Si è concluso nella capitale il convegno Roma verso il Giubileo, alla luce della Laudato si’: economia circolare e rifiuti, organizzato dalla onlus Greenaccord nella prestigiosa sede dell’Auditorium Pontificio Collegio “Maria Mater Ecclesiae”, per approfondire il dibattito su come il Vaticano e Roma possono accogliere i pellegrini durante il Giubileo, secondo criteri di sostenibilità ambientale a partire dal comparto della gestione rifiuti.
«L’idea è quella di dotare Roma, pensando al 2025, di strutture permanenti che garantiscano servizi migliorati per i cittadini romani, rispondendo ai dettami dell’enciclica di Bergoglio», ha esordito il presidente di Greenaccord – Alfonso Cauteruccio – riferendosi alla Laudato si’.
«La soluzione per Roma è il termovalorizzatore a cui stiamo lavorando. Il suo utilizzo permette di chiudere il ciclo dei rifiuti, produce energia e si tratta di tecnologia consolidata», ha dichiarato l’assessora capitolina all’Ambiente, Sabrina Alfonsi. Ma sul tavolo ci sono anche opzioni tecnologiche più innovative, che promettono performance migliori sotto il profilo ambientale.
Per i rifiuti secchi non riciclabili meccanicamente, spiccano ad esempio l’ossicombustione e il Distretto circolare verde.
Grazie Di Salvia, general manager di Itea, ha portato al tavolo del dibattito la prima: «Si tratta di un processo che impiega l’ossigeno, senza fiamma, operato in pressione, con risultati sorprendenti in termini di impatto ambientale».
Di “Distretto circolare verde” ha invece parlato Carlo Nicolais, dirigente Maire Tecnimont: «Il nostro modello di “chimica verde” permette di recuperare aree industriali sotto utilizzate o abbandonate (raffinerie, petrolchimici, ecc …) ridando loro nuova vita, con importanti ricadute occupazionali. Un modello di futuro sostenibile, realizzabile già oggi. Il Distretto circolare verde consente di produrre prodotti chimici e carburanti a basso contenuto carbonico, che consentono una riduzione delle emissioni di CO2, riciclando la plastica e recuperando rifiuti non riciclabile. Il tutto, riducendo l’incenerimento e lo smaltimento in discarica».
E per i rifiuti organici? Anche su questo «si può fare e si può fare meglio», ha sottolineato Paolo Centemero, direttore del Centro italiano compostatori (Cic): non basta fare la raccolta differenziata, ma bisogna farla bene: «È necessario prestare molta attenzione alla qualità del materiale conferito, in modo particolare quando si parla dell’umido, soprattutto dopo l’introduzione dei biodigestori anaerobici. E per arrivare a questo traguardo, fondamentale è l’informazione dei cittadini».
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