in Toscana? Il recupero di materia e avvio a riciclo è pari a circa 6,3 milioni di tonnellate che rappresenta il 63% del totale gestito, valore inferiore alla media nazionale (70%), prevalentemente composto dal recupero di sostanze inorganiche (minerarie e da costruzione).
L’utilizzo dei rifiuti come fonte di energia (R1), pari a 30.237 tonnellate rappresenta lo 0,3% del totale dei rifiuti gestiti.
Complessivamente sono avviati ad operazioni di smaltimento 2,7 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (27% del totale gestito): oltre 931 mila tonnellate (9,3% del totale gestito) sono smaltite in discarica, poco più di 1,8 milioni di tonnellate (18% del totale gestito) sono sottoposte ad altre operazioni di smaltimento quali trattamento chimico-fisico, trattamento biologico e ricondizionamento preliminare, mentre circa 11 mila tonnellate (0,1% del totale gestito) sono avviate a incenerimento senza recupero di energia.
La messa in riserva (R13) a fine anno prima dell’avvio alle operazioni di recupero, ammonta a circa 929 mila tonnellate (9,2% del totale gestito), il deposito preliminare (D15) prima dello smaltimento interessa poco meno di 30 mila tonnellate (0,3% del totale gestito).
I rifiuti speciali esportati fuori Italia sono 140.797 tonnellate, di cui 77.079 tonnellate di rifiuti non pericolosi e 63.718 tonnellate di pericolosi, mentre i rifiuti speciali importati ammontano a 35.716 tonnellate. Il dato di export dei rifiuti pericolosi segnala la cronica mancanza di impianti in regione per questo tipo di flusso
Non esistono dati purtroppo sui flussi interregionali di rifiuti speciali, e quindi sull’autosufficienza o meno della Toscana. Quello che è possibile capire è la capacità di trattamento globale degli impianti toscani, in tutto 733, capaci di gestire poco più di 10 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Dai dati Ispra non è possibile capire quanti rifiuti toscani vengano inviati in altre regioni, ma solo quelli esportati fuori Italia.
Sono 434 gli impianti toscani dedicati al recupero di materia, 34 gli impianti che garantiscono il recupero di materia presso attività produttive, per circa 700.000 tonnellate. 10 gli impianti di compostaggio e digestione anaerobica che trattano circa 45.000 tonnellate di rifiuti organici e fanghi. Gli impianti che recuperano energia dai rifiuti speciali sono 15, per una quantità gestita di 44.000 tonnellate. Gli impianti di incenerimento senza recupero di energia sono sei e trattano poco meno di 20.000 tonnellate. Gli impianti di trattamento chimico fisico sono 79 per un volume trattato di 1,6 milioni di tonnellate. Le discariche sono 15 e smaltiscono 931.000 tonnellate di rifiuti speciali. Gli impianti di stoccaggio sono 142 e gestiscono 458.000 tonnellate; 58.000 tonnellate sono stoccate presso i produttori.
La Toscana quindi gestisce più rifiuti speciali di quanti ne produce, ma su alcuni flussi siamo esportatori in altre regioni. È il caso dei rifiuti di cartiera, di parte dei tessili e dei fanghi di depurazione.
Dati interessanti per impostare il nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, che dovrà dare risposta al deficit impiantistico attuale e puntare a migliorare il tasso di avvio a riciclo per colmare il gap con i valori nazionali. Simbiosi industriali e integrazioni di filiera sono possibili in molti settori produttivi: pulper e fanghi dell’industria della carta, tessile e cuoio, imballaggi, fanghi di depurazione.
L’articolo Rifiuti speciali, dal report Ispra nuove indicazioni per il Piano toscano sull’economia circolare sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.